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Sto caricando le informazioni... La ragazza delle arance (2003)di Jostein Gaarder
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Georg R©ıed ha quindici anni e conduce una vita tranquilla, come la maggior parte dei suoi coetanei. Ma un giorno trova una lettera che suo padre gli aveva scritto prima di morire e che aveva poi nascosto, affinch©♭ il figlio la potesse trovare una volta grande. In questa lettera il padre, Jan Olav, racconta la storia della "ragazza delle arance", una giovane con un sacchetto di arance incontrata un giorno per caso su un tram di Oslo e subito persa. Per Jan ©· un colpo di fulmine. Georg si appassiona a questo racconto, che si accorge riguardarlo molto da vicino e che pian piano gli svela ci©ø che ©· accaduto prima della sua nascita; un racconto attraverso il quale la voce del padre lo raggiunge da lontano facendolo riflettere sul senso della vita. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)813Literature English (North America) American fictionClassificazione LCVotoMedia:
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Le premesse sono apparentemente semplicissime e simili a mille altri film e libri: il quindicenne Georg ritrova una lettera che il padre ha scritto per lui poco prima di morire, undici anni prima. La lettera però non è la solita tiritera strappalacrime a cui siamo abituati, ma una storia avvincente e fantasiosa che il padre usa per mostrare al figlio se stesso e la sua visione del mondo; e Georg grazie ad essa non solo riscoprirà suo padre, ma verrà definitivamente traghettato fuori dall'infanzia ed imparerà a guardare il mondo con occhi nuovi, più consapevoli ma anche pieni di meraviglia.
I toni della missiva cambiano con l'evolversi della vicenda: inizialmente sono giocosi, poi si fanno sempre più intensi fino ad arrivare alle pagine finali in cui si arriva a parlare di temi universali come la morte ed il vero significato dell'esistenza. La carica emotiva per fortuna viene attenuata dai commenti di Georg tra un brano e l'altro, che ci aiutano a fare il punto della situazione e a mantenere la giusta distanza: non cerca la facile commozione Gaarder, vuole solo far riflettere su argomenti importanti; e non lo fa con ingenuità, infatti non nasconde o minimizza il dolore che si prova nello scoprirsi malati terminali e mostra anche come la vita vada avanti per chi resta, tra nuove gioie e nuovi amori.
Certo è un libro destinato ai ragazzi, quindi lo stile è molto semplice e per noi lettori più cresciutelli la morale risulterà un po' troppo ottimistica; tuttavia ogni tanto fa bene mettere da parte il realismo e ricordarci che nonostante tutto, come il titolo di quel bellissimo film, "la vita è meravigliosa". ( )