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Luanda, Angola, 1990. Ndalu is a normal twelve-year old boy in an extraordinary time and place. Like his friends, he enjoys laughing at his teachers, avoiding homework and telling tall tales. But Ndalu's teachers are Cuban, his homework assignments include writing essays on the role of the workers and peasants, and the tall tales he and his friends tell are about a criminal gang called Empty Crate which specializes in attacking schools. Ndalu is mystified by the family servant, Comrade Antonio, who thinks that Angola worked better when it was a colony of Portugal, and by his Aunt Dada, who lives in Portugal and doesn't know what a ration card is. In a charming voice that is completely original, Good Morning Comrades tells the story of a group of friends who create a perfect childhood in a revolutionary socialist country fighting a bitter war. But the world is changing around these children, and like all childhood's Ndalu's cannot last. An internationally acclaimed novel, already published in half a dozen countries, Good Morning Comrades is an unforgettable work of fiction by one of Africa's most exciting young writers.… (altro)
“…dipende tutto dagli uomini, dai loro cuori, dalla fermezza con cui lottano per i loro ideali, dalla semplicità che mettono nelle loro azioni, dal rispetto che sentono per i propri compagni…”
Ancora una realtà africana, questa volta ben viva e in salute e con una penna leggera nel racconto ma incisiva nel tratto, a raccontare del suo paese, l’Angola, della sua lunga marcia verso l’indipendenza dal Portogallo che gli ha lasciato in eredità la lingua ufficiale, e delle interminabili guerre civili e non che da poco hanno finito di martoriare questo immenso paese ricco di risorse naturali. È durante una di queste guerre, negli anni 70 del secolo scorso, che si svolge l’infanzia dello scrittore raccontata in queste pagine facendo conoscere un po’ di questo paese, di un tentativo di socialismo instaurato, di una presenza cubana dovuta a una operazione militare di supporto al governo, presenza che durò molti anni e che lascio anche dei segni tangibili nelle istituzioni di una nazione ancora giovane nella sua indipendenza. Ed è appunto in questo flash temporale, fissato nel momento in cui la maggioranza dei cubani abbandonò il paese, che la voce narrante di un bambino, alter ego dell’autore stesso, fissa i suoi ricordi: la fine della scuola, la malinconia per l’addio ai compagni, le speranze lasciate dai maestri cubani, le aspettative di un futuro che purtroppo dovrà ancora attendere anni per essere certezza, tutto questo spiegato con gli occhi ancora incantati di un bambino che si adatta bene a vivere il presente e messo un po’ in ansia da un domani pieno di incognite. Una bella lettura, molto ben raccontata e scritta, con grande semplicità, da questo ancora giovane talento angolano, che apre uno spiraglio verso realtà lontanissime, soprattutto nell’immaginario, meritevoli comunque di attenzione e considerazione anche nei loro esponenti culturali… ( )
Luanda, Angola, 1990. Ndalu is a normal twelve-year old boy in an extraordinary time and place. Like his friends, he enjoys laughing at his teachers, avoiding homework and telling tall tales. But Ndalu's teachers are Cuban, his homework assignments include writing essays on the role of the workers and peasants, and the tall tales he and his friends tell are about a criminal gang called Empty Crate which specializes in attacking schools. Ndalu is mystified by the family servant, Comrade Antonio, who thinks that Angola worked better when it was a colony of Portugal, and by his Aunt Dada, who lives in Portugal and doesn't know what a ration card is. In a charming voice that is completely original, Good Morning Comrades tells the story of a group of friends who create a perfect childhood in a revolutionary socialist country fighting a bitter war. But the world is changing around these children, and like all childhood's Ndalu's cannot last. An internationally acclaimed novel, already published in half a dozen countries, Good Morning Comrades is an unforgettable work of fiction by one of Africa's most exciting young writers.
Ancora una realtà africana, questa volta ben viva e in salute e con una penna leggera nel racconto ma incisiva nel tratto, a raccontare del suo paese, l’Angola, della sua lunga marcia verso l’indipendenza dal Portogallo che gli ha lasciato in eredità la lingua ufficiale, e delle interminabili guerre civili e non che da poco hanno finito di martoriare questo immenso paese ricco di risorse naturali.
È durante una di queste guerre, negli anni 70 del secolo scorso, che si svolge l’infanzia dello scrittore raccontata in queste pagine facendo conoscere un po’ di questo paese, di un tentativo di socialismo instaurato, di una presenza cubana dovuta a una operazione militare di supporto al governo, presenza che durò molti anni e che lascio anche dei segni tangibili nelle istituzioni di una nazione ancora giovane nella sua indipendenza.
Ed è appunto in questo flash temporale, fissato nel momento in cui la maggioranza dei cubani abbandonò il paese, che la voce narrante di un bambino, alter ego dell’autore stesso, fissa i suoi ricordi: la fine della scuola, la malinconia per l’addio ai compagni, le speranze lasciate dai maestri cubani, le aspettative di un futuro che purtroppo dovrà ancora attendere anni per essere certezza, tutto questo spiegato con gli occhi ancora incantati di un bambino che si adatta bene a vivere il presente e messo un po’ in ansia da un domani pieno di incognite.
Una bella lettura, molto ben raccontata e scritta, con grande semplicità, da questo ancora giovane talento angolano, che apre uno spiraglio verso realtà lontanissime, soprattutto nell’immaginario, meritevoli comunque di attenzione e considerazione anche nei loro esponenti culturali… ( )