Carino, abbastanza originale, un po' picaresco, con qualche ambizione e qualche ingenuità ma anche con alcune idee ed alcuni contenuti interessanti. Una lettura gradevole. ( )

La lettura di un libro di Delany non è mai semplice. L’ambientazione è fantascientifica, piena di idee ed immaginazione nel creare mondi nuovi, nuove società, nuovi esseri viventi, ma alla base della storia c’è sempre una riflessione ben più profonda. In questo romanzo, si riflette sulle lingue, e sui linguaggi di comunicazione in generale e, anche se si arriva a colpi di scena inattesi, non sempre il racconto è facile da seguire. Ci sono parti molto belle anche narrativamente, come tutto il percorso di reclutamento dell’equipaggio, ed altre, soprattutto dialoghi, che teorizzano troppo e avanzano in modo faticoso. Alla fine, come in ogni romanzo di genere che si rispetti, tutto viene spiegato e rimesso in ordine, ma a volte il lettore trova difficoltà a seguire i passaggi più sottili. C’è qualche errore tipografico qua e là, e a volte la traduzione lascia un po’ a desiderare in alcuni dialoghi (o la confusione è voluta nell’originale, visto il ruolo che hanno i pronomi ‘tu’ e ‘io’?), ma probabilmente ci gioca anche una carenza di attenzione o di comprendonio da parte mia. In fondo, anche con ‘Nova’ avevo avuto gli stessi problemi… Però un bel libro, di cui ho apprezzato di più il lato ‘spaziale’: di certo, non il solito romanzo di sf che si legge per rilassarsi e far riposare le sinapsi. ( )