Il romanzo di Chiara è agevole e si legge in un paio d'ore ma non mi ha convinto: la vicenda, come lo stile, dimostra più rughe e più macchie di quelle che i suoi 35 anni dovrebbe avere. Nulla, in questa storia, mi è davvero piaciuto. L'unica cosa che ha tenuto sveglio il mio (blando) interesse è stato il colpo di scena tardivo che ha dato un input alla lettura facendomi veleggiare (è proprio il caso di dirlo) senza intoppi e senza brividi verso un prevedibile finale. ( )

Romanzo sicuramente meno ironico rispetto a "La spartizione", ma non di meno interessante e sorprendente. È una vicenda che si svolge sul lago maggiore, in un dopoguerra quasi irreale, tra una sponda e l'altra, tra una donna e l'altra. ( )