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La leggenda di Redenta Tiria (2003)

di Salvatore Niffoi

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1005271,161 (2.91)Nessuno
Very few inhabitants of the Sardinian village of Abacrasta survive to old age. By tradition they are fated to take their own lives, with belts or ropes, having heard the voice, telling them to prepare to die. This work tells the stories of the Abacrastians, of their lives and remarkable deaths, in a series of tales.… (altro)
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L'idea alla base del libro è interessante, un bel connubio di folclore e realismo magico; nel paesino di Abacrasta, sperduto tra i monti della Barbagia, gli abitanti sono vittime di una singolare maledizione: nessuno muore di vecchiaia, ma tutti chi prima e chi dopo sono spinti da una misteriosa "voce" a togliersi la vita. La maledizione sarà spezzata con l'arrivo di Redenta Tiria, una figura misteriosa e salvifica.
Quello che non funziona quindi non è la storia, ma come spesso accade il modo in cui è raccontata. La prima parte narra le vicende di vari suicidi uno dopo l'altro e se inizialmente può essere intrigante, la dinamica sempre uguale viene presto a noia (biografia del personaggio, caduta in basso, morte). La seconda parte mantiene lo stesso meccanismo, ma con il lieto fine dovuto alla presenza di Redenta Tiria. Manca il pathos, i vari "casi" sono presentati stile elenco puntato e alla fine sono rimasta con l'impressione che più di metà delle pagine fossero scritte per allungare il brodo.
Lo stile è molto dialettale, infatti il libro è infarcito di termini e modi di dire sardi e per me che non conosco quell'idioma si è rivelata una lettura più faticosa del previsto. Probabilmente i sardi o gli appassionati di folclore apprezzeranno molto questo romanzo, tutti gli altri potrebbero evitare di leggerlo senza perdersi nulla secondo me. ( )
  Lilirose_ | Oct 3, 2016 |
L'idea delle impiccagioni e della Voce è notevole e lascia intravedere sviluppi potenzialmente forti, ma la storia diventa in fretta monotona e non rende chiaro alcun significato profondo (forse perché non ce ne sono?). Il lessico usato è interessante ma con qualche abuso e alla lunga diventa anche fastidioso, perché sembra finto. Anzi, alla fine, sorge il dubbio che si tratti di un'operazione tutta editoriale un po' tirata per i capelli (anche se Adelphi non ha questa fama ...), capace di inventare e lanciare (e far premiare!) autori, titoli e contenuti, a prescindere (come diceva Totò). ( )
  ddejaco | Aug 18, 2008 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Salvatore Niffoiautore primariotutte le edizionicalcolato
Whiteside, ShaunTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato

Appartiene alle Collane Editoriali

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Titolo canonico
Titolo originale
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Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
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Epigrafe
Dedica
Incipit
Abaca, abaco, Abacuc... Abacrasta, il nome del mio paese, non lo troverete in nessuna enciclopedia, e neanche segnalato nelle carte geografiche.
Citazioni
Ultime parole
(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

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Very few inhabitants of the Sardinian village of Abacrasta survive to old age. By tradition they are fated to take their own lives, with belts or ropes, having heard the voice, telling them to prepare to die. This work tells the stories of the Abacrastians, of their lives and remarkable deaths, in a series of tales.

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