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Sto caricando le informazioni... La leggenda di Redenta Tiria (2003)di Salvatore Niffoi
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. L'idea delle impiccagioni e della Voce è notevole e lascia intravedere sviluppi potenzialmente forti, ma la storia diventa in fretta monotona e non rende chiaro alcun significato profondo (forse perché non ce ne sono?). Il lessico usato è interessante ma con qualche abuso e alla lunga diventa anche fastidioso, perché sembra finto. Anzi, alla fine, sorge il dubbio che si tratti di un'operazione tutta editoriale un po' tirata per i capelli (anche se Adelphi non ha questa fama ...), capace di inventare e lanciare (e far premiare!) autori, titoli e contenuti, a prescindere (come diceva Totò). nessuna recensione | aggiungi una recensione
Premi e riconoscimenti
Very few inhabitants of the Sardinian village of Abacrasta survive to old age. By tradition they are fated to take their own lives, with belts or ropes, having heard the voice, telling them to prepare to die. This work tells the stories of the Abacrastians, of their lives and remarkable deaths, in a series of tales. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)853.92Literature Italian Italian fiction 1900- 21st CenturyClassificazione LCVotoMedia:
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Quello che non funziona quindi non è la storia, ma come spesso accade il modo in cui è raccontata. La prima parte narra le vicende di vari suicidi uno dopo l'altro e se inizialmente può essere intrigante, la dinamica sempre uguale viene presto a noia (biografia del personaggio, caduta in basso, morte). La seconda parte mantiene lo stesso meccanismo, ma con il lieto fine dovuto alla presenza di Redenta Tiria. Manca il pathos, i vari "casi" sono presentati stile elenco puntato e alla fine sono rimasta con l'impressione che più di metà delle pagine fossero scritte per allungare il brodo.
Lo stile è molto dialettale, infatti il libro è infarcito di termini e modi di dire sardi e per me che non conosco quell'idioma si è rivelata una lettura più faticosa del previsto. Probabilmente i sardi o gli appassionati di folclore apprezzeranno molto questo romanzo, tutti gli altri potrebbero evitare di leggerlo senza perdersi nulla secondo me. ( )