Fai clic su di un'immagine per andare a Google Ricerca Libri.
Sto caricando le informazioni... Benjamin (1995)di Chico Buarque
Nessuno Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. nessuna recensione | aggiungi una recensione
Photographic model turned minor actor Benjamin Zambraia feels mocked by his spurious sort of fame. He is also haunted by Castana Beatriz, a love he lost 30 years before, but whose double has begun to crop up around town. Could Arieta Muse be Castana's daughter? Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
Discussioni correntiNessunoCopertine popolari
Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)869.3Literature Spanish and Portuguese Portuguese Portuguese fictionClassificazione LCVotoMedia:
Sei tu?Diventa un autore di LibraryThing. |
Per le prime 20 o 30 pagg non ho capito assolutamente nulla, rimanevo appesa a una prosa elicoidale come una scala a chiocciola, fatta di parole che scivolavano via una accanto all’altra, come un gradino dopo l’altro, portandomi a un inizio di disperazione: come farò a leggere un libro di cui non capisco un’H? Chi me l’ha fatto fare di buttarmi a leggere in una lingua che non pratico da 20 anni?
Poi la vicenda ha iniziato a formarsi e inquadrarsi, a evidenziare un filo conduttore ingarbugliatissimo come – più che la mente – le condizioni mentali del protagonista.
Benjamin è un modello pubblicitario decaduto, ormai sorpassato da mode, stili e nuovi modelli di comunicazione e pare esserne ben cosciente: coi suoi risparmi dei tempi che furono si è comprato un appartamento (morboso) e si è assicurato una rendita che, tra fluttuazioni del mercato e inflazione, abbassa sempre il più il suo tenore di vita a poche decorose e dignitose esigenze e così potrebbe continuare senza che mai più nulla gli accada.
Benjamin però è un’anima tormentata da un delitto passato, dall’abbandono e dalla morte della donna che fu l’amore della sua vita. Come dapprima, nel breve periodo, non si era rassegnato all’abbandono, così poi, all’infinito, non si rassegnerà mai alla morte e alla progressiva scomparsa e distruzione del mondo dorato entro cui si muoveva. La sua vita presente e passata si muove tra ricerca e attesa di una donna che non c’è (e per lui già non c’era) più. La storia di Benjamin è la storia delle sue ricerche, di errori che ha fatto e poi sembra aver cancellato perché continua ad aspettare in eterno.
Ariela è la protagonista femminile, tormentata anche se all’inizio non si capisce bene quanto, che Benjamin incrocia per caso e che riaccende in lui la passione per quanto somiglia alla donna amata; si convince che potrebbe esserne la figlia e inizia un contorto avvicinamento che nessuno si aspetterebbe che Ariela possa corrispondere.
Ci sono poi altri personaggi, incroci di politica e malaffare, anche loro contorti, troppo, e il cui peso "universale" nella storia principale resta dubbio: potrebbero non esserci, non aver passato, presente né futuro e potrebbero solo agire come anonimi deus ex machina quando richiesto dal caso.
Come in "Estorvo" quel che io trovo massimamente spiazzante è la totale assenza di motivazioni per le quali i personaggi adottano un certo comportamento; qui, anzi, le motivazioni di Benjamin si capiscono tutte, quelle di Ariela no, mai. Poco a poco veniamo a sapere qualcosa del suo passato ma il PERCHE’ inizi ad agire in un certo modo nel presente non si capisce appieno.
L’assenza di motivazione, unita a un certo desvio di informazioni dapprima date al lettore e che poi mutano completamente di senso (cosa che persino nei gialli sarebbe secondo molti autori “proibita” perché non corretta nei confronti del lettore ) mi lasciano spiazzata e quasi interdetta. Continuo a chiedermi “ma cosa ho letto?”
Mi è piaciuto? In realtà, come "Estorvo", no, non appieno ma la prosa di Chico Buarque mi innamora e mi culla al di là di quello che scegli di raccontare o descrivere.
Ho letto poi saggi e critiche che alzano alcuni veli su realtà che non colgo, o meglio: che possono essere colte da chi conosce la storia contemporanea del Brasile con consapevolezza maggiore della mia; ma questo credo sia inevitabile: per quanto puoi informarti o studiare nulla equivarrà mai a quello che hai vissuto e che di sei sentito addosso; esempio per tutti ne sia l’espressione “anni di piombo/anos de chumbo”: sono esistiti sia in Italia sia in Brasile, praticamente contemporanei, ma le implicazioni e le sensazioni di chi li ha vissuti nei due diversi continenti non possono essere del tutto sovrapponibili.