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The Spy Who Came In from the Cold di John le…
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The Spy Who Came In from the Cold (originale 1963; edizione 1963)

di John le Carré

Serie: George Smiley (3)

UtentiRecensioniPopolaritàMedia votiCitazioni
8,590239978 (4)506
A veteran spy wants to "come in from the cold" to retirement. He undertakes one last assignment in which he pretends defection and provides the enemy with sufficient evidence to label their leader a double agent.
Utente:wearyhobo
Titolo:The Spy Who Came In from the Cold
Autori:John le Carré
Info:Publisher Unknown, 224 pages
Collezioni:La tua biblioteca
Voto:****
Etichette:fiction

Informazioni sull'opera

La spia che venne dal freddo di John le Carré (1963)

  1. 40
    Chiamata per il morto di John le Carré (otori)
    otori: Key character Hans-Dieter Mundt first appearance.
  2. 30
    La talpa di John le Carré (John_Vaughan)
    John_Vaughan: Setting the oeuvre.
  3. 10
    Un pericolo insolito di Eric Ambler (yokai)
  4. 10
    Il visitatore segreto di John le Carré (Oleg.Gerassimenko)
  5. 00
    Il simulatore di Frederick Forsyth (Artymedon)
    Artymedon: Both novels have a central participant: the Berlin Wall.
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E’ forse scontato scrivere che queste pagine si trovano agli antipodi rispetto a Ian Fleming, ma è anche inevitabile specie a poche settimane di distanza dalla visione dell’ultimo film dedicato a James Bond (l’ottimo ‘Skyfall’). Le spie di Le Carré sono piccoli burocrati dall’anima morta e dallo sguardo limitato, abituati a muovere (e a sacrificare) pedine in un’eterna partita a scacchi con, come posta in gioco, guadagni davvero effimeri, per i quali parrebbe non valere la pena di escogitare piani tortuosamente raffinati. E non c’è differenza tra noi (gli inglesi) e loro (i tedeschi orientali): i soggetti sono simili, i metodi gli stessi e se qualcun di esterno si avvicina all’ingranaggio rischia di esserne stritolato. Uno sguardo profondamente disincantato che, però, non è il solo pregio di quello che è stato l’esordio di Le Carrè, all’epoca (inizio degli anni Sessanta) poco più che trentenne: la narrazione procede implacabile, accompagnando il lettore nei doppi fondi di una storia complessa ma non particolarmente contorta anche se, come di prammatica, l’apparenza inganna su più livelli. L’azione è ridotta a pochi scoppi improvvisi posti soprattutto all’inizio e alla fine, ma non si corre mai il rischio di annoiarsi perché i lunghi e complessi dialoghi si mantengono sul filo della tensione che corre fra i personaggi mentre le descrizioni contribuiscono a creare un mondo sbiadito come le figure che lo abitano. Il tutto senza particolari artifici linguistici in una narrazione piana ma sempre efficace (peccato solo per qualche inciampo nella traduzione di Veraldi utilizzata per l’edizione de ‘I miti’ in mio possesso): il risultato è un romanzo che ha subito assunto la statura del classico della letteratura spionistica, fungendo da modello per tanti libri e consentendo al suo autore di iniziare una carriera ricca di soddisfazioni. Malgrado tale fama, devo confessare che questo è il mio primo incontro con lo scrittore inglese, un ritardo che – alla luce di ‘La spia che venne dal freddo’ – testimonia un’imperdonabile sottovalutazione: la storia di Alec Leamas, l’agente in missione operativa (cioè nel ‘freddo’), ed Elizabeth Gold, presi nella tenaglia tra il Circus (incarnato da Controllo e Smiley) e l’Abteilung (Mundt e Fiedler), è di quelle impossibili da dimenticare. ( )
  catcarlo | Oct 8, 2014 |
Ho cominciato a leggere John Le Carré con un po' di preclusione, perché avevo un pregiudizio verso i romanzi di spionaggio(a mia parziale discolpa ero molto più giovane di adesso). Bene, questo libro mi ha fatto ricredere definitivamente! All'inizio sono rimasto leggermente spiazzato, perché ero abitutato agli stereotipi ed alle atmosfere da fumettone dei film di James Bond e qui non vedevo niente che mi fosse familiare, ma dopo poche pagine la complessità della trama e la drammacità della situazione mi hanno letteralmente irretito fino alla fine. Ho difficoltà a commentare questo romanzo senza addentrarmi nei dettagli della trama e delle tematiche, perciò per non rovinarvi il piacere della lettura mi limito a consigliarvelo caldamente. ( )
  GianniMerryman | Feb 25, 2009 |
Mostra 2 di 2
En este clásico, el autor recrea un mundo jamás conocido antes en la novela de suspense. Con los conocimientos acumulados durante sus años en el servicio de inteligencia británica, le Carré saca a la luz los interiores un tanto turbios del espionaje internacional de la mano de Alec Leamas, un agente británico durante los primeros años de la guerra fría en Berlín. Leamas es responsable de mantener a sus agentes dobles protegidos y con vida, pero los alemanes del Este empiezan a matarlos, por lo que su superior, Control, le pide que vuelva a Londres no para echarle del cuerpo sino para encargarle una misión un tanto complicada. Con esta novela clásica de suspense, le Carré cambió las reglas del juego. Esta es la historia de un último encargo que recae sobre un agente que desea desesperadamente retirarse de su carrera de espionaje.
aggiunto da Pakoniet | modificaLecturalia
 
The best spy story I have ever read," says Graham Greene, and I am not too far from agreeing with him. Whether "The Spy Who Came in From the Cold" is better than Eric Ambler's "Epitaph for a Spy" or Somerset Maugham's "Ashenden" or Mr. Greene's own "The Confidential Agent" is inconsequential. What matters is that it belongs on the same shelf. Here is a book a light year removed from the sometimes entertaining trivia which have (in the guise of spy novels) cluttered the publishers' lists for the past year.
aggiunto da John_Vaughan | modificaNY Times, Anthony Boucher (Jul 20, 1964)
 

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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
le Carré, Johnautore primariotutte le edizioniconfermato
Boyd, WilliamIntroduzioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Jayston, MichaelNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Muller, FrankNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Salomaa, AnttiTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Taylor, MattImmagine di copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Veraldi, AttilioTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato

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Appartiene alle Collane Editoriali

rororo (865)

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Epigrafe
Dedica
Incipit
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The American handed Leamas another cup of coffee and said, "Why don't you go back and sleep? We can ring you if he shows up."
Citazioni
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"What do you think spies are: priests, saints and martyrs? They're a squalid procession of vain fools, traitors too, yes; pansies, sadists and drunkards, people who play cowboys and Indians to brighten their rotten lives."
Ultime parole
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(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
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Lingua originale
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A veteran spy wants to "come in from the cold" to retirement. He undertakes one last assignment in which he pretends defection and provides the enemy with sufficient evidence to label their leader a double agent.

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