Romanzo di formazione. Scrittura piana e accattivante con passi fra il pulp e il kitsch. ( )

America degli anni cinquanta, un drive in, la vita di ragazzini divisi tra le prime responsabilità e i giochi nei campi. La sottile linea scura è il diaframma sottile che separa l'innocenza dal mondo adulto, un mondo in cui trovi la violenza, la brutalità, l'odio e il vizio.
La scoperta di tale soglia segna d'improvviso la vita dell'adolescente Stanley, che deve mettere da parte le paure e le fantasie infantili per affrontare una realtà inaspettata: razzismo, alcol, sesso, profitto sono i cardini su cui girano le vite degli uomini. Solo i valori autentici e la forza degli affetti familiari, preziosi punti di forza, lo salvano e lo faranno crescere indenne. E' uno dei più bei romanzi del geniale Lansdale, che ci ricorda altre storie di "iniziazione", prima tra tutte "Stand by me" di S. King. ( )

In questo libro Lansdale fa quello che gli riesce meglio: racconta di un ragazzino tredicenne che ha da poco scoperto che Babbo Natale non esiste, e che in una sola vacanza estiva si trova a dover apprendere e digerire un mare di cose della vita e soprattutto ciò che sta al di là di quella sottile linea scura che separa il bene dal male. ( )