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Sto caricando le informazioni... Le intermittenze della morte (2005)di José Saramago
magic realism novels (29) Existentialism (25) » 5 altro Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Questa volta Saramago intinge la penna in un calamaio scuro, molto denso; il risultato è un testo gotico, che impegna il lettore. Poche virgole, praticamente nessun capoverso. Un libro difficile che sottende alla complessità della protagonista. Morte, senza articolo come vuole lui, o meglio lei. Libro, o meglio racconto, che si può scindere, idealmente, in due parti. Nel primo la morte decide di sospendere l’attività per un periodo. Nessun muoia, il sogno dell’umanità. Esplodono, però, i problemi sociali, i calcoli contributivi per le pensioni, il sovraffollamento degli ospedali, i vecchi da accudire, i consumi alimentari. E la malavita si organizza per trovare, nell’ambito della nuova realtà, nuove modalità di business. Se lo sapesse Saviano si fonderebbe come sa fare, come un avvoltoio, che attende la morte degli altri. Poi morte decide di tornare al suo lavoro, ma con un sistema diverso. Preavvisa, con una lettera viola. Non riesce, però, ad inviare una lettera, una sola, ad un violinista. Morte non può fare il proprio mestiere. E conosce l’uomo, arrivando al punto da innamorarsene. Ci dormirà insieme; ma non è un problema di trama. Ma di modalità. Saramago ha avuto il massimo riconoscimento per uno scrittore, il Nobel. E a mio avviso è uno dei maggiori interpreti della letteratura contemporanea. Rivendicazioni sindacali della morte, anzi, di una sòra nostra morte corporale che, dopo una vita (!!) di dedizione al lavoro, trova anche l'amore! La cosa che più mi colpisce di questo romanzo, godibilissimo, è come Saramago riesca ad abbandonare del tutto il primo registro narrativo con cui accoglie il lettore, quello di una surreale burocraticità, per tuffarsi quasi in un'altra storia, appassionata e individuale: è come se un pesante sipario scendesse su una collettività sgomenta e impazzita per lasciare la scena ad una coppia unica e imprescindibile, sola contro tutto il mondo; mondo esteriore del quale non sappiamo più nulla: niente più ministri, capi di gabinetto, direttori della televisione e niente più maphia (spassosssima, come quando la Loren sui cartelloni era Sophia).
Elke roman van José Saramago opent met een paukenslag.Op de eerste bladzijden introduceert hij een hoogst ongewone toestand, die vaak door een even abrupte als absurde ingreep van hogerhand wordt geforceerd. Zo'n openingszet, die alles op scherp zet en de lezer elektrocuteert, is een geraffineerde variant op het 'er was eens' van het sprookje. Dan is de moraal vaak niet ver weg meer. Dat is soms even slikken, juist bij zo'n geharnast moralist als Saramago. Hier is het dat niet: daarvoor is het verhaal te goed verteld, te geestig ook - en het verlangen dat erdoor gefileerd wordt, het anti-doodsverlangen, te vitaal. È contenuto inPremi e riconoscimentiMenzioni
"On the first day of the new year, no one dies. This, understandably, causes consternation among politicians, religious leaders, funeral directors, and doctors. Among the general public, on the other hand, there is initially celebration - flags are hung out on balconies, people dance in the streets. They have achieved the great goal of humanity: eternal life. Then reality hits home - families are left to care for the permanently dying, life-insurance policies become meaningless, and funeral directors are reduced to arranging burials for pet dogs, cats, hamsters, and parrots. Death sits in her chilly apartment, where she lives alone with scythe and filing cabinets, and contemplates her experiment: What if no one ever died again? What if she, death with a small d, became human and were to fall in love?"--jacket blurb. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)869.342Literature Spanish and Portuguese Portuguese Portuguese fiction 20th Century 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:
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E cosa ci dimostra mai Saramago? Lo scrittore portoghese ci mostra come, sebbene la morte sia da sempre cruccio dell'essere umano, la sua improvvisa assenza faccia sorgere nuovi e impellenti interrogativi. Alcuni di questi sono di ordine, per così dire, pratico: cosa fare di tutti questi vecchi allettati e moribondi, ma incapaci di congedarsi dalla vita? Altri interrogativi, invece, riguardano, per esempio, le religioni, che erano nate proprio per alleviare la paura della morte.
Come se la cavano gli umani? Da umani: in qualche modo ci si arrangia. I filosofi cercano di tirar fuori una nuova filosofia, la Chiesa si appella agli imperscrutabili disegni di Dio, la politica si accorda con la maphia per il lavoro sporco... Insomma, si tira avanti.
Peccato, però, che la morte – con la “m” minuscola, non la Morte, l'assoluto che la mente umana non può concepire – decida di riprendere le sue usuali mansioni. Tramite misteriose lettere viola, che avviseranno per tempo il prossimo defunto, in modo che possa sistemare i suoi affari e salutare i suoi affetti.
[Video sul blog de La Lettera Viola dei Legittimo Brigantaggio]
Lungi dall'essere contenti del gentile preavviso, gli esseri umani si daranno alla pazza gioia per il tempo loro rimanente, infischiandosene di affari e affetti. Probabilmente la morte se ne dorrebbe se non avesse a che fare con una lettera che non vuole saperne di arrivare a destinazione...
Saramago ha uno stile superbo e ribelle, visto che rifiuta diversi segni di punteggiatura e scrive lunghi periodi, piuttosto malvisti di questi tempi. A questo proposito, ho trovato particolarmente efficace la mancanza di virgolette o accapo nei discorsi diretti: rende fisicamente impossibile allontanarsi dal romanzo finché il dialogo non è finito e dà proprio l'idea dello scambio di battute diretto, immediato.
In chiusura, non posso che dire qualcosa sull'ironia di Saramago. Mi ha fatto ridere in diversi passaggi: ridere della morte, degli esseri umani e quindi di me stessa. Allo stesso tempo mi ha fatto intristire per quegli aspetti dell'essere umani che poco ci piacciono e ancor meno ricordiamo (perlomeno coloro che ne sono consapevoli). ( )