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Sto caricando le informazioni... Elias Portolu (1903)di Grazia Deledda
Italian Literature (194) Letteratura Sardegna (17) Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. "Aquile bisogna essere,non tordi"ripete spesso zio Portolu,vecchio pastore sardo,a suo figlio Elias che non riesce ad integrarsi pienamente nel mondo in cui vive. Siamo in Sardegna,terra della Deledda,agli inizi '900.Il giovane Elias torna a casa dopo un periodo passato in carcere che lo ha profondamente scosso.Medita di lasciare le brutte compagnie e di dedicarsi totalmente alla famiglia e al lavoro di pastore . Il suo animo verrà a essere turbato da una ragazza ,Maria Maddalena,promessa sposa del fratello. Elias è sconvolto da questo amore di cui prova vergogna ma dal quale non riesce a sottrarsi,è costantemente in preda al dubbio.Elias è diverso dagli altri uomini del racconto,pensa molto,torna sui suoi passi,non ha la fermezza del padre,non ha la saggezza di zio Martinu Monne,uomo solitario al quale spesso chiede consigli che poi disattende. Viene definito "uomo di cacio fresco"perchè è preda di un amore che non lo fa più vivere . è un libro toccante e profondo. è il primo romanzo della Deledda che leggo,mi ha dato l'impulso di conoscere meglio questa scrittrice. nessuna recensione | aggiungi una recensione
Appartiene alle Collane EditorialiHviezdoslavova knižnica (114) È contenuto inPremi e riconoscimenti
"Elias Portolu" si evolve intorno alla figura di Elias, secondo dei tre fratelli Portolu, di Nuoro. Tornato da un periodo di reclusione in un penitenziario "del continente", il giovane Elias, maturato spiritualmente e intellettualmente, è pervaso dal desiderio di iniziare una vita nuova, lontana dalla spensieratezza del passato e della sua infanzia, lavorando nell'ovile della famiglia. Ma il gioco di sguardi con la futura cognata Maddalena, fidanzata del fratello Pietro, si rivelerà origine di un amore fatto inizialmente di complicità e desideri, che sfociano poi in una relazione adulterina.Prete Porcheddu, sacerdote ilare ma fermamente convinto nella morale cristiana, lo induce a diventare prete, e zio Martinu Monne, vecchio pastore dal passato misterioso la cui unica ragione è quella della vita, nella sua irrazionale passionalità, lo esorta a proseguire la relazione amorosa, accettandola come inevitabilità alla quale non ci si può opporre. La scena cambia quando Maddalena resta incinta; padre di un figlio che non potrà avere, per evitare uno scandalo, Elias assume la ferma decisione di prendere i voti. In questa tensione morale si verifica un'ulteriore tragedia: Pietro muore per un'infiammazione ai reni. Quando il bambino nasce, viene riconosciuto come figlio di Pietro, ormai defunto. Ma a questo punto Elias è sul punto di ricevere gli ordini. Tre giorni prima della cerimonia, Maddalena chiama a sè Elias e lo prega di sposarla dichiarandosi padre del Bambino.Maria Grazia Cosima Deledda è nata a Nuoro, penultima di sei figli, in una famiglia benestante, il 27 settembre 1871. E' stata la seconda donna a vincere il Premio Nobel per la letteratura, nel 1926. Morirà a Roma, all'età di 64 anni, il 15 agosto 1936.La narrativa della Deledda si basa su forti vicende d'amore, di dolore e di morte sulle quali aleggia il senso del peccato, della colpa, e la coscienza di una inevitabile fatalità. È stata ipotizzata una somiglianza con il verismo di Giovanni Verga ma, a volte, anche con il decadentismo di Gabriele D'Annunzio, oltre alla scrittura di Lev Nikolaevic Tolstoj e di Honoré de Balzac di cui tra l'altro la Deledda tradusse in italiano l'Eugenia Grandet. Tuttavia la Deledda esprime una scrittura personale che affonda le sue radici nella conoscenza della cultura e della tradizione sarda, in particolare della Barbagia. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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