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E adesso, pover'uomo? (1932)

di Hans Fallada

Altri autori: Arnulf Øverland (Traduttore), Gerd Bausch-Lilliehöök (Traduttore), Susan Bennett (Traduttore), Soma Braun (Traduttore), Italo Alighiero Chiusano7 altro, Sonja Heise (Traduttore), Ramon Monton (Traduttore), Bruno Ravel (Traduttore), Roy Reardon (A cura di), Bruno Revel (Traduttore), Nico Rost (Traduttore), Eric Sutton (Traduttore)

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Il contabile Johannes Pinneberg e la sua fidanzata, la commessa Emma "L©Þmmchen" M©œrschel, si sposano quando scoprono che ©· incinta di due mesi. Quasi immediatamente Pinneberg viene licenziato e deve trovare un nuovo lavoro nel bel mezzo della crisi economica. La spregevole madre di Pinneberg, Mia, una tenutaria di locali notturni a Berlino, viene in soccorso trovando a suo figlio un lavoro come venditore nel grande magazzino berlinese Mandels. Tuttavia, Pinneberg ©· sotto forte pressione perch©♭ il capo, Spannfuss, introduce una quota mensile da raggiungere per tutti i venditori, pena il licenziamento. Questo porta ad una forte concorrenza tra i colleghi. Quando nasce il bambino, i soldi diventano di nuovo scarsi perch©♭ il rimborso dell'assicurazione sanitaria tarda ad arrivare. Dopo un anno Pinneberg rende di meno nel suo lavoro da Mandels. Riceve molti avvertimenti a causa dei suoi ritardi ed ©· molto indietro con la sua quota di vendite mensile. Prega l'attore cinematografico Franz Schl©ơter, che si aggira nel negozio, di comprare qualcosa da lui. L'attore si rifiuta e si lamenta con il responsabile del comportamento di Pinneberg, e Pinneberg viene prontamente licenziato. Nel novembre 1932 la famigliola si trasferisce illegalmente nella casa estiva di un ex collega di Pinneberg, 40 km a est di Berlino. Nonostante Pinneberg sia disoccupato da 14 mesi, sua moglie gli proibisce di rubare carbone; da parte sua, invece, rammenda calzini e confeziona abiti per le famiglie locali per guadagnare un po'. Uno dei viaggi di Pinneberg a Berlino finisce con un fiasco, poich©♭ Pinneberg, con il suo aspetto trasandato, viene cacciato via dalla Friedrichstrasse dalla polizia. La coppia si rende conto che il buon amore vecchio stile ©· tutto ci©ø che conta.… (altro)
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Il libro di Fallada, pubblicato nel 1932, racconta le vicende di un giovane commesso, di sua moglie, del loro bambino. ... (fonte: Google Books)
  MemorialeSardoShoah | May 5, 2020 |
È da persone come queste, come i coniugi Pinneberg – modesti pazienti onesti – che sono venuti fuori i nazisti?», induce a chiedersi Beniamino Placido, a commento di E adesso, pover’uomo? Fu pubblicato nel 1932, nella Germania di Weimar già presa nel vortice che l’avrebbe piombata nel Nazismo. Ottenne in pochi mesi vette di vendita altissime, tradotto subito in dieci paesi: tra cui l’Italia dove giunse in una versione edulcorata nel linguaggio, privata di scene pruriginose, alquanto rieducata politicamente. Sul lettore di oggi che sa come andò a finire, il libro fa più o meno l’effetto di un ultimo urlo lanciato ai posteri appena prima che sia caduta la notte. Hans Fallada, l’autore, apparteneva alla tendenza artistica della Nuova Oggettività, un neorealismo che si prefiggeva di corrispondere al desiderio di vedere rappresentata l’esistenza concreta. Ed infatti messa in scena è la crisi del piccolo borghese tedesco, stretto in un disagio angosciosamente privo di percepibili vie di uscita: quasi un come si diventa nazisti, ma con l’intuizione felice di raccontarlo entro la cornice di un romanzo sentimentale. La storia è l’amore di Johannes Pinneberg e di Emma Mörschel, detta Lämmchen, agnellino. Un matrimonio freschissimo, a causa di un’imprevista gravidanza, che comincia subito ad essere letteralmente inghiottito dallo spettro della disoccupazione che porta miseria, smarrimento e minacce alla dignità, mentre il prossimo diventa incomprensibile e lontano. Lui è il kleiner Mann del titolo in tedesco, un «uno di noi», fragile, senza pretese, apolitico, piuttosto vago; Emma è figlia di una famiglia di duri operai socialdemocratici e comunisti, maltrattata in famiglia, commessina, dolce ma ferma. E intorno, gli altri: la famiglia di Emma col fratello spinto ogni giorno in un cupo estremismo; la vedova Scharrenhöfer, la padrona di casa rovinata dall’inflazione; il contabile Lauterbach, arruolatosi nelle SA per rompere la noia; la madre di Johannes Mia, tenutaria di un bordello e il suo spregiudicato amante di buon cuore; il commesso Joachim, del movimento naturista. È il Volk, che al momento sembra avvertire solo risentimento e restituire ostilità, ma che presto Hitler illuderà di essere un unico protagonista: «Ora nessuno doveva più sentirsi in colpa perché non capiva cosa stesse succedendo o perché non partecipava – scrive Ralf Dahrendorf, nel testo che accompagna questa nuova traduzione. – Adesso c’era un ordine nel quale tutte le questioni venivano risolte. Ein Volk, ein Reich, ein Führer».
  kikka62 | Feb 14, 2020 |
Scritto in maniera "furba", avvincendo il lettore alla storia diciamo romantica dei due protagonisti, è moltissimo interessante per il periodo e per il luogo dove avvengono le vicende: i primi anni trenta del novecento, a Berlino. La coppia di innamorati scivola inesorabilmente da una situazione dignitosa seppur faticosa e mai tranquilla a una di grande difficoltà, a causa della perdita del lavoro di lui, che entra a far parte di quei sei milioni di disoccupati tedeschi. Il disfacimento della Repubblica di Weimar descritto in diretta, senza sapere come sarebbe andata a finire (il libro uscì nel 1932, prima dell'avvento del nazismo). ( )
  marcel.bergeret | Aug 30, 2013 |
E adesso, pover'uomo? narra la parabola discendente di Johannes, un piccolo impiegato che diventa commesso in un grande magazzino e poi perde il lavoro nella Berlino agli inizi degli anni '30. Nelle ultime pagine Johannes si toglie il colletto non più bianco e scopre con terrore di essere diventato un "escluso", una "macchia" nel tessuto sociale, per il quale non 'è più più speranza ("cose di una volta"). Quando il poliziotto lo spinge giù dal marciapiede , Johannes sogna per qualche attimo la rivoluzione, ma dimentica ben presto ed osa risalire sul marciapiede solo dopo un lungo cammino. La scena più straziante avviene nel giardino della baracca: "Ciuffetto" (la moglie) dopo aver cercato invano di ottenere una risposta da Johannes ritorna verso la casa con la consapevolezza che "tutto si riduce ad essere soli". Solo quando Johannes confessa di "non poter guardare in faccia qualcuno", Ciuffetto afferma "noi siamo ancora insieme" e riscopre "il vecchio amore che unisce la terra contaminata alle alte stelle". Il superamento della crisi è affidato al sentimento, la vita di coppia tradizionale diventa il baluardo ultimo contro la disperazione (e la rivoluzione) così come la pettiniera - acquista incautamente da Gianni e conservata nonostante tutto sino alla fine - assurge a simbolo della speranza e della (ri)-conquista della rispettabilità borghese.
Cosa accadrà a Gianni ed a Ciuffetto? Sopravviveranno in qualche modo o diventeranno i protagonisti di "Ognuno muore solo"? ( )
  Luisali | Dec 18, 2012 |
Riporto l'ottima recensione di Gabriella Alù del 4 dicembre 2008:
adesso, pover'uomo? di Hans Fallada è stato, un tempo, libro di grandissimo successo. Trasposto anche su grande e piccolo schermo, è stato poi ingiustamente un po' dimenticato ed ultimamente non era facile reperirlo nemmeno nella vecchia e ridotta edizione Mondadori.

Si tratta dunque, questa di Sellerio, di operazione editoriale degna di nota perchè oltre tutto il romanzo di Fallada, letto oggi, si rivela --- considerando tutto quello che sta succedendo a livello nazionale ed internazionale --- di una inquietante attualità.

Hans Fallada (1893-1947) si chiamava in realtà Rudolf Ditzen, ma quando decise di fare lo scrittore si scelse uno pseudonimo, e lo fece mettendo insieme i nomi di due personaggi tratti dalle fiabe dei fratelli Grimm.

Fallada è una delle figure di quel neorealismo tedesco (la Neue Sachlihkeit) del Novecento di cui fanno parte anche due importanti autori come Alfred Döblin (Berlin Alexanderplatz) ed Heinrich Mann (L'angelo azzurro).

Dopo aver esercitato i mestieri più disparati -- guardiano notturno, mercante di cereali, agente pubblicitario -- Fallada si lancia nel 1929 nel giornalismo. Si dedica poi esclusivamente alla narrativa scrivendo opere con cui disegna un quadro molto fedele della società tedesca della sua epoca.

Questo Kleiner Mann, was nun? (del 1932) è il suo secondo romanzo. Acuminato profilo della società tedesca fra le due guerre, gli garantisce una grande notorietà anche al di fuori dei confini tedeschi.

Il romanzo, scritto in quattro mesi --- dall'ottobre del 1931 al febbraio del 1932 --- viene dapprima pubblicato a puntate sul feuilleton di un quotidiano berlinese e poi pubblicato in volume in coincidenza dell'uscita dell'ultima puntata. Ottiene immediatamente un successo straordinario in Germania ma non solo. Viene subito tradotto e pubblicato da almeno altre dieci case editrici straniere. In Italia il libro è pubblicato nel 1933 da Mondadori con il titolo E adesso, pover'uomo?.

La vicenda narrativa di E adesso, pover'uomo? si svolge nell'arco temporale di circa due anni (primavera 1930 - inverno 1932) e dunque per i lettori del quotidiano il testo di Fallada costituiva effettivamente una descrizione "in presa diretta" della realtà tedesca. Una realtà contrassegnata dal vertiginoso aumento del numero dei disoccupati, che erano passati dai tre milioni del 1930 ai sei milioni del 1932.

Le date, a proposito di questo libro, sono importanti. Ricordiamoci infatti che in Germania il 27 febbraio 1933 viene incendiato il Reichstadt e che il 23 marzo 1933 Hitler ottiene i pieni poteri.

Il libro narra le vicissitudini di un giovane contabile tedesco, Johannes Pinnenberg, rappresentante della piccola borghesia onesta e laboriosa, che si ritrova avvinto nelle spirali della miseria a causa della grave crisi economica in cui versa il suo paese durante gli anni Venti e Trenta.

Il titolo è importante, perchè quello originale tedesco è Kleiner Mann e cioè letteralmente "piccolo uomo", "uomo qualunque", "uomo della strada".

Come sottolinea Dahrendorf, il protagonista del romanzo è un tipico esponente del concetto tedesco del das Volk, il popolo tedesco. Un concetto interclassista che non a caso il nazismo includerà nel motto "Ein Volk, ein Reich, ein Führer"

Un accenno alla trama.
Johannes Pinnenberg ed Emma Mörschel (Lämmchen, che in tedesco vuol dire "agnellino" è il vezzeggiativo con la quale viene chiamata) sono due ventenni che scoprono di aspettare un bambino. Molto innamorati, ottimisti, pieni di speranza, fiduciosi nelle loro capacità, decidono di sposarsi senza coinvolgere i rispettivi genitori, e vanno a vivere a Ducherow, dove Pinnenberg lavora come contabile. Il padrone della ditta, che aveva sperato di far sposare Pinnenberg con la propria figlia Maria lo licenzia però in tronco non appena scopre il matrimonio del giovane.

I due giovani non hanno altra scelta che quella di trasferirsi a Berlino, a casa della madre di lui, una donna avida e dal mestiere a dir poco ambiguo (tenutaria di bordello?).

Grazie all'aiuto dell'amante di lei Hans riesce comunque a trovare un impiego come commesso in un grande magazzino di abbigliamento. La paga è misera.


Berlino, 1930. Un negozio di abbigliamento

La competitività tra i commessi è spietata. La direzione dell'azienda ha infatti stabilito "quote" di vendita individuale che i commessi devono rispettare, pena il licenziamento. Si tratta della strategia aziendale che viene chiamata "obiettivi dei risultati".

I mesi in attesa della nascita del bambino trascorrono tra mille difficoltà economiche. La minaccia di un licenziamento dovuto alle continue riduzioni di personale ed alla crisi economica che travolge la Germania è sempre presente.

Molto belle le pagine in cui Hans e Lämmchen passano ore ad arrovellarsi facendo conti interminabili per cercare di far quadrare i conti con il magro stipendio di Pinnenberg e poter arrivare in qualche modo alla fine del mese.

La consapevolezza della precarietà, l'incubo della disoccupazione non abbandona un istante la coppia, che adesso si trova anche con un bambino piccolo da nutrire ed allevare.

"Oh perchè, pensa Lämmchen, non abbiamo un pochettino di soldi in più! Da non dover sempre stare in ansia a contare il centesimo! Sarebbe tutto così semplice, tutta la vita sembrerebbe diversa..."

Si tira avanti. Finchè un brutto giorno, bruscamente, Pinnenberg viene licenziato in tronco, senza preavviso. Da quel momento la giovane coppia può contare solo su un misero sussidio di disoccupazione.

Ha inizio una lunga via crucis fatta di umiliazioni e di lotte in una Berlino sempre più ostile e nella quale i nazisti diventano sempre più numerosi e violenti.


Dal film L'opera da tre soldi di Georg Wilhelm Pabst, Germania, 1931

E' l'inizio insomma di una implacabile discesa nei gradini della scala sociale.

Mentre Lämmschen si arrabatta per portar qualche soldo a casa -- adesso la famigliola si è ridotta ad abitare in una baracca a quaranta chilometri da Berlino -- cavandosi gli occhi anche per dieci ore al giorno a rammendare e far piccoli lavori di cucito nelle case delle ricche signore berlinesi (perchè di ricchi, a Berlino, ce ne sono ancora, eh) Pinnenberg si rende conto, ad un certo momento, di non esser più un "colletto bianco", ma di far parte di quella massa di sottoproletariato di cui in ogni momento è possibile calpestare impunemente la dignità.

"Con lui ognuno fa quel che vuole".

"E adesso, pover'uomo?". Come risponde a questa domanda il "piccolo uomo" Pinnenberg, l'apolitico Pinnenberg, che non ha mai saputo decidersi a stare esplicitamente nè dalla parte dei nazisti nè da quella dei comunisti, come risponde Pinnenberg il quale "no, lui non è un eroe, in nessun verso"?

Pinnenberg risponde con la fuga-rifugio nel privato.

"... che altro si può fare in una città che non vi riguarda, se non starsene a casa propria, con i propri affanni? Negozi in cui non si può comprare niente, cinema in cui non si può entrare, caffè per chi può pagare, musei per chi è vestito decentemente, alloggi per gli altri, istituzioni buone solo ad angariarvi -- no, Pinnenberg preferisce restarsene a casa sua."

Il tema del romanzo è molto duro, ma questa cronaca della vita quotidiana di un piccolo impiegato nella Germania al termine della Repubblica di Weimar che si deve confrontare con la disoccupazione e l'inesorabile degrado delle sue condizioni di vita è addolcita dall'amore che unisce la coppia e dal personaggio femminile di Emma (Lämmchen), la più forte e coraggiosa dei due. Lei non si dà mai per vinta ed è lei che, nonostante le prove che devono affrontare, non smette mai di sostenere il marito.

"Pinnenberg non è un duro, Pinnenberg è di pasta molle; se lo mettono sotto pressione, perde la sua forma, si disfa, diventa un niente, poltiglia"

Si, forse in alcuni momenti quest'amore appare troppo idealizzato, ma serve a fare da contraltare alle durissime condizioni del "fuori", del contesto.

"Oh, Lämmchen, dice Pinnenberg, stringendola forte " Oh, Lämmchen, mormora, C'è di che aver paura. E noi siamo così soli.
E Lämmchen annuisce lentamente con la testa e gli dice sottovoce: "Ma noi siamo insieme, noi due".

Fallada descrive con realismo e precisione una coppia giovane, onesta, lavoratrice e perbene in caduta libera verso la povertà. A poco a poco, Hans ed Emma Pinnenberg si ritrovano ad aver sempre meno fiducia e speranze nei confronti di questa Germania degli anni '30. La crisi economica li travolge nella sua spirale infernale senza più lasciar loro se non il loro amore reciproco.

Il romanzo descrive narrativamente il fenomeno della proletarizzazione dei ceti medi, descrive quel mondo degli impiegati analizzato con altri strumenti (quelli della saggistica) da Siegfried Krakauer che per primo, nel suo libro intitolato Gli impiegati pubblicato a Francoforte nel 1930 adopera il termine, poi divenuto celebre, di "colletti bianchi".

Passando in mezzo agli operai disoccupati che oziano in un giardino pubblico, Pinnenberg pensa: "Solo questi sono i miei simili, questi qui. E' vero che mi danno del bellimbusto e mi chiamano colletto duro, ma è roba passeggera. Lo so meglio di chiunque altro, quanto contino queste cose. Oggi, soltanto oggi, ho ancora una paga, ma domani, oh, domani mi toccherà il sussidio"

I lettori del feuilleton berlinese che leggevano avidamente le puntate di Kleiner Mann, was nun? si ritrovavano profondamente coinvolti e identificati in una narrazione che metteva insieme una commovente storia d'amore e un cupo dramma sul "fantasma della povertà".

Non a caso Beniamino Placido conclude un suo articolo del 1977 su La Repubblica dedicato al romanzo di Fallada intitolato "Una coppia di agnellini o due nazisti?" scrivendo:

"Non ce la faranno ad arrivare alla fine del mese. E' molto brutto dover fare i conti di casa entro limiti così soffocanti. Brutto e foriero di brutti pensieri. Quindi i nervosismi. Forse i nazismi".

Dicevo, all'inizio, che il romanzo di Fallada mi sembra di un'attualità addirittura inquietante.

Da parte sua Mario Rubino, il curatore di questo volume Sellerio, conclude la sua postfazione ricordando un brano della presentazione del romanzo nella seconda di copertina dell'edizione del 1933 in cui c'era scritto:

"In un mondo nel quale si possono contare circa venti milioni di disoccupati e in un paese dove la gioventù che esce dalle scuole si vede sbarrata ogni via e ogni occupazione proficua, la storia di un disoccupato diventa quasi simbolica e ci interessa di per sé".

Nel 1934 dal romanzo di Fallada venne tratto il film Little Man, What Now?. Il film, per la regia di Frank Borzage e con Margaret Sullavan e Douglas Montgomery attori protagonisti ebbe molto successo. (La scheda su imdb >>)


Margaret Sullavan (Lämmchen) e Douglas Montgomery (Hans Pinnenberg)


Margaret Sullavan ((Lämmchen)

In Italia, nel 1960, del romanzo venne realizzata per la Rai una versione dal titolo Tutto da rifare pover'uomo. La regia era di Eros Macchi, gli interpreti protagonisti Ferruccio De Ceresa e Carla Del Poggio. Nel cast, anche Laura Betti, Lando Buzzanca, Renzo Palmer, Paolo Poli (La scheda su imdb >> ) ( )
  pecs | Dec 4, 2008 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Fallada, HansAutoreautore primariotutte le edizioniconfermato
Øverland, ArnulfTraduttoreautore secondariotutte le edizioniconfermato
Bausch-Lilliehöök, GerdTraduttoreautore secondariotutte le edizioniconfermato
Bennett, SusanTraduttoreautore secondariotutte le edizioniconfermato
Braun, SomaTraduttoreautore secondariotutte le edizioniconfermato
Chiusano, Italo Alighieroautore secondariotutte le edizioniconfermato
Heise, SonjaTraduttoreautore secondariotutte le edizioniconfermato
Monton, RamonTraduttoreautore secondariotutte le edizioniconfermato
Ravel, BrunoTraduttoreautore secondariotutte le edizioniconfermato
Reardon, RoyA cura diautore secondariotutte le edizioniconfermato
Revel, BrunoTraduttoreautore secondariotutte le edizioniconfermato
Rost, NicoTraduttoreautore secondariotutte le edizioniconfermato
Sutton, EricTraduttoreautore secondariotutte le edizioniconfermato
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'He walked slowly on. There were the law-courts and there were the cells. Perhaps there were other tormented souls behind those lightless barred windows. You ought to know about such things; perhaps life would be easier if you did. But you were so terribly ignorant. You went on your way ,thinking your own thoughts, horribly alone, and on an evening like this you didn't know where to go.
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Il contabile Johannes Pinneberg e la sua fidanzata, la commessa Emma "L©Þmmchen" M©œrschel, si sposano quando scoprono che ©· incinta di due mesi. Quasi immediatamente Pinneberg viene licenziato e deve trovare un nuovo lavoro nel bel mezzo della crisi economica. La spregevole madre di Pinneberg, Mia, una tenutaria di locali notturni a Berlino, viene in soccorso trovando a suo figlio un lavoro come venditore nel grande magazzino berlinese Mandels. Tuttavia, Pinneberg ©· sotto forte pressione perch©♭ il capo, Spannfuss, introduce una quota mensile da raggiungere per tutti i venditori, pena il licenziamento. Questo porta ad una forte concorrenza tra i colleghi. Quando nasce il bambino, i soldi diventano di nuovo scarsi perch©♭ il rimborso dell'assicurazione sanitaria tarda ad arrivare. Dopo un anno Pinneberg rende di meno nel suo lavoro da Mandels. Riceve molti avvertimenti a causa dei suoi ritardi ed ©· molto indietro con la sua quota di vendite mensile. Prega l'attore cinematografico Franz Schl©ơter, che si aggira nel negozio, di comprare qualcosa da lui. L'attore si rifiuta e si lamenta con il responsabile del comportamento di Pinneberg, e Pinneberg viene prontamente licenziato. Nel novembre 1932 la famigliola si trasferisce illegalmente nella casa estiva di un ex collega di Pinneberg, 40 km a est di Berlino. Nonostante Pinneberg sia disoccupato da 14 mesi, sua moglie gli proibisce di rubare carbone; da parte sua, invece, rammenda calzini e confeziona abiti per le famiglie locali per guadagnare un po'. Uno dei viaggi di Pinneberg a Berlino finisce con un fiasco, poich©♭ Pinneberg, con il suo aspetto trasandato, viene cacciato via dalla Friedrichstrasse dalla polizia. La coppia si rende conto che il buon amore vecchio stile ©· tutto ci©ø che conta.

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