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Sto caricando le informazioni... Lezione di tedesco (1968)di Siegfried Lenz
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"Siggi Jepsen, incarcerated as a juvenile delinquent, is one day assigned to write a routine German lesson on the "The Joys of Duty." Overfamiliar with these "joys," Siggi sets down his life since 1943, a decade earlier, when as a boy he watched his father, constable of the northernmost police station in Germany, doggedly carry out orders from Berlin to stop a well-known Expressionist, their neighbor, from painting and to seize all his "degenerate" work. Soon Siggi is stealing the paintings to keep them safe from his father. Against the great brooding northern landscape. Siggi recounts the clash of father and son, of duty and personal loyalty, in wartime Germany. "I was trying to find out," Lenz says, "where the joys of duty could lead a people".--Goodreads Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)833.914Literature German literature and literatures of related languages German fiction Modern period (1900-) 1900-1990 1945-1990Classificazione LCVotoMedia:
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1954. Siggi Jepsen è il minore dei tre figli di Jens e Gudrun Jepsen. E’ rinchiuso in una casa di correzione su un’isola nell’Elba, dalle finestre della quale si vede la periferia di Amburgo. Un giorno riceve dal professore di tedesco, assieme ai suoi compagni di classe, il titolo di un tema da svolgere: Le gioie del dovere. Consegna il foglio in bianco ma la sua non è insubordinazione: semplicemente, non sa da che parte iniziare. Quel titolo spalanca dentro di lui l’intera sua vita ed è troppo quello che avrebbe da dire, ciò cui dovrebbe dare una forma. Viene punito: dovrà restare chiuso in cella fino a quando non avrà finito il suo tema. Nel silenzio e nella solitudine Siggi riflette, mette ordine ai propri pensieri e inizia a scrivere, riempie quaderni su quaderni e chiede che quel fiume in piena non sia interrotto, chiede di poter essere lasciato in cella a ricordare e scrivere.
E racconta di Rugbüll, villaggio vicino alle dune e alla diga, racconta del vento e dei gabbiani, racconta del mare nero che mugghia. Racconta di Max Ludwig Nensen, pittore che possiede la segreta magia del colore e che sa vedere oltre l’apparenza delle cose, e di Jens Ole Jepsen, suo amico d’infanzia, che gli trasmette l’ordine giunto da Berlino di non dipingere mai più. Si può chiedere a un pittore di non dipingere, a un poeta di non creare poesie, a uno scrittore di non scrivere? Si può chiedere a Jens Ole Jepsen, guardia della polizia distrettuale di Rugbüll, di non rispettare un ordine ricevuto in nome di un’antica amicizia? Siggi è un piccolo bambino che segue curioso e meravigliato la nascita dei capolavori dello “zio Max” e che da lui impara il segreto dei quadri invisibili, mentre il padre pervicacemente indaga e sorveglia e tiene d’occhio il pittore degenerato perché l’ordine sia rispettato e il proprio dovere sia compiuto.
Siggi racconta di Klaas, il suo fratello maggiore partito per la guerra ed arrestato per essersi mutilato allo scopo di sfuggire il macello del fronte russo. Racconta di come Klaas sia tornato di nascosto a Rugbüll e sia stato ferito durante un’incursione aerea e di come Jens Ole Jepsen, guardia della polizia distrettuale di Rugbüll, e sua moglie Gudrun Jepsen l’abbiano consegnato all’ospedale e quindi al carcere e forse alla condanna a morte.
Siggi racconta dell’incendio del suo mulino abbandonato, del padre che brucia i dipinti di Nansen, di come lui ha capito che il suo compito era di salvare quei quadri.
Di come ha capito che il dovere, a volte, è quello di disobbedire.
Siegfried (non Siegfreied come è scritto sulla costa del libro, che gaffe Neri Pozza!) Lenz ha pubblicato Lezione di tedesco nel 1968. La figura del pittore espressionista Max Ludwig Nensen si ispira palesemente a quella di Emil Nolde, cui parimenti il regime nazista impedì di dipingere e che visse e morì a Seebüll, più o meno là dove il romanzo colloca la fittizia Rugbüll.
Belli o brutti, ci sono libri che passano senza lasciare segno o quasi; ce ne sono altri invece che in qualche modo ci fanno capire di aver segnato una tappa nel nostro personale percorso di crescita. Ecco, per quanto mi riguarda Lezione di tedesco è uno di questi ultimi, uno di quei pochi che di sicuro dovrò prima o poi riprendere in mano. Raccomandato con tutto il cuore. ( )