Edmund White in una brillante contaminazione di generi letterari, il romanzo, il diario, l’autobiografia, racconta l’esistenza di un adolescente americano di buona famiglia. Un ragazzo che appartiene alla buona borghesia e che fa a pieno titolo della società opulenta e consumistica degli States degli anni Cinquanta. I genitori sono divorziati, il padre è un imprenditore di successo burbero nei toni ed emotivamente distaccato, la madre una donna perennemente alla ricerca dell’amore impossibile. L’elemento che caratterizza questo romanzo, avendolo per certi versi fatto diventare un simbolo, è la scoperta dell’omosessualità del ragazzo, l’intero percorso di crescita del protagonista è, infatti, scandito dalla sua sessualità, sempre nel guado tra la trasgressione ed il senso di colpa. Ma l’elemento di forza di questo romanzo è sicuramente il ritmo narrativo, discorsivo e fluido ma solido come nella letteratura di buona fattura. Un libro importante nell’ambito della letteratura statunitense degli ultimi cinquanta anni. ( )

L'infanzia e la prima adolescenza del protagonista (White stesso) sono tratteggiate con perizia e profondità psicologica. Personaggio e sfondo sono ugualmente ben illuminati da una prosa ricca di immagini poetiche. Tema centrale la formazione dell'orientamento omosessuale del protagonista in un'America degli anni '50 crogiolo di puritanesimo e pulsioni private alla trasgressione. Qualche insistenza di troppo nella descrizione degli stati d'animo. ( )