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Sto caricando le informazioni... Il paradiso degli orchi (1985)di Daniel Pennac
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Un eroe, Malaussène, che come lavoro fa il "capro espiatorio". Una famiglia disneyana, senza mamme e babbi, con fratellini geniali, sorelle sensitive, una "zia" maschio protettrice di vecchietti, ladri e travestiti brasiliani, una "zia" femmina super-sexy, ritratto irresistibile del giornalismo alla "Actuel", una misteriosa guardia notturna serba, un cane epilettico. Questa esilarante banda di personaggi indaga su una serie di oscuri attentati, sull'orrore nascosto nel Tempio del benessere, un Grande Magazzino dove scoppiano bombe tra i giocattoli e un Babbo Natale assassino aspetta la prossima vittima. Un'altalena tra divertimento e suspence, tra una Parigi da Misteri di Sue e una Parigi post-moderna dove proliferano i piccoli e grandi "orchi" che qualcuno crede estinti. Degli orchi si può ridere o si può tremare. Uno scrittore d'invenzione, un talento fuori delle scuole come Pennac, non ha certo paura di affrontarli con l'arma che lui stesso così definisce nel libro: 'l'umorismo, irriducibile espressione dell'etica'." (Stefano Benni) Primo romanzo del ciclo di Malaussene, l'omonima simpatica famiglia di cui fa parte il protagonista Benjamin, simpatico e stravagante. Ambientato nel quartiere di Belleville a Parigi la storia tragicomica è narrata con la straordinaria leggerezza di Pennac che rende del tutto originale questa detective story comica. "Dopo ci sono tornata, ma era tutto finito: C'era l'erezione realista-socialista, Il coito stakanovista." Un libro iperrealista: il tempio del Consumismo trasformato nel palcoscenico di piccole e grandi crudeltà. I personaggi sono un mosaico assolutamente caotico - divinatrici, fotografe ladre, capri espiatori, vecchietti tuttofare, assassini dinamitardi - ma Pennac li tiene tutti insieme in un mondo surreale che assomiglia molto a quello vero. Ben e Theo, Clara e Therese, Julia e Julius: godeteveli tutti! http://lettureedintorni.blogspot.it/2014/03/il-paradiso-degli-orchi-daniel-penna... "La voce femminile si diffone dall'altoparlante, leggera e piena di promesse come un velo da sposa. - Il signor Malaussène è desiderato all'Ufficio Reclami." Eccolo qui Benjamin Malaussène, impiegato presso il Grande Magazzino con la funzione di capro espiatorio; nella vita privata, invece, è il fratello maggiore di una stramba brigata, 3 sorelle - una incinta di due gemelli, una divinatrice e un'altra che vive dietro l'obbiettivo di una vecchia Leica - e 2 fratelli - un adolescente in tutta la sua esuberanza adolescenziale e un piccolo attirato dall'orrido-, padre non pervenuto, madre assente, cane epilettico. Che romanzo strano è questo di Pennac. Il primo della serie di Malaussène. E' un giallo, ma non solo, è anche una saga familiare, un circo e una denuncia della società. Ma soprattutto è un libro molto divertente, che si legge con piacere e che sorprende per le sue trovate narrative e per la sua scrittura così semplice, ma così precisa e visiva. Sembra di vederlo muoversi questo romanzo: l'azione è descritta con tale evidenza che ti aspetti di sentirla scoppiare anche tu quella bomba e i personaggi diventano subito reali, escono dal libro e ti accompagnano nella tua routine giornaliera. Guardate già solo l'incipit: si descrive una voce, "leggera e piena di promesse come un velo da sposa". Non è bellissimo?! Secondo me lo è. Sono stata trascinata dentro questo romanzo, l'ho letto in un paio di giorni e penso che a breve seguiranno gli altri della serie. Dovrei leggerli in francese, ma... il mio francese ormai è piuttosto arrugginito e io sono pigra. In breve questa è la storia: nel grande magazzino in cui lavora Benjamin Malaussène iniziano a scoppiare delle bombe, Malaussène si ritrova coinvolto nelle indagni che lo porteranno a passare da indiziato a collaboratore della polizia. Chi è il bombarolo? Perché vuole incastrare Malaussène? La verità è più inquietante del prevedibile, o, per dirla con Pennac, "Se davvero volete sognare, svegliatevi." Le citazioni sono tratte da Il paradiso degli orchi, Daniel Pennac, Feltrinelli 1994. nessuna recensione | aggiungi una recensione
Appartiene alle SerieMalaussène (1) Appartiene alle Collane EditorialiGallimard, Folio (1972) Gallimard, Série noire (2004) rororo thriller (3179) È contenuto inMenzioniElenchi di rilievo
Pathetic, contrite and hapless, Benjamin is nonetheless the scapegoat at The Store: there is nothing for which he cannot be blamed. While his blunders remain minor, most of his unwitting victims can find it in their hearts to forgive him, but when violent explosions begin to follow him around, he inevitably becomes the prime suspect. With his girlfriend Julie by his side, Benjamin thrusts himself into uncovering the mystery, delving deep into underground Paris and pursuing the truth through a maze of bizarre criminality and oppressive shadows. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)843.914Literature French French fiction Modern Period 20th Century 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:
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Dalle mie lettura da bambina avevo un ottimo ricordo di questo scrittore grazie a L’occhio del lupo, quindi, sebbene non mi aspettasi niente di alto, speravo almeno di divertirmi un po’. Invece, sono uscita da questa lettura molto frastornata e il mio senso critico si sta ancora chiedendo se le alte temperature l’hanno distratto tanto da non aver capito un tubo de Il paradiso degli orchi, oppure se si è trovato davanti a duecento pagine di letteratura-che-avrebbe-tanto-voluto-volare-alto.
Pensa che ti ripensa, sono propensa a dare un giudizio di mezzo. La storia non è male e desta la curiosità del lettore: ci sono questi strani attentati nel Centro Commerciali, lo strambo signor Malaussène con un lavoro ancora più strambo e personaggi di contorno che sono un super concentrato di stramberia.
Tutta questa eccentricità avrebbe voluto trovare un corrispettivo nella forma, che però è fatta di sapori disarmonici e finisce per dare alla storia l’aspetto di una roba scritta alla cazzo di cane e di simil-sperimentazione, che vorrebbe tanto essere intellettuale, ma sembra tanto inconsistente.
In effetti, mi è rimasto molto poco de Il paradiso degli orchi: sto già iniziando a dimenticarlo. Quindi non so se proseguirò la saga – ma mi sa che mi tocca, perché tempo fa mi sono stati regalati il volume due e quattro (aaah, la gioia di quando i non-lettori ti regalano i libri di mezzo delle saghe non ha prezzo e per tutto il resto c’è Mastercard, con la quale spesso ti tocca sopperire alla loro disattenzione). ( )