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Sto caricando le informazioni... Half a Life: A Novel (originale 2001; edizione 2002)di V. S. Naipaul (Autore)
Informazioni sull'operaLa metà di una vita di V. S. Naipaul (2001)
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''Half a Life,'' the fierce new novel by V. S. Naipaul, the new Nobel laureate, is one of those rare books that stands as both a small masterpiece in its own right and as a potent distillation of the author's work to date, a book that recapitulates all his themes of exile, postcolonial confusion, third world angst, and filial love and rebellion while recounting with uncommon elegance and acerbity the story of the coming of age of its hero, Willie Chandran. Ha come guida per lo studentePremi e riconoscimentiMenzioni
In a narrative that moves with dreamlike swiftness from India to England to Africa, Nobel Laureate V. S. Naipaul has produced his finest novel to date, a bleakly resonant study of the fraudulent bargains that make up an identity. The son of a Brahmin ascetic and his lower-caste wife, Willie Chandran grows up sensing the hollowness at the core of his father's self-denial and vowing to live more authentically. That search takes him to the immigrant and literary bohemias of 1950s London, to a facile and unsatisfying career as a writer, and at last to a decaying Portuguese colony in East Africa, where he finds a happiness he will then be compelled to betray. Brilliantly orchestrated, at once elegiac and devastating in its portraits of colonial grandeur and pretension, Half a Life represents the pinnacle of Naipaul's career. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)823.914Literature English & Old English literatures English fiction Modern Period 1901-1999 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:
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Poteva, e forse voleva, essere il grande romanzo della decolonizzazione, con la sua ambientazione parte in India, parte a Londra e parte nell’Africa orientale portoghese (ma perché poi non chiamarla mai Mozambico?). Se questa era l’intenzione è stata disattesa. Il libro è un’ accozzaglia di fatti e di personaggi senza spessore. Non c’è alcun tentativo di approfondimento né sul piano storico né su quello psicologico. La scrittura è talmente sciatta da dare l’impressione di una stesura frettolosa e quasi controvoglia. E’ tutto buttato lì, alla rinfusa. Altro che “fredda lama del suo stile che non concede niente al superfluo” come recita la quarta di copertina: forse non c’è il superfluo, ma non c’è nemmeno il necessario. Il mio giudizio è severo perché da un premio Nobel per la letteratura credo sia legittimo aspettarsi, e anche pretendere, ben di più di un libro raffazzonato e pasticciato.
Naipaul non mi ha mai suscitato molta simpatia come uomo per i suoi noti comportamenti intemperanti e per il gratuito disprezzo ostentato nei confronti di altri scrittori, specie più giovani, che lo hanno invece trattato con il dovuto rispetto. Nell’affrontare questo libro ho cercato di mettere da parte le pregiudiziali e di valutare solo il testo per quello che è. A lettura conclusa all’ avversione per l’uomo si è si è aggiunta anche quella per lo scrittore. Un gran risultato, non c’è che dire. ( )