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Sto caricando le informazioni... Va' dove ti porta il cuore (1994)di Susanna Tamaro
Italian Literature (276) Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Olga è nell'età in cui si fanno bilanci. Malata, sente il bisogno di raccontarsi, di ripercorrere la sua giovinezza, il suo matrimonio infelice e le vicende che hanno condotto sua figlia Ilaria a una morte precoce. Ha così inizio la sua lunga confessione alla nipote. E nel gesto della scrittura Olga ritrova finalmente il senso della propria esistenza e della propria identità. “Lottare per un’idea senza avere un’idea di sé è una delle cose più pericolose che si possa fare” Oltre vent’anni prima di leggerlo, alla fine ce l’ho fatta… Avevo in mente di procedere anche a una sorta di revisionismo teso a rivalutare la critica di questo romanzo dall’alto della mia esperienza di letture controverse (ah ah). Ma non c’è stato nulla da fare, secondo me questo è un libro da vietare ai maggiori di una certa età; sì, perché dopo un preciso periodo della vita credo che leggerlo sia inutile, il suo target è quello dell’età della ragazza a cui è destinata la lettera. L’intenzione di base è buona ed è quella che ha decretato il successo mondiale di questo libro, ma con l’avanzare dell’età l’aura che lo circonda si dissolve mostrando così tutti i suoi limiti. Per essere un romanzo la storia mi è sembrata eccessivamente… romanzata con qualche forzatura di troppo e qualche trovata che, almeno in un caso, mi è sembrata veramente di pessimo gusto. Mi fermo qui, con il massimo rispetto per chi su questo libro ci ha ricamato bei sogni e che all’inizio stava prendendo anche me, per fortuna che il mio di cuore ha smesso già da un bel pezzo di darmi suggerimenti, compromesso raggiunto con lui dopo che ho accettato l’ultimo... di smettere di fumare… P.S. Intanto proseguo nel tentativo di rivalutazione critica di altri testi altrettanto controversi… Va' dove ti porta il cuore, uno dei piu straordinari casi letterari degli anni Novanta, che ha appassionato lettrici e lettori di ogni eta, racconta una storia forte e umanissima in forma di lunga lettera - scandita come un diario - di una donna anziana alla giovane nipote lontana. E una lettera di amore e allo stesso tempo una pacata ma appassionata confessione a cuore aperto di un'intera vita che nel gesto della scrittura ritrova finalmente il senso della propria esperienza e della propria identita. Un romanzo di alto valore poetico, un viaggio alla ricerca di cio che piu veramente ci appartiene e ci distingue. "Va' dove ti porta il cuore" è la lunga lettera che nonna Olga lascia alla nipote, partita per l'America in preda alle paturnie dell'adolescenza. Lo scudo impenetrabile dietro il quale la ragazza si è barricata le impedisce ogni confronto sereno con la nonna, che l'ha cresciuta dopo la morte di sua madre. Ma proprio quando questo stato di perenne tensione la porta lontano da casa, Olga scopre di essere malata. Avendo promesso alla nipote di non chiamarla durante la sua assenza, decide di scriverle una lettera, e di aprirle il suo cuore. Una lettura che rincuora, appassiona, emoziona. Per tutti coloro che "hanno perso il loro centro", proprio come la nipote lontana, e che forse con le parole di nonna Olga avranno qualche piccolo consiglio per ritrovarsi. nessuna recensione | aggiungi una recensione
Appartiene alle Collane Editorialidetebe (23030) Premi e riconoscimentiElenchi di rilievo
“Quando davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e va\U+2019\ dove lui ti porta.” Uno dei più straordinari casi letterari degli anni Novanta, che ha emozionato lettrici e lettori di ogni età, con una storia forte e umanissima in forma di lunga lettera che una donna anziana scrive alla giovane nipote lontana. Olga è nell\U+2019\età in cui si fanno bilanci. Malata, sente il bisogno di raccontarsi, di ripercorrere la sua giovinezza, il suo matrimonio infelice e le vicende che hanno condotto sua figlia Ilaria a una morte precoce. Ha così inizio la sua lunga confessione alla nipote. E nel gesto della scrittura, pacata ma allo stesso tempo intensa e commovente, Olga ritrova finalmente il senso della propria esistenza e della propria identità. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)853.914Literature Italian Italian fiction 1900- 20th Century 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:
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Una nonna scrive alla nipote lontana, che ha allevato ma con cui non è più in buoni rapporti, e le parla di famiglia, di affetti, di contrasti, di ricordi, di cosa fare della propria vita. Questa donna, ormai anziana, ha avuto una vita poco felice e anzi segnata da errori e disgrazie, e solo in età avanzata è riuscita a raggiungere un certo grado di serenità e di equilibrio. E alla nipote scrive le sue osservazioni e riflessioni, un po' per tentare di ristabilire un contatto con lei, un po' per trasmetterle qualcosa della sua esperienza (parlare di saggezza mi sembra eccessivo). Ciò che racconta suggerisce che le sole cose importanti della vita sono la famiglia, gli affetti, l'amore, la sincerità, la spontaneità, un pizzico di spiritualità, e quello che è al di fuori di questa piccola cerchia si può anche ignorare: ecco perché "intimista" mi è parsa una buona caratterizzazione di questo romanzo. Però un ideale di vita così limitato al proprio piccolo spazio domestico, alle proprie piccole cose, senza nessuna proiezione all'esterno, mi sembra un po' troppo dimesso e angusto, se non addirittura soffocante.
Il punto di vista si sposta continuamente dal presente a vari momenti del passato; le vicende che hanno coinvolto Olga e i suoi familiari vengono rivelate a poco a poco; lo stile è semplice, ma non piatto (e d'altra parte uno stile elaborato o formale qui sarebbe stonato e non credibile); il tono ha calore e affetto, ma smorzati da pacatezza e distacco (che potrebbero certamente essere frutto dell'età). Una storia così rischia di scivolare nello strappalacrime o nello sdolcinato, ma questa non lo fa, e si mantiene in equilibrio tra questi due eccessi, salvo che un po' nel finale. Però nel complesso mi è parsa un po' troppo sentimentale e "buonista", persino irrazionalista, qua e là anche un po' banale, e priva di profondità. La protagonista è una donna comune a cui sono capitate cose che possono capitare a tutti, e che fa riflessioni alla portata di tutti, senza nessun intellettualismo, e questo lo rende un romanzo in cui molti lettori e lettrici si possono ritrovare (come prova anche il successo che ha avuto). Ma mi pare di qualità non eccelsa e comunque non molto di mio gusto. ( )