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Va' dove ti porta il cuore (1994)

di Susanna Tamaro

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1,6073611,008 (3.38)3
“Quando davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e va\U+2019\ dove lui ti porta.” Uno dei più straordinari casi letterari degli anni Novanta, che ha emozionato lettrici e lettori di ogni età, con una storia forte e umanissima in forma di lunga lettera che una donna anziana scrive alla giovane nipote lontana. Olga è nell\U+2019\età in cui si fanno bilanci. Malata, sente il bisogno di raccontarsi, di ripercorrere la sua giovinezza, il suo matrimonio infelice e le vicende che hanno condotto sua figlia Ilaria a una morte precoce. Ha così inizio la sua lunga confessione alla nipote. E nel gesto della scrittura, pacata ma allo stesso tempo intensa e commovente, Olga ritrova finalmente il senso della propria esistenza e della propria identità.… (altro)
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A un certo punto Olga, la protagonista-voce narrante, si sente rimproverare dalla figlia di fare "chiacchiere intimiste e piccolo borghesi". Potrebbe essere un punto di vista legittimo su questo libro, ma forse sarebbe un giudizio un po' troppo severo e sprezzante (e chissà se da parte dell'autrice c'è un pizzico di autoironia in quella frase). Ma descriverlo come un libro "intimista" mi pare esatto.
Una nonna scrive alla nipote lontana, che ha allevato ma con cui non è più in buoni rapporti, e le parla di famiglia, di affetti, di contrasti, di ricordi, di cosa fare della propria vita. Questa donna, ormai anziana, ha avuto una vita poco felice e anzi segnata da errori e disgrazie, e solo in età avanzata è riuscita a raggiungere un certo grado di serenità e di equilibrio. E alla nipote scrive le sue osservazioni e riflessioni, un po' per tentare di ristabilire un contatto con lei, un po' per trasmetterle qualcosa della sua esperienza (parlare di saggezza mi sembra eccessivo). Ciò che racconta suggerisce che le sole cose importanti della vita sono la famiglia, gli affetti, l'amore, la sincerità, la spontaneità, un pizzico di spiritualità, e quello che è al di fuori di questa piccola cerchia si può anche ignorare: ecco perché "intimista" mi è parsa una buona caratterizzazione di questo romanzo. Però un ideale di vita così limitato al proprio piccolo spazio domestico, alle proprie piccole cose, senza nessuna proiezione all'esterno, mi sembra un po' troppo dimesso e angusto, se non addirittura soffocante.
Il punto di vista si sposta continuamente dal presente a vari momenti del passato; le vicende che hanno coinvolto Olga e i suoi familiari vengono rivelate a poco a poco; lo stile è semplice, ma non piatto (e d'altra parte uno stile elaborato o formale qui sarebbe stonato e non credibile); il tono ha calore e affetto, ma smorzati da pacatezza e distacco (che potrebbero certamente essere frutto dell'età). Una storia così rischia di scivolare nello strappalacrime o nello sdolcinato, ma questa non lo fa, e si mantiene in equilibrio tra questi due eccessi, salvo che un po' nel finale. Però nel complesso mi è parsa un po' troppo sentimentale e "buonista", persino irrazionalista, qua e là anche un po' banale, e priva di profondità. La protagonista è una donna comune a cui sono capitate cose che possono capitare a tutti, e che fa riflessioni alla portata di tutti, senza nessun intellettualismo, e questo lo rende un romanzo in cui molti lettori e lettrici si possono ritrovare (come prova anche il successo che ha avuto). Ma mi pare di qualità non eccelsa e comunque non molto di mio gusto. ( )
  Oct326 | Jan 4, 2020 |
Olga è nell'età in cui si fanno bilanci. Malata, sente il bisogno di raccontarsi, di ripercorrere la sua giovinezza, il suo matrimonio infelice e le vicende che hanno condotto sua figlia Ilaria a una morte precoce. Ha così inizio la sua lunga confessione alla nipote. E nel gesto della scrittura Olga ritrova finalmente il senso della propria esistenza e della propria identità. ( )
  BiblioLorenzoLodi | Dec 8, 2019 |
“Lottare per un’idea senza avere un’idea di sé è una delle cose più pericolose che si possa fare”

Oltre vent’anni prima di leggerlo, alla fine ce l’ho fatta… Avevo in mente di procedere anche a una sorta di revisionismo teso a rivalutare la critica di questo romanzo dall’alto della mia esperienza di letture controverse (ah ah). Ma non c’è stato nulla da fare, secondo me questo è un libro da vietare ai maggiori di una certa età; sì, perché dopo un preciso periodo della vita credo che leggerlo sia inutile, il suo target è quello dell’età della ragazza a cui è destinata la lettera. L’intenzione di base è buona ed è quella che ha decretato il successo mondiale di questo libro, ma con l’avanzare dell’età l’aura che lo circonda si dissolve mostrando così tutti i suoi limiti. Per essere un romanzo la storia mi è sembrata eccessivamente… romanzata con qualche forzatura di troppo e qualche trovata che, almeno in un caso, mi è sembrata veramente di pessimo gusto. Mi fermo qui, con il massimo rispetto per chi su questo libro ci ha ricamato bei sogni e che all’inizio stava prendendo anche me, per fortuna che il mio di cuore ha smesso già da un bel pezzo di darmi suggerimenti, compromesso raggiunto con lui dopo che ho accettato l’ultimo... di smettere di fumare… P.S. Intanto proseguo nel tentativo di rivalutazione critica di altri testi altrettanto controversi… ( )
  barocco | Nov 5, 2017 |
È un libro che mi ha appassionato e mi ha emozionato molto. ( )
  mariabonacasa | Feb 19, 2017 |
Va' dove ti porta il cuore, uno dei piu straordinari casi letterari degli anni Novanta, che ha appassionato lettrici e lettori di ogni eta, racconta una storia forte e umanissima in forma di lunga lettera - scandita come un diario - di una donna anziana alla giovane nipote lontana. E una lettera di amore e allo stesso tempo una pacata ma appassionata confessione a cuore aperto di un'intera vita che nel gesto della scrittura ritrova finalmente il senso della propria esperienza e della propria identita. Un romanzo di alto valore poetico, un viaggio alla ricerca di cio che piu veramente ci appartiene e ci distingue.
"Va' dove ti porta il cuore" è la lunga lettera che nonna Olga lascia alla nipote, partita per l'America in preda alle paturnie dell'adolescenza. Lo scudo impenetrabile dietro il quale la ragazza si è barricata le impedisce ogni confronto sereno con la nonna, che l'ha cresciuta dopo la morte di sua madre. Ma proprio quando questo stato di perenne tensione la porta lontano da casa, Olga scopre di essere malata. Avendo promesso alla nipote di non chiamarla durante la sua assenza, decide di scriverle una lettera, e di aprirle il suo cuore. Una lettura che rincuora, appassiona, emoziona. Per tutti coloro che "hanno perso il loro centro", proprio come la nipote lontana, e che forse con le parole di nonna Olga avranno qualche piccolo consiglio per ritrovarsi.
  Cerberoz | Apr 28, 2012 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Susanna Tamaroautore primariotutte le edizionicalcolato
Bardoni, AvrilTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Cullen, JohnTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Lancini, BeatriceImmagine di copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Pflug, MajaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Pozzoli, MargueriteTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Steenbeek, RositaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
Film correlati
Epigrafe
O Shiva, che cos'è la tua realtà?
Che cos'è quest'universo colmo di stupore?
Che cosa forma il seme?
Chi fa da mozzo alla ruota dell'universo?
Che cos'è questa vita al di là della forma che pervade le forme?
Come possiamo entrarvi pienamente, al di sopra dello spazio e del tempo, dei nomi e dei connotati?
Chiarisci i miei dubbi!
Da un testo sacro dello shivaismo kashmiro
Dedica
A Pietro
Incipit
Opicina, 16 novembre 1992
Sei partita da due mesi e da due mesi, a parte una cartolina nella quale mi comunicavi di essere ancora viva, non ho tue notizie. Questa mattina, in giardino, mi sono fermata a lungo davanti alla tua rosa.
Citazioni
Dati dalle informazioni generali inglesi. Modifica per tradurlo nella tua lingua.
“Und wenn sich dann viele verschiedene Wege vor dir auftun, und du nicht weißt, welchen du einschlagen sollst, dann überlasse es nicht dem Zufall, sondern setz dich hin und warte. Atme so tief und vertrauensvoll, wie du an dem Tag geatmet hast, als du auf die Welt kamst, lass dich von nichts ablenken, warte, warte noch ein wenig. Lausche still und schweigend auf dein Herz. Und wenn es dann zu dir spricht, steh auf und geh, geh, wohin dein Herz dich trägt.”
Ultime parole
(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese

Nessuno

“Quando davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e va\U+2019\ dove lui ti porta.” Uno dei più straordinari casi letterari degli anni Novanta, che ha emozionato lettrici e lettori di ogni età, con una storia forte e umanissima in forma di lunga lettera che una donna anziana scrive alla giovane nipote lontana. Olga è nell\U+2019\età in cui si fanno bilanci. Malata, sente il bisogno di raccontarsi, di ripercorrere la sua giovinezza, il suo matrimonio infelice e le vicende che hanno condotto sua figlia Ilaria a una morte precoce. Ha così inizio la sua lunga confessione alla nipote. E nel gesto della scrittura, pacata ma allo stesso tempo intensa e commovente, Olga ritrova finalmente il senso della propria esistenza e della propria identità.

Non sono state trovate descrizioni di biblioteche

Descrizione del libro
Un incidente, un ricovero, una vita che all'improvviso si fa più breve: quanti giorni restano a Olga, sola in casa con il cane Buck e i ricordi? Abbastanza, pensa, per condensare quei ricordi in una lettera, da lasciare alla nipote impegnata in un viaggio americano. Queste pagine sono un diario, una confessione, un flusso di coscienza in cui Olga racconta, finalmente, una verità che ha al centro un'ammissione terribile: «Da quando sono nata ho detto una sola bugia. Con essa ho distrutto tre vite». Riga dopo riga si dipana la sua storia segnata da conflitti e disillusioni: genitori duri e distanti, il matrimonio con un uomo anaffettivo, la guerra, gli scontri con la figlia Ilaria e la tragedia della sua morte prematura. Ma anche le gioie e le passioni, un grande amore clandestino e il legame più forte di tutti, quello con la nipote, la bambina a cui ha fatto da madre e che adesso sta cercando di ritrovare, da lontano, nella giovane donna che si è allontanata da lei. «Sei felice? È questo più di ogni altra cosa che mi sta a cuore» le scrive Olga, e in questa domanda accorata c'è il nucleo pulsante della maternità. Nel riversare sulla pagina eventi e sentimenti di tutta la sua esistenza, Olga supera le sue durezze e le sue fragilità, le ribellioni subite e le menzogne raccontate per proteggere chi amava, e passa il testimone di una vita: una grande, catartica verità, un addio e una rosa. Mostrando come la potenza delle parole e dei gesti più semplici possa interrompere le catene con cui il destino ci imprigiona attraverso le generazioni, e renderci liberi.
Riassunto haiku

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