E' il primo trattato di psicologia che leggo e l'ho trovato più scorrevole di quanto pensassi, infatti è scritto in uno stile semplice e discorsivo senza tecnicismi. Probabilmente la facilità che ho avuto ad approcciarmi al testo in parte è dovuta al fatto che le fiabe mi hanno affascinato fin da piccola, quindi immergermi di nuovo in quel "mondo incantato", anche se con un approccio analitico, mi è stato in qualche modo familiare. Leggere che le storie con cui sono cresciuta non sono solo appassionanti ma anche utili per lo sviluppo è stato molto soddisfacente; il rovescio della medaglia però è la spoetizzazione dei miei ricordi infantili, sezionati e ridotti all'osso.
Non ho le competenze per giudicare la validità delle teorie esposte: da profana posso dire che certi simbolismi li ho trovati particolarmente azzeccati e interessanti, soprattutto nella prima parte sui conflitti d'identità; quando però sul finale l'autore ha cominciato a calcare la mano sui significati sessuali nascosti ci ho visto qualche forzatura. Inoltre molti concetti sono stati ribaditi un po' troppe volte: capisco l'esaustività, ma il libro poteva essere lungo la metà senza risentirne a livello di contenuti.
Nel complesso comunque mi ha dato parecchi spunti di rflessione quest'opera e sono contenta della mia prima esperienza nel mondo della psicanalisi, abbastanza da poter affermare che forse non sarà l'ultima. ( )