È questa la prima opera che, dopo il crollo del regime nazista, abbia affrontato con un'analisi ampia e sistematica la storia della repubblica di Weimar, miseramente finita con l'avvento al potere di HitIer nel 1933. Ciò che ne accresce l'interesse è il fatto che il suo autore, Erich Eyck, visse personalmente quella sfortunata battaglia, poté conoscerne da vicino i protagonisti, viverne l'atmosfera, accedere agli archivi, consultando una grande quantità di documenti durante lo sviluppo di quella storia. Di qui il valore di testimonianza di quest'opera, percorsa e animata dall'ideale liberale che l'autore, poi emigrato in Inghilterra, poté ammirare nelle istituzioni britanniche, quasi a contrappunto del caos e della barbarie in cui stava precipitando il suo paese. Il volume si apre con il crollo della monarchia nel 1918, illumina la vastità della catastrofe e le responsabilità dello Stato maggiore tedesco, dedicando un esame particolarmente spregiudicato al trattato di Versailles. Vengono quindi approfondite le molteplici difficoltà che gravano sulla giovane repubblica, le lotte politiche interne, il risorgere delle forze militaristiche e nazionaliste, l'inflazione, la nascita del movimento hitleriano, la riforma valutaria, l'elezione di Hindenburg. Sono pagine di un'attenta storia politica che ci consentono anche di seguire l'angosciosa vicenda di una coscienza liberale che ha assistito giorno per giorno, ora per ora, alla distruzione dall'interno del primo esperimento democratico in Germania e che, con il suo stesso modo di atteggiarsi di fronte a questi eventi ci aiuta a comprendere in quale misura la forza del nazismo sia stata anche il frutto della debolezza e delle carenze delle forze politiche tradizionali. ( )