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Risultati da Google Ricerca Libri
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After Englishman John Blackthorne is lost at sea, he awakens in a place few Europeans know of and even fewer have seen-Nippon. Thrust into the closed society that is seventeenth-century Japan, a land where the line between life and death is razor-thin, Blackthorne must negotiate not only a foreign people, with unknown customs and language, but also his own definitions of morality, truth, and freedom. As internal political strife and a clash of cultures lead to seemingly inevitable conflict, Blackthorne's loyalty and strength of character are tested by both passion and loss, and he is torn between two worlds that will each be forever changed. Powerful and engrossing, capturing both the rich pageantry and stark realities of life in feudal Japan, Sh?gun is a critically acclaimed powerhouse of a book. Heart-stopping, edge-of-your-seat action melds seamlessly with intricate historical detail and raw human emotion. Endlessly compelling, this sweeping saga captivated the world to become not only one of the best-selling novels of all time but also one of the highest-rated television miniseries, as well as inspiring a nationwide surge of interest in the culture of Japan. Shakespearean in both scope and depth, Sh?gun is, as the New York Times put it, "...not only something you read-you live it." Provocative, absorbing, and endlessly fascinating, there is only one: Sh?gun.… (altro)
Jannes: Musashi has been described as "the japanese answer to Shogun". Similar in that is a long and epic historical nove rife with intrigue, violence and, above all, Samurai warriors, but Mushashi i better researched, less stereotypical and is not as full of jarring errors and inaccuracies as Clavell's novel.… (altro)
saturnine13: If you like gritty, faux historical fiction, how about another with an asian flavor? Shogun, like A Game of Thrones, concerns the byzantine political intrigues of a multitude of different characters painted in moral shades of grey, generously heaped with gruesome action and heart-breaking romance. While Shogun lacks dragons, it does have the added interest of being mostly based upon real events and people.… (altro)
soylentgreen23: Although not from the same period exactly, Endo's 'Silence' is another great book about the incursion into Japan of foreign culture, this time in the form of the Christian Church, and what happened in Japan when that religion was suddenly rejected by the ruling class.… (altro)
Da tempo guardavo ad oriente per la sua filosofia, ma ero consapevole di conoscere pochissimo riguardo al suo passato. Davvero troppo poco. Volevo un libro che mi aiutasse a capire maggiormente ciò verso cui ero attirato, ma non sapevo davvero che scelta fare (e all'epoca ancora non conoscevo ancora questo sito).
Nel giugno 2009, dopo aver visto una mostra sui Samurai a Palazzo Reale, acquistai questo libro senza iniziarlo perchè scoraggiato dalla lunghezza, dai caratteri davvero minuscoli e da un prologo ricco di situazioni e termini di stampo marinaresco. Cose che ho sempre digerito a stento.
Un mese fa, alla fine, mi sono lanciato. E superato il prologo, non sono più riuscito a smettere. Certo il libro è lungo e decisamente non facile, data la mole di personaggi... ma sono tutti davvero ben caratterizzati, Toranaga su tutti: personaggio cardine della vicenda, ancor più dello stesso Blacktorne. E fino all'ultima pagina si assiste a continui colpi di scena.
Do quattro stelle e mezza sia per una distorsione storica, appresa leggendo altri commenti proprio mentre scrivo il mio (e che non svelo per non rovinare ad altri il gusto pieno della lettura), sia per il finale. Che si fa attendere per 900 pagine e poi viene si descritto, ma in maniera davvero sbrigativa. Certo l'intento della storia non era quello di descrivere la battaglia, quanto quello di farci apprendere appunto usi e costumi di quel tempo... ma arrivati a quel punto, avrei gradito un ulteriore allungamento per scoprire con maggior dettaglio ciò che sarebbe accaduto dopo la fine della guerra.
Digressione personale: in occidente siamo abituati a considerare la nostra cultura come l'unica degna di valore, eppure prima di noi esistevano già delle alternative millenarie che noi abbiamo sempre scarsamente, direi quasi per niente, considerato. Alternative dalle quali noi, al di la dell'aspetto molto crudo legato alla guerra e all'uso delle spade, avremmo sicuramente molto da imparare per migliorarci.
Dopo anni di sguardo verso l'oriente e la sua filosofia sono convinto che grazie alla legge del karma - unita ad altri concetti ad essa collegati - si possa vedere la vita in altro modo, restando più ancorati al presente e imparando a godere di ogni suo attimo anzichè proiettarci costantemente in una rincorsa a non si sa bene che cosa... tipico atteggiamento della mentalità materialistica occidentale, portato all'eccesso fino alla saturazione odierna dove si ha praticamente tutto ma si fatica enormemente a sentirsi sereni perchè spesso non se ne ha neanche il tempo.
Ebbene... pur non avendo letto altre opere con cui confrontare questo libro, posso solo definirlo magistrale: considerando il quando è stato scritto ho apprezzato il fatto che, nel confronto tra le due culture, quella occidentale non venga fatta passare come l'unica valida (e anzi se ne sottolinei l'inferiorità in alcuni particolari che per certi versi ancora oggi persistono, anche se per fortuna non a livello singolo ma a livello di luoghi pubblici, come la pulizia).
E poi ha soddisfatto la mia curiosità in modo davvero eccellente, mi ha permesso di scoprire anche particolari piuttosto crudi che non hanno fatto altro che confermarmi la profonda enigmaticità di un popolo così diverso da ciò che noi siamo. Tanto da sentirmi come lo stesso Blacktorne: a tratti disorientato e disgustato, poi attratto e alla fine onorato di poter vivere quella realtà. ( )
After Englishman John Blackthorne is lost at sea, he awakens in a place few Europeans know of and even fewer have seen-Nippon. Thrust into the closed society that is seventeenth-century Japan, a land where the line between life and death is razor-thin, Blackthorne must negotiate not only a foreign people, with unknown customs and language, but also his own definitions of morality, truth, and freedom. As internal political strife and a clash of cultures lead to seemingly inevitable conflict, Blackthorne's loyalty and strength of character are tested by both passion and loss, and he is torn between two worlds that will each be forever changed. Powerful and engrossing, capturing both the rich pageantry and stark realities of life in feudal Japan, Sh?gun is a critically acclaimed powerhouse of a book. Heart-stopping, edge-of-your-seat action melds seamlessly with intricate historical detail and raw human emotion. Endlessly compelling, this sweeping saga captivated the world to become not only one of the best-selling novels of all time but also one of the highest-rated television miniseries, as well as inspiring a nationwide surge of interest in the culture of Japan. Shakespearean in both scope and depth, Sh?gun is, as the New York Times put it, "...not only something you read-you live it." Provocative, absorbing, and endlessly fascinating, there is only one: Sh?gun.
Nel giugno 2009, dopo aver visto una mostra sui Samurai a Palazzo Reale, acquistai questo libro senza iniziarlo perchè scoraggiato dalla lunghezza, dai caratteri davvero minuscoli e da un prologo ricco di situazioni e termini di stampo marinaresco. Cose che ho sempre digerito a stento.
Un mese fa, alla fine, mi sono lanciato. E superato il prologo, non sono più riuscito a smettere. Certo il libro è lungo e decisamente non facile, data la mole di personaggi... ma sono tutti davvero ben caratterizzati, Toranaga su tutti: personaggio cardine della vicenda, ancor più dello stesso Blacktorne. E fino all'ultima pagina si assiste a continui colpi di scena.
Do quattro stelle e mezza sia per una distorsione storica, appresa leggendo altri commenti proprio mentre scrivo il mio (e che non svelo per non rovinare ad altri il gusto pieno della lettura), sia per il finale. Che si fa attendere per 900 pagine e poi viene si descritto, ma in maniera davvero sbrigativa. Certo l'intento della storia non era quello di descrivere la battaglia, quanto quello di farci apprendere appunto usi e costumi di quel tempo... ma arrivati a quel punto, avrei gradito un ulteriore allungamento per scoprire con maggior dettaglio ciò che sarebbe accaduto dopo la fine della guerra.
Digressione personale: in occidente siamo abituati a considerare la nostra cultura come l'unica degna di valore, eppure prima di noi esistevano già delle alternative millenarie che noi abbiamo sempre scarsamente, direi quasi per niente, considerato. Alternative dalle quali noi, al di la dell'aspetto molto crudo legato alla guerra e all'uso delle spade, avremmo sicuramente molto da imparare per migliorarci.
Dopo anni di sguardo verso l'oriente e la sua filosofia sono convinto che grazie alla legge del karma - unita ad altri concetti ad essa collegati - si possa vedere la vita in altro modo, restando più ancorati al presente e imparando a godere di ogni suo attimo anzichè proiettarci costantemente in una rincorsa a non si sa bene che cosa... tipico atteggiamento della mentalità materialistica occidentale, portato all'eccesso fino alla saturazione odierna dove si ha praticamente tutto ma si fatica enormemente a sentirsi sereni perchè spesso non se ne ha neanche il tempo.
Ebbene... pur non avendo letto altre opere con cui confrontare questo libro, posso solo definirlo magistrale: considerando il quando è stato scritto ho apprezzato il fatto che, nel confronto tra le due culture, quella occidentale non venga fatta passare come l'unica valida (e anzi se ne sottolinei l'inferiorità in alcuni particolari che per certi versi ancora oggi persistono, anche se per fortuna non a livello singolo ma a livello di luoghi pubblici, come la pulizia).
E poi ha soddisfatto la mia curiosità in modo davvero eccellente, mi ha permesso di scoprire anche particolari piuttosto crudi che non hanno fatto altro che confermarmi la profonda enigmaticità di un popolo così diverso da ciò che noi siamo. Tanto da sentirmi come lo stesso Blacktorne: a tratti disorientato e disgustato, poi attratto e alla fine onorato di poter vivere quella realtà. ( )