Avevo già visto il film del 2008 ma in comune hanno solo l'idea di partenza: l'adattamento cinematografico è lungo, serioso e tendente al sentimentale, il racconto invece è brillante ed ironico, quasi un divertissement; solo alla fine la storia sarà venata di amarezza, perché cosa c'è di più triste di un bambino senza futuro?
Come dico spesso, però, la leggerezza non va scambiata per superficialità: in poche pagine quest'opera riesce a mettere in ridicolo il materialismo della buona società a cavallo tra 800 e 900 e allo stesso tempo a farci riflettere sull'eterna insoddisfazione dell'esistenza, considerata una parabola discendente da qualunque punto di vista la si guardi.
E' un racconto troppo breve per lasciare il segno ma è stata una lettura gradevolissima, anche grazie alla scrittura impeccabile di Fitzgerald. ( )

Benjamin viene al mondo nella raffinata Baltimora del 1860 ed è il rampollo di un facoltoso imprenditore, ma nasce come un vecchio di settant’anni. Lo scandalo si propaga e il padre fatica immensamente ad accettare l’insolito figlio che, col trascorrere del tempo, è sempre più giovane, incontra una donna di cui si innamora, la sposa, ha un erede, Roscoe, che finisce pure lui per respingerlo mentre si avvia a divenire un poppante destinato all’oblio di sè.
L’età di mezzo è l’unico momento straordinariamente felice della vita dell’uomo? Fitzgerald scrive un racconto fulminante, poco più di cinquanta pagine, e grazie a una fluidità mirabile di scrittura ci mette di fronte a quella che è anche una meditazione sull’esistenza: a prevalere nella prima parte è il divertimento (le tribolazioni del padre del protagonista) poi il tono si fa più riflessivo seppur mantenendosi sul registro sorridente (le ambasce nel rapporto con la moglie che invecchia laddove Benjamin ringiovanisce) e con alcuni sprazzi in cui le meravigliose capacità descrittive dell’autore brillano come di consueto di luce propria (la natura che circonda il viaggio in carrozza con il genitore). ( )

Versione a fumetti della novella di Fitzgerald: disegni gradevoli. ( )