Guai a chi investe e uccide una zingara, può aspettarsi di tutto dalla sua tribù. In questo caso è il "malocchio" che piomba sull'investitore e su chi l'ha aiutato a schivare una giusta condanna, spingendo lentamente i colpevoli verso la disperazione e la morte. Ammirevole il polso del maestro dell'horror nel dipanare una trama cruda e minacciosa fino alla sua conclusione che lascia scioccati e attoniti. Chi ama il brivido è servito! ( )

È il quarto libro di Richard Bachman, e come tale è un libro sperimentale, fresco, originale. Stephen King non avrebbe mai osato pubblicarlo sotto il suo nome, ma siccome la sua vena creativa è dirompente non può fare a meno di scriverlo. La trama incuriosisce, avvince e alla fine non puoi fare a meno di finirlo. Lo stile è sempre quello scorrevole di King, mai troppo complicato ma sempre acuto. La maledizione degli zingari finirà con lo sconvolgere la vita del protagonista, Billy Halleck. Il capovolgimento del normale corso quotidiano e i suoi effetti sulle persone sono situazioni che lo scrittore crea in ogni suo libro e nelle quali dà il meglio di se stesso. Billy comincia a subire gli effetti del sortilegio e dal quel momento la sua vita non sarà più la stessa, chiederà aiuto alla moglie, che gli volterà le spalle, ad un suo amico, che lo aiuterà fino a un certo punto e quando si credeva ormai che la vita poteva ritornare sui soliti binari, l’ironia e la fantasia di King creano uno dei finali più inaspettati, un finale che non lascia scampo a nessuno. Alla fine di ogni cosa, nessuno sfugge alle conseguenze delle proprie azioni.