Ma che direbbe oggi Bobo? Tra Renzi, Di Maio, Salvini e Martina? Povero Bobo, non potrebbe manco dire che Dio è morto, sarebbe ammettere che era vivo prima, con Andreotti e Craxi. Bobo è l’emblema satirico del comunista duro e crudo, cresciuto leggendo l’Unità durante i collettivi, con l’eskimo addosso, ascoltando Guccini: il sessantotto l’emblema di una cultura nuova che non è mai riuscita nemmeno lentamente a scalfire le vere tradizioni italiane, la famiglia anzitutto; e il povero Bobo alla fine è un grande reazionario sempre alla ricerca delle conferme delle sue sicurezze, eppure tanto insicuro. Un uomo tipicamente italiano costretto a decantare le ragioni delle femministe, la famiglia aperta, sempre alla ricerca dell’alba del sol dell’avvenire. Ma la vera grandezza di Bobo è la capacità di accettare tutte le sconfitte, sonore, che i comunisti hanno subito nel corso degli ultimi cinquant’anni, rimodulando ad ogni sconfitta le proprie ragioni seguendo le indicazioni dei loro soliti maestri. Le storie di Bobo ricordano quelle di Don Camillo e Don Peppone dell’incomparabile Guareschi. Staino si diverte a prendere in giro sé stesso e la sua generazione con intelligenza e ironia. Buone le storie proposte in questo albo che danno un’idea dell’evoluzione del pensiero di Bobo in questi decenni.

Recensione del 3 novembre 2009
Staino ha iniziato a disegnare a 39 anni. Forse io potrei iniziare a pensare di scrivere. Chissà. Bobo è un personaggio straordinario in quanto rispecchia in maniera fedele lo stereotipo dell’uomo di sinistra. Colto, famiglia regolare, politicamente corretto, ma chiuso dalle regole e dai vincoli culturali che, spesso, gli vengono imposti dall’alto. Bobo ha dovuto subire le peggiori torture culturali, è passato dal PCI moscovita al PCI migliorista; dal PCI al PDS; passando per la cosa; per poi diventare un DS. Oggi è un democratico; non ha mai scelto; è andato a congressi, convegni, ha ratificato, discusso, ha sempre condiviso e sofferto. Non ha mai scelto. Certo i Bobo si sono persi; qualcuno si è rotto le scatole, ha lasciato, ha tradito. Ma sono una minoranza; la maggioranza sta, in nome di Berlusconi. L’unico vero vessillo che gli è rimasto. Bellissime le storie con i figli, dove Bobo dimostra la sua umanità e incarna perfettamente lo stereotipo dell’italiano brava gente. Sempre molto divertente; ma dietro quanta tristezza. ( )