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The Vicomte of Bragelonne: Ten Years Later is the final book in Dumas' d'Artagnon Romances trilogy. The book is in four parts, of which this is the second. According to French academic Jean-Yves Tadie, the real subject of the book is the beginning of King Louis XIV's rule.
Se da una parte il mio cuore vorrebbe dare le cinque stelline piene a questo romanzo (perché un'opera che è riuscita a far piangere una persona che non si commuove facilmente e non ha mai - e sottolineo, mai - pianto per un libro merita il massimo a prescindere), dall'altra la mia coscienza e l'oggettività mi impongono altre scelte.
Dumas, in fondo, è uno scrittore di romanzi d'appendice, che sa benissimo che il guadagno viene da quante righe scrive e da quanti capitoli la sua mente riesce a partorire; sa perfettamente che deve accontentare i gusti di più persone possibili ed è conscio che ci sono tecniche narrative a cui un certo tipo di autore deve sottostare. Per esempio, sa che il lettore non può ricordare tutti i passaggi che hanno portato l'azione a svolgersi in un determinato modo, quindi è costretto a ricordare più volte le stesse cose, possibilmente allungando il brodo, per i motivi suddetti. Se queste caratteristiche le abbiamo viste pian piano svilupparsi nei primi due libri, in questo volume, esse raggiungono il massimo sviluppo, dispiegando la storia in quasi 300 capitoli. Per conciliare i gusti di tutti, inoltre, l'autore ha abbandonato le imprese eroiche e le battaglie, relegandole a pochi, ma bellissimi capitoli, e dedicandosi per lo più agli intrighi politici e agli amori (per lo più poco casti) della corte, che occupano invece buona parte del romanzo. Ne viene fuori un quadro interessante della società e della politica dell'epoca, ma che può risultare un po' noioso per chi predilige l'azione alle smancerie delle dame di corte (e la sottoscritta ne è un esempio). La narrazione è comunque fluida, i personaggi sono delineati splendidamente e l'autore non si dimentica mai di tener viva l'attenzione sui complotti che poi sfoceranno nella parte migliore del romanzo, quella dedicata alla maschera di ferro e alle sue conseguenze. Si arriva quindi al finale: cento pagine o poco più in cui, dopo oltre tremila pagine totali di avventure e quasi quarant'anni di servizio, i nostri quattro amici ci lasciano in un finale bello, bellissimo, delicato ma forte, struggente e fiero, che merita, da solo, la lettura di scene d'amore quasi da diabete e descrizioni di feste meravigliose, ma comunque noiose per un lettore moderno. E Bragelonne?, mi chiederà qualcuno. Probabilmente l'idea di dedicare il titolo di questo romanzo al figlio di Athos lascia molto perplessi, visto che poi il visconte non appare che raramente; eppure, io sono del parere che sia stata la scelta più giusta: non solo il povero Raul è, alla fine, il protagonista morale del romanzo (visto che molto di quel che accade lo vede indirettamente protagonista), ma soprattutto per le conseguenze che le sue azioni e quelle di coloro che gli stanno intorno hanno. Del resto, a parte "Dieci anni più tardi", che è la seconda parte del titolo, di cui molti si dimenticano, un altro titolo, per quest'opera immane, io non riuscirei a trovarlo. ( )
Dati dalle informazioni generali inglesi.Modifica per tradurlo nella tua lingua.
Towards the middle of the month of May, in the year 1660, at nine o'clock in the morning, when the sun, already high in the heavens, was fast absorbing the dew from the ramparts of the castle of Blois, a little cavalcade, composed of three men and two pages, re-entered the city by the bridge, without producing any other effect upon the strollers of the river bank beyond a first movement of the hand to the head, as a salute, and a second movement of the tongue to express, in the purest French then spoken in France: 'There is Monsieur returning from hunting.'
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Anne leaned her head upon her hands, and then looking at herself in the glass, murmured, 'It has been truly said, that a woman who has truly loved is always young, and that the bloom of the girl she was at twenty ever lies concealed in some secret cloister of her heart.'
The Vicomte of Bragelonne: Ten Years Later is the final book in Dumas' d'Artagnon Romances trilogy. The book is in four parts, of which this is the second. According to French academic Jean-Yves Tadie, the real subject of the book is the beginning of King Louis XIV's rule.
Dumas, in fondo, è uno scrittore di romanzi d'appendice, che sa benissimo che il guadagno viene da quante righe scrive e da quanti capitoli la sua mente riesce a partorire; sa perfettamente che deve accontentare i gusti di più persone possibili ed è conscio che ci sono tecniche narrative a cui un certo tipo di autore deve sottostare. Per esempio, sa che il lettore non può ricordare tutti i passaggi che hanno portato l'azione a svolgersi in un determinato modo, quindi è costretto a ricordare più volte le stesse cose, possibilmente allungando il brodo, per i motivi suddetti.
Se queste caratteristiche le abbiamo viste pian piano svilupparsi nei primi due libri, in questo volume, esse raggiungono il massimo sviluppo, dispiegando la storia in quasi 300 capitoli. Per conciliare i gusti di tutti, inoltre, l'autore ha abbandonato le imprese eroiche e le battaglie, relegandole a pochi, ma bellissimi capitoli, e dedicandosi per lo più agli intrighi politici e agli amori (per lo più poco casti) della corte, che occupano invece buona parte del romanzo. Ne viene fuori un quadro interessante della società e della politica dell'epoca, ma che può risultare un po' noioso per chi predilige l'azione alle smancerie delle dame di corte (e la sottoscritta ne è un esempio).
La narrazione è comunque fluida, i personaggi sono delineati splendidamente e l'autore non si dimentica mai di tener viva l'attenzione sui complotti che poi sfoceranno nella parte migliore del romanzo, quella dedicata alla maschera di ferro e alle sue conseguenze.
Si arriva quindi al finale: cento pagine o poco più in cui, dopo oltre tremila pagine totali di avventure e quasi quarant'anni di servizio, i nostri quattro amici ci lasciano in un finale bello, bellissimo, delicato ma forte, struggente e fiero, che merita, da solo, la lettura di scene d'amore quasi da diabete e descrizioni di feste meravigliose, ma comunque noiose per un lettore moderno.
E Bragelonne?, mi chiederà qualcuno. Probabilmente l'idea di dedicare il titolo di questo romanzo al figlio di Athos lascia molto perplessi, visto che poi il visconte non appare che raramente; eppure, io sono del parere che sia stata la scelta più giusta: non solo il povero Raul è, alla fine, il protagonista morale del romanzo (visto che molto di quel che accade lo vede indirettamente protagonista), ma soprattutto per le conseguenze che le sue azioni e quelle di coloro che gli stanno intorno hanno. Del resto, a parte "Dieci anni più tardi", che è la seconda parte del titolo, di cui molti si dimenticano, un altro titolo, per quest'opera immane, io non riuscirei a trovarlo. ( )