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3012. L'anno del profeta

di Sebastiano Vassalli

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Non si tratta di essere soddisfatti o meno di un lettore elettronico, di preferire i libri cartacei o l'Ipad, oppure se questi nuovi media soppianteranno i vecchi. Io penso che sia in gioco un nuovo modo di leggere, narrare, interpretare e condividere la realtà. Quest'ultima per secoli è stata rappresentata in maniera congelata, finita, definita. Dall'incisione sulla pietra alla scrittura a mano, dai caratteri mobili alle schede perforate, dalla scrittura automatica a quella elettronica, il pensiero dell'uomo ha subìto mutamenti e trasformazioni incredibili. La visione della realtà è cambiata a seconda del mezzo a disposizione e della predilezione che può avere chi scrive in funzione di chi legge. Io posso scoprire improvvisamente di non accontentarmi più della lettura di un libro perché sento il bisogno di entrare nella realtà narrativa con link attivi e immagini dinamiche, uscite laterali per mezzo di interventi sonori e collegamenti a distanza. Sento la necessità in altre parole di prendere parte in maniera "reale" in quella narrativa "virtuale" che l'autore mi propone con la sua scrittura. Insomma quello che ha previsto Sebastiano Vassalli in questo libro "3012". Leggetevi questo brano che riporto qui di seguito tratto dal capitolo 34 del romanzo:

Le poesie del profeta vengono pubblicate dall’editore Gubarev in uno speciale oggetto di carta detto “libro”, destinato ad andare a riempire certi mobili chiamati “scaffali” che si trovano ancora oggi nelle case di chi ama l’arte e gli arredi delle epoche passate.Nel maggio di quell’anno Antalo pubblicò la sua prima ed unica raccolta di poesie intitolata“Notizie dalla Necropoli”, in un modo inconsueto, cioè in un libro di carta stampata. Le opere letterarie di ogni genere si pubblicavano allora come si pubblicano ancora oggi, nelle cosiddette “pillole”: cioè in speciali microcircuiti che ognuno può inserire nel proprio terminale videofonico per poi leggere le parole sullo schermo di casa, o per ascoltarle pronunciate dalla sua stessa voce. I libri fatti di carta, invece, nella nostra epoca sono ritornati di moda come oggetti di pregio che vengono conservati dentro certi mobili di legno e vetro, detti “scaffali” e che nessuno si sogna di leggere. Ci sono negozi specializzati, in ogni parte del mondo, dove si vendono libri antichi e i loro rifacimenti moderni: i piu’ richiesti, oltre alla Bibbia, all’Odissea, al Corano e al “Libro delle mutazioni”, sono i vocabolari e gli atlanti.Ma nessun autore dei nostri giorni aspirerebbe a pubblicare le sue opere in un libro di carta, e nessuno aveva una tale aspirazione nemmeno al tempo di Antalo: gli scrittori, si sa, vogliono essere conosciuti dal piu’ gran numero possibile di lettori, e vogliono anche sopravvivere nel ricordo dei posteri! Percio’ esistono pillole-libro, che costano due o tre dinari, si vendono in migliaia o addirittura – quando l’opera e’ particolarmente interessante – in milioni di copie, resistono al fuoco e all’umidita’ e si lasciano ammassare in spazi ridotti: le biblioteche moderne, grazie a questa geniale invenzione, non sono piu’ degli immensi depositi di materiale infiammabile, com’erano le biblioteche del mondo antico, e possono dedicare la maggior parte dello spazio di cui dispongono ai loro lettori.L’editore di Antalo, pero’, era Andrej Gubarev, il famoso antiquario di Energia che lo aveva assunto come commesso in uno dei suoi negozi e che non avrebbe mai pubblicato libri in pillole; sicche’ l’autore dovette adattarsi. Le “Notizie dalla necropoli” – per cio’ che ne sappiamo – si stamparono in duecento esemplari, in carta antica e furono rilegate a mano con pelli pregiate. L’unica concessione che si fece alla vanita’ dell’autore, fu quella di destinare alcune copie del suo libro ai maggiori critici letterari dell’epoca: che non lo lessero e non se ne occuparono.Soltanto il professor Frederick Stone, docente di letteratura nordamericana presso la Settima Universita’ della capitale, nel bollettino della sua facolta’ parlo’ del libro di Toto Esposito-Antalo come di una rivelazione assoluta e addirittura lo defini’ “una pietra miliare nel tormentato percorso della nuova poesia”; ma, leggendo il testo completo dell’articolo, Antalo si persuase che era stato scritto per compiacre l’editore, da un collezionista di libri che aveva riposto anche le “Notizie” nel proprio scaffale, senza prendersi nemmeno il disturbo di aprirle. Per farla breve: nessuno al mondo lesse le poesie del Profeta quando vennero pubblicate, nemmeno l’editore e nemmeno gli affezionati clienti dei negozi di Gubarev che ne acquistarono una copia. La gente aveva ben altro a cui pensare, in quell’ultimo scorcio di Evo antico, che non la poesia!

Libri pillole? Forse, chissà ... ( )
  AntonioGallo | Nov 8, 2022 |
La storia è ambientata in un lontano futuro. Siamo nel 5000 e l'autore racconta una vicenda di duemila anni prima. In quel secolo gli uomini entrano finalmente in un lungo periodo di pace. In questo stato di beatitudine, le energie creative degli uomini si intorpidiscono, e sempre più cadono sotto la manipolazione dei mass-media. Ma alcuni dissidenti rimetteranno in moto la storia.

Nel XXI secolo, la scarsità di risorse naturali conduce alla Terza guerra mondiale tra i paesi della Cristianità e quelli dell'Islam, che viene combattuta utilizzando anche armi nucleari. Ne consegue una grande devastazione dell'ambiente naturale, la morte di gran parte della popolazione mondiale e la nascita di mostruosi mutanti chiamati Ci-Acca (da Changing Humanity), che divengono presto bersaglio dell'odio del resto dell'umanità e sono sottoposti a pogrom o campagne di sterminio. Nel XXV secolo la guerra «del Drago e dei Sette Serpenti», combattuta con armi convenzionali, vede contrapposte India e Cina, che erano state relativamente risparmiate dal conflitto precedente. In seguito a ciò, emerge un Governo mondiale, composto da un ristretto gruppo di tecnocrati, che impone forzatamente una pace che all'inizio del Quarto Millennio dura ormai da cinquecento anni.
  kikka62 | Mar 18, 2020 |
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Descrizione del libro
Antalo nasce nel 2988, in anni di pieno benessere, ma la sua vita non è del tutto serena. Deve affrontare l'odio e la ferocia organizzata dei suoi coinquilini: c'è qualcuno che lo insegue e lo vuole uccidere a tutti i costi. Dopo la morte il suo pensiero e le sue profezie daranno vita a una nuova religione e a una nuova èra. L'èra del ritorno alla guerra.

3012 racchiude almeno tre forti provocazioni. La prima, ideologica, in quanto narra i «cattivi sentimenti» legati all'operare umano e teorizza l'odio come energia vitale. La seconda, profetico-descrittiva, perché disegna un tetro quadro del futuro che è già assai riconoscibile nel mondo d'oggi. La terza, letteraria, perché qui Vassalli esce dai generi narrativi frequentati in passato e conia una nuova, avvincente forma di romanzo che è al tempo stesso fiaba, parodia, invettiva, collage di aforismi.
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