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Il fabbro di Wootton Major (1967)

di J. R. R. Tolkien

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A charming new pocket edition of one of Tolkien's major pieces of short fiction, and his only finished work dating from after publication of The Lord of the Rings. What began as a preface to The Golden Key by George MacDonald eventually grew into this charming short story, so named by Tolkien to suggest an early work by P.G. Wodehouse. Composed almost a decade after The Lord of the Rings, and when his lifelong occupation with the 'Silmarillion' was winding down, Smith of Wootton Major was the product of ripened experience and reflection. It was published in 1967 as a small hardback, complete with charming black and white illustrations by Pauline Baynes, and would be the last work of fiction to be published in Tolkien's own lifetime. Now, almost 50 years on, this enchanting tale of a wanderer who finds his way into the perilous realm of Faery is being published once again as a pocket hardback. Contained here are many intriguing links to the world of Middle-earth, as well as to Tolkien's other tales, and this new edition is enhanced with a facsimile of the illustrated first edition, a manuscript of Tolkien's early draft of the story, notes and an alternate ending, and a lengthy essay on the nature of Faery.… (altro)
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"Il breve racconto non era (naturalmente) indirizzato ai bambini! Era il racconto di un anziano già appesantito dal presagio della 'perdita'." (pg. 145) Bisognerebbe dirlo all'editore ed ai bibliotecari...
E' un racconto antieroico - come Il cacciatore di draghi - ma non è altrettanto umoristico, anzi è "triste" come lo ha definito Giovanni.
"Fronte stellata", dopo aver visto il mare, gli elfi, Yggdrasil e la regina bella e potente, deve lasciare il regno fatato, portatore e destinatario (inconsapevole) del messaggio di rinuncia. Secondo la versione "ibrida", dopo la rinuncia il figlio del fabbro poté ancora vagare ai confini di Faeria "ma non vide più cose nuove,né arrivò in regioni che non avesse visitato prima" (pg.127) - che è forse una condanna peggiore della totale rinuncia. Il testimone - anello o stella - passa non all'erede diretto ma al nipote è così il ciclo continua ma non per il fabbro, destinato ad insegnare al figlio le tecniche del mestiere.
Se il fabbro è Tolkien, il figlio incapace di arrivare a Faeria è Christopher Tolkien - che sembra proprio uno str..o? L'impossibilità di visitare nuovi territori di Faeria è da leggere come un'allusione al tentativo abortito di scrivere "New Shadow", "una storia che si svolge circa cento anni dopo la Caduta [di Mordor], ma si è rivelata sinistra e deprimente ... Non ne valeva la pena. " lettera del 13 marzo 1964?
Secondo Giovanni, c'è una correlazione tra "Fronte stellata" e Bilbo, perché entrambi hanno difficoltà a lasciare il dono.
Le "fate" di Tolkien non sono affatto "fatine", ma entità pericolose e affascinanti, simboli del numinoso, come in
Stardust
e in un certo modo in Al dio sconosciuto. Secondo Tolkien, la cucina e la cena sono un'allegoria della Chiesa protestante, mentre la sala ridecorata ed il nuovo impulso alla festa rimandano alla liturgia cattolica. A me sembra che stia parlando della perdita del senso del "sacro", ridotto a cosa da bambini ed alla conseguente scomparsa della capacità di creare il bello anche negli oggetti quotidiani. ( )
  Luisali | Jun 5, 2013 |
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J. R. R. Tolkienautore primariotutte le edizionicalcolato
Baynes, PaulineIllustratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Flieger, VerlynA cura diautore secondarioalcune edizioniconfermato
Gammarelli, LorenzoA cura diautore secondarioalcune edizioniconfermato
Garland, RogerIllustratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Jacobi, Sir DerekNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Murro, IsabellaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Pekkanen, PanuTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Sauvant, HenrietteImmagine di copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Segercrantz, KristinaImmagine di copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
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There was a village once, not very long ago for those with long memories, not very far away for those with long legs.
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A charming new pocket edition of one of Tolkien's major pieces of short fiction, and his only finished work dating from after publication of The Lord of the Rings. What began as a preface to The Golden Key by George MacDonald eventually grew into this charming short story, so named by Tolkien to suggest an early work by P.G. Wodehouse. Composed almost a decade after The Lord of the Rings, and when his lifelong occupation with the 'Silmarillion' was winding down, Smith of Wootton Major was the product of ripened experience and reflection. It was published in 1967 as a small hardback, complete with charming black and white illustrations by Pauline Baynes, and would be the last work of fiction to be published in Tolkien's own lifetime. Now, almost 50 years on, this enchanting tale of a wanderer who finds his way into the perilous realm of Faery is being published once again as a pocket hardback. Contained here are many intriguing links to the world of Middle-earth, as well as to Tolkien's other tales, and this new edition is enhanced with a facsimile of the illustrated first edition, a manuscript of Tolkien's early draft of the story, notes and an alternate ending, and a lengthy essay on the nature of Faery.

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