Fai clic su di un'immagine per andare a Google Ricerca Libri.
Sto caricando le informazioni... Enchiridion • FREE E-BOOK • (edizione 1865)di Epictetus (Autore), Arrian (ca. 86 -160 C.E.) (A cura di), Thomas Wentworth Higginson (Traduttore), Albert Salomon (Introduzione)
Informazioni sull'operaManuale di Epitteto di Epictetus
Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Più che dagli eventi l'uomo è turbato dalla sua opinione degli eventi. Mi dispiaceva lasciare 'sto libretto senza un commento, snobbato da tutti, in fondo non è così malaccio. Premesso che non sono un grande esperto di filosofia, Epitteto era un filosofo stoico, di quelli che predicavano la non ingerenza delle passioni nella gestione delle cose umane e questo l'ho imparato anche leggendo molto sull'antica Roma essendo i romani in gran parte seguaci di questa dottrina filosofica; il resto degli insegnamenti sono più che altro una serie di buoni consigli comportamentali, comunque apprezzabili, della serie: a fare i bravi ci si guadagna sempre e prima o poi si è ripagati... Adesso un po' di pettegolezzo: Interessante in questa versione la traduzione di Giacomo Leopardi, che, si dice, voleva con questa iniziare la pubblicazione di una collana di classici tradotti spinto da un bisogno pressante di... cultura? No! Di denaro, operazione commerciale che però non andò in porto per difficoltà con l'editore... Grande cosa la cultura ma alla fine gira tutto intorno alla vile pecunia... nessuna recensione | aggiungi una recensione
Appartiene alle Collane EditorialiReclams Universal-Bibliothek (2001) Elenchi di rilievo
Il manuale Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
Discussioni correntiNessunoCopertine popolari
Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)188Philosophy and Psychology Ancient, medieval and eastern philosophy StoicClassificazione LCVotoMedia:
Sei tu?Diventa un autore di LibraryThing. |
A pensarci un pochino, è una ricetta piuttosto radicale. È vero che il nostro corpo per lo più non è in nostro potere, ma è la base e la radice della nostra esistenza: possiamo davvero non curarcene? Se perdi la moglie, un figlio, i tuoi beni, non devi affliggerti, dice Epitteto: pensa solo che li avevi come in prestito, e che sono stati restituiti. Desiderare qualcosa significa dare potere a chi quel qualcosa può concederlo o negarlo; non desiderare, e sarai libero. Se qualcosa ti turba, accusa soltanto te stesso, ovvero i tuoi giudizi (errati). Non tentare di far accadere ciò che desideri, ma desidera ciò che accade, qualunque cosa accada, così come viene. Anche ammesso che sia corretto, davvero si può giungere a un tale atteggiamento? Davvero si può vivere così? Chi ci riesce, otterrà forse imperturbabilità e libertà, ma mi pare una ricetta per una vita ascetica e di rinuncia, e anche sterile, isolata e persino solipsistica.
Dietro questa concezione c'è l'idea stoica secondo cui l'universo è animato e governato da un principio razionale, una provvidenza che regola ogni cosa e fa accadere tutto per il meglio. Ma a me quest'idea, con rispetto parlando, sembra una sciocchezza colossale. L'universo è caotico, violento, indifferente, probabilmente insensato, e traboccante di sofferenza. Non c'è vita senza sofferenza e senza costrizioni, e pretendere di eliminarle è un'illusione. A meno di non spingere la vita stessa fin verso una qualche forma di annullamento, come mi sembra che tenda a fare l'etica di Epittetto se applicata fino in fondo (e come mi sembra che facciano altre dottrine che tendono alla liberazione dai mali del mondo, come il buddismo con il nirvana).
Se non si vuole o non si può giungere a tutto ciò, per il resto questo manuale contiene una serie di indicazioni ispirate a continenza, prudenza, moderazione, che si possono comunque prendere come direttive di vita ispirate a saggezza.