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Sto caricando le informazioni... Gösta Berling's Saga (originale 1891; edizione 2004)di Selma Lagerlöf (Autore)
Informazioni sull'operaLa saga di Gosta Berling di Selma Lagerlöf (1891)
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Appartiene alle Collane EditorialiÈ contenuto inHa l'adattamentoPremi e riconoscimentiElenchi di rilievo
På en gammel herregård i Värmland har en flok fantaster, kaldet kavalererne fra Ekeby, slået sig ned og fører under majorindens, husets frues beskyttelse, et vildt liv med druk og kvinder. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)839.7372Literature German and related languages Other Germanic literatures Swedish literature Swedish fiction 1900-1999 1900-1945Classificazione LCVotoMedia:
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Il paragone che più viene in mente, fatte le dovute differenze di tempi luoghi e linguaggio, sono i libri di Mauro Corona: aneddoti, leggende, superstizioni, drammi e grandezze di una società chiusa e rurale dell'800 svedese, le cui file sono tenute da una sorta di comune retta, dopo la caduta in disgrazia - proprio ad opera dei suoi protetti -della Signora, dai cosidetti "cavalieri" che altri non erano che vagabondi di ogni estrazione sociale là ospitati da che per decisione o necessità si erano trovati a volersi nascondere dal mondo.
Su tutto regna la parabola di Gösta Berling, vanesio prete spretato, deus ex machina di volta in volta buono o cattivo, consapevole o meno, di quasi tutte le vicende.
Le donne lo amano, per lui prendono decisioni ma, complici semplici casualità (segni divini o del maligno? chissà..), nessun legame sembra concretizzarsi mai.
Direttamente o indirettamente egli è causa della sfortuna e della rovina di alcune donne, e proprio queste donne però, Margherita, Anna, Marianna, Elisabetta sono i personaggi più forti e meglio descritti con luci, ombre e travagli di coscienza: intelligenti, forte, decise e risolute, oppure infinitamente buone, sono proprio questi personaggi femminili, secondo me, che hanno rappresentato la novità in quell'epoca.
Fu un anno strano, quello in cui regnarono i cavalieri.(...)
Si doveva forse credere che i cavalieri fossero gli dei della ragione, che tutto fosse animato dal loro spirito? (...)
Se si potesse raccontare tutto ciò che quell'anno accadde tra gli abitanti delle rive del Loven, il mondo se ne stupirebbe. Perché vi si ridestarono vecchi amori, ma si riaccesero anche vecchi odi. Vi divampò il desiderio di godere le bellezze della vita, e tutti si gettarono ai piaceri della danza e dello scherzo, del gioco e del bere. E così si palesò tutto quanto solitamente giace nascosto nella segretezza dell'anima"