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Mondo piccolo. Don Camillo (1948)

di Giovannino Guareschi

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Serie: Don Camillo (1), Don Camillo (Pilot Productions) (1)

UtentiRecensioniPopolaritàMedia votiCitazioni
1,2963614,694 (4.16)32
Fiction. Literature. Short Stories. La prima folgorante apparizione letteraria di don Camillo e Peppone, la coppia di amici/nemici più famosi della narrativa italiana, immortalati al cinema da Fernandel e Gino Cervi. Da una parte c'è don Camillo, un prete di un paesino emiliano. Alto e ben piazzato, appassionato di caccia, don Camillo tende a risolvere pragmaticamente e fisicamente questioni ingarbugliate. Dall'altra c'è Peppone, il sindaco comunista del paese, amico d'infanzia di don Camillo e compagno di scorribande giovanili ma ideologicamente l'opposto di don Camillo.Questa raccolta di racconti immerge nelle rocambolesche interazioni tra i due, filosoficamente distanti eppure così mondanamente v… (altro)
Aggiunto di recente daDonderowicz, RaffaeleSeveri, Bears, Ayresolidario, daplz, johncolucci, HCouto, PedroSantos, Claudia1973
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Don Camillo e Peppone fanno parte della mia storia, sono cresciuta coi loro film e leggendo mi sembrava quasi di ritrovare due vecchi amici.
Quello raccontato da Guareschi è un mondo piccolo, ma popolato di gente dai grandi ideali e dal cuore ancora più grande; un ambiente rude dove i pugni sostituiscono i discorsi, ma dove in fondo ci si conosce tutti e ci si rispetta, perchè dietro le divergenze politiche ci sono valori universali condivisi come il coraggio e l'onore.
Ci si commuove, ma si ride anche molto in questo libro: risate alla buona, come quelle che ci si farebbe in un osteria con gli amici. Ecco, forse è proprio questo il segreto del successo intramontabile di Don Camillo: la genuinità; i personaggi sono vivi e si percepisce in ogni riga l'amore e la cura con cui Guareschi li ha tratteggiati; lo stile poi è asciutto e va dritto al sodo, proprio come gli abitanti della Bassa.
Questo paesino sulle rive del Po forse non è altro che una vaga aspirazione dell'autore, un'utopia, ma mi piace pensare che ci sia stato un tempo in cui l'Italia era anche questo. C'è bisogno di crederci, soprattutto di questi tempi. ( )
  Lilirose_ | Dec 1, 2018 |
Sebbene all’esatto estremo opposto per intonazione e coloritura ideologica rispetto a ‘Novecento’, questo libro ha risvegliato nel sottoscritto molte delle sensazioni evocate della prima parte del film di Bertolucci. Perché anch’io vivo in un paese rivierasco che un alto argine separa dal Po, barriera che consente al fiume un po’ di libertà, ma non di fare il bello e il cattivo tempo come accaduto per secoli. Niente paura, però: chiunque può godere della bellezza di questi racconti, scritti con lingua semplice eppure coinvolgente, grazie alla quale lo scrittore parmense dosa con sapienza atmosfere e sensazioni. Uscite in origine sul ‘Candido’, le storie hanno all’inizio una struttura molto semplice che sta tra l’’annaffiatore annaffiato’ e Tom e Jerry: inizio tranquillo con Peppone e i rossi che architettano qualche piano e accelerazione nel momento in cui Don Camillo parte in contropiede per ribaltare prospettiva e risultato. Poi la struttura muta, la lunghezza media aumenta e i due personaggi finiscono ad assomigliarsi (nonché a parlarsi e collaborare) sempre più: divisi dalla fede – uno in Dio, l’altro in Stalin – ma d’accordo sui valori fondanti dell’esistenza. Negli ultimi due episodi, al divertimento scatenato e alla presa in giro si aggiunge una vena di malcelata malinconia: un ulteriore cambiamento che, come gli altri, non va mai a scapito della godibilità delle storie, anche se si riduce un po’ lo spazio riservato al crocifisso-coscienza del combattivo parroco, bensì contribuisce a evitare qualsiasi rischio di ripetitività. Malgrado le assonanze indicate più sopra, va detto che in queste pagine c’è qualcosa di più della comica o del cartone animato e il lettore, tra un sorriso e una risata, può scorgere con facilità l’autore dietro i suoi personaggi: il cattolicissimo Guareschi non poteva sopportare i comunisti, ma più ancora il suo nemico è il progresso che viene a corrompere il piccolo mondo rurale (e antico). Come dice Michele Serra nella prefazione della mia vecchia edizione uscita allegata a ‘Cuore’, il Progresso era poi uno dei valori fondanti delle sinistre e così un cerchio si può chiudere: altrettanto maltrattati sono comunque tutti coloro che possono attentare all’idealizzata semplicità contadina, come gli abitanti della città o, ahia!, la cultura. Di tutta questa sovrastruttura, si può volendo fare a meno, anche perché Guareschi sa disegnare momenti di grande poesia e inserirli nella dinamicità delle sue avventure: uno dei momenti più belli è il terzo dei racconti messi come premessa e non c’entra nulla con Don Camillo, ma è una meravigliosa storia di revenant, dalla struttura quasi di una ballata, che regala un brivido come gli horror padani di Avati e piacerebbe di certo a Nick Cave. ( )
  catcarlo | Oct 8, 2014 |
Il Mondo piccolo di Guareschi non finisce mai di stupire, incantare, divertire e commuovere.
È un mondo ‘piccolo’ perché circoscritto ad una limitata zona rurale della pianura padana nel dopoguerra e perché popolato da gente modesta, di paese e di campagna, con le sue piccole storie e i suoi problemi quotidiani.
La semplicità dei fatti narrati e del linguaggio, tuttavia, non deve trarre in inganno facendo magari presumere ingenuità nell’autore o futilità dei temi trattati. Questi anonimi personaggi, del tutto comuni e apparentemente insignificanti, sanno infatti farsi veicolo di un messaggio di ampia portata e di una lezione di vita universalmente valida.
Spesso in conflitto tra loro per motivi ideologici o su banali questioni locali, non esitano a fare fronte comune contro le ingerenze e i soprusi del mondo esterno alla loro piccola comunità, alla quale tutti, senza distinzione di ruolo o di convinzioni politiche e religiose, sentono di appartenere profondamente e con orgoglio.
Al di sopra di ogni rivalità intestina e di ogni incomprensione personale, inoltre, si afferma costantemente il senso della giustizia e dell’onore, facendo prevalere un rispetto per il prossimo, pur se ‘altro’ da sé, che troppo spesso appare in disuso nella nostra realtà presente. ( )
  Ginny_1807 | Aug 23, 2013 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Guareschi, Giovanninoautore primariotutte le edizioniconfermato
Dalma, AlfonsTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
GipiIllustratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Luccioni, GennieTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Oldenburg Ermke, Frans vanTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Serra, MicheleCollaboratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Thole, KarelIllustratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Troubridge, Una VicenzoTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
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Eventi significativi
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Epigrafe
Dedica
Incipit
Don Camillo era uno di quei tipi che non hanno peli sulla lingua e, la volta che in paese era successo un sudicio pasticcio nel quale erano immischiati vecchi possidenti e ragazze, don Camilo durante la messa aveva cominciato un discorsetto generico e ammodino, poi a un bel momento, scorgendo proprio in prima fila uno degli scostumati, gli erano scappati i cavalli e, interroto il suo dire, aveva gettato un drappo sulla testa del Gesù Crocifisso dell'altar maggiore perché non sentisse e, piantandosi i pugni sui fianchi, aveva finito il discorso a modo suo, e tanto era tonante la voce che usciva dalla bocca di quell'omaccione, e tanto grosse le diceva, che il soffitto della chiesetta tremava.

(Peccato confessato)
Citazioni
Ultime parole
(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

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Fiction. Literature. Short Stories. La prima folgorante apparizione letteraria di don Camillo e Peppone, la coppia di amici/nemici più famosi della narrativa italiana, immortalati al cinema da Fernandel e Gino Cervi. Da una parte c'è don Camillo, un prete di un paesino emiliano. Alto e ben piazzato, appassionato di caccia, don Camillo tende a risolvere pragmaticamente e fisicamente questioni ingarbugliate. Dall'altra c'è Peppone, il sindaco comunista del paese, amico d'infanzia di don Camillo e compagno di scorribande giovanili ma ideologicamente l'opposto di don Camillo.Questa raccolta di racconti immerge nelle rocambolesche interazioni tra i due, filosoficamente distanti eppure così mondanamente v

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