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I paradisi artificiali (1860)

di Charles Baudelaire

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At the time of its release in 1860, Charles Baudelaire's "Artificial Paradises (Les Paradis Artificiels)" met with immediate praise. One of the most important French symbolists, Baudelaire led a debauched, violent, and ultimately tragic life, dying an opium addict in 1867. This book, a response to Thomas De Quincey's Confessions of an Opium Eater, serves as a memoir of Baudelaire's last years. In this beautifully wrought portrait of the effects of wine, opium, and hashish on the mind, Baudelaire captures the dreamlike visions he experienced during his narcotic trances. These hallucinations, sometimes exquisite, sometimes disturbing, and the delusions of grandeur that often accompanied them, constitute the Paradis Artificiels, the gorgeous yet false worlds of ecstasy that eventually led to his ruin. Contrasting the effects of hashish and opium with those of wine, Baudelaire concludes that "wine exalts the will, hashish destroys it" and makes idlers of all those who use it. This new translation of a controversial book provides fascinating reading as well as a key to the mind of a great writer.… (altro)
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French literature. Rehearsals. Translation by
  AliceDbooks | Oct 24, 2022 |
Edition adorned with miniatures taken from oriental manuscripts relating to opium & hashish.
  AliceDbooks | Dec 21, 2020 |
Según Michel Butor, este libro que Baudelaire escribió sobre las drogas, el hachís y el opio, ocupa un lugar muy preciso en el conjunto de su obra. Además de las consideraciones sociales que establece sobre los resultados de la drogadicción, y tras estudiar la "multiplicación de la individualidad" producida por el hachís y el opio, que le interesa como artista, Baudelaire convierte Los paraísos en "su obra fundamental sobre la naturaleza de la poesía, y los productos en cuestión desempeñan en ellos el papel de dos grandes imágenes a las que podrá primero compararla y luego oponerla". ( )
1 vota coronacopado | Aug 15, 2011 |
Read
  Kindlegohome | Jul 15, 2015 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Charles Baudelaireautore primariotutte le edizionicalcolato
Aizsilniece, AnnaDesignerautore secondarioalcune edizioniconfermato
Dimiņš, DensA cura diautore secondarioalcune edizioniconfermato
Grīnberga, GitaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Rudzītis, GintsIllustratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
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Titolo originale
Titoli alternativi
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Wikipedia in inglese

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At the time of its release in 1860, Charles Baudelaire's "Artificial Paradises (Les Paradis Artificiels)" met with immediate praise. One of the most important French symbolists, Baudelaire led a debauched, violent, and ultimately tragic life, dying an opium addict in 1867. This book, a response to Thomas De Quincey's Confessions of an Opium Eater, serves as a memoir of Baudelaire's last years. In this beautifully wrought portrait of the effects of wine, opium, and hashish on the mind, Baudelaire captures the dreamlike visions he experienced during his narcotic trances. These hallucinations, sometimes exquisite, sometimes disturbing, and the delusions of grandeur that often accompanied them, constitute the Paradis Artificiels, the gorgeous yet false worlds of ecstasy that eventually led to his ruin. Contrasting the effects of hashish and opium with those of wine, Baudelaire concludes that "wine exalts the will, hashish destroys it" and makes idlers of all those who use it. This new translation of a controversial book provides fascinating reading as well as a key to the mind of a great writer.

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Descrizione del libro
Composti tra il 1850 e il 1859, questi testi raccolgono le riflessioni di Baudelaire sull'hascisc e sulle droghe leggere, fortemente influenzate da un lato dalla sua esperienza personale, dall'altro dall'esempio dell'"ebrezza" di Poe e delle "Confessioni di un mangiatore d'oppio" di De Quincey. Se in un primo tempo il grande poeta francese riflette sul parallelismo emotivo tra lo stato di eccitazione provocato dall'hascisc e l'invasamento lirico, ben presto si accorge però che le droghe possono solo limitarsi a scimmiottare l'arte, rivelando l'illusorietà dei paradisi che sono in grado di creare. Il libro contiene uno scritto di Jean-Paul Sartre.
(piopas)
Riassunto haiku

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