Bel libro. Fino alla fine niente mi ha lasciato immaginare che l'epilogo fosse poi quello che è effettivamente risultato. In più la progressiva "trasformazione" del personaggio principale è riuscita a prendermi moltissimo.

Due ottimi motivi per dare il massimo dei voti, ma tolgo una stella per un motivo. In tutta onestà, per me il ciclo dei robot è un gradino al di sopra di questi due romanzi (questo e il tiranno dei mondi), quindi - nonostante quest'ultimo mi sia già piaciuto di più di quello prima - non posso dargli lo stesso voto dato all'intera saga precedente. Ammetto ancora una volta, a costo d'essere ripetitivo, d'aver nostalgia di Daneel e dei personaggi di quella saga.

In ogni caso è già meglio del tiranno dei mondi, dove c'erano alcune parti che si avvalevano di spiegazioni matematico/scientifiche riguardanti i calcoli da eseguire per capire dove compiere i balzi.

Questo particolare è indice che la mente dell'autore era sicuramente al di sopra della media nelle scienze, e su questo dato di fatto non c'è nulla da eccepire dato che la storia parla da se. Il problema è che io, da umile lettore quale sono, non posseggo minimamente tale bagaglio.

Ammetto palesemente di aver arrancato, faticando palesemente a comprendere tali parti, finendo così per accettarle arrendevolmente... quasi come fossero una nota stonata di sottofondo, dalla quale dover distogliere l'attenzione per riuscire a godere del resto dell'opera.

Per mia fortuna questo romanzo non ha ripetuto le parti nozionistiche, perlomeno non in modo a me troppo complesso da seguire, quindi lo reputo a metà tra la bellissima saga precedente e il tiranno dei mondi. ( )