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Sto caricando le informazioni... Mille anni che sto qui (originale 2006; edizione 2006)di Mariolina Venezia
Informazioni sull'operaMille anni che sto qui di Mariolina Venezia (2006)
Italian Literature (471) Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Grottole, nei pressi di Matera: dall'Unità d'Italia ai giorni nostri, le vicende straordinarie e quotidiane dei Falcone. Dal capostipite Don Francesco con i suoi barili d'oro sepolti e mai più ritrovati alla piccola Gioia che fugge di casa un secolo dopo per dimenticare tutto e tutti, mille e ancora mille storie d'amore, morte, gelosia, amicizia, mentre intorno infuriano le tempeste della Storia e si susseguono le generazioni passandosi silenziosamente il testimone. “La via verso ciò che sarà è come un labirinto pieno di strade che non portano da nessuna parte.” La trama, è impossibile non notarlo per chi ha letto entrambi, ricalca in maniera spudorata il capolavoro di Marquez “Cent’anni di solitudine”, pur sconfessando, l’autrice, la teoria sulla ciclicità del tempo che sta alla base di quel romanzo. È comunque, secondo me, un’operazione ben riuscita, la saga della famiglia Falcone, ambientata nella nostrana valle del Basento in Basilicata, accompagnerà per oltre un secolo le vicende italiane con qualche intrusione europea comunque discreta. La scrittura è scorrevole e coinvolgente evitando, pur avvicinandosi spesso, la tentazione criptica e solo verso la fine si osserva una leggera stanchezza narrativa. Le vicende di questa tipica e numerosa famiglia meridionale sono significative perché in qualche modo possono rappresentare molti degli italiani la cui condizione era simile, ma ancor di più perché penetra in maniera decisa in quella che è stata la realtà negli ultimi 150 anni di una delle regioni italiane meno conosciute in assoluto, se non, negli anni, solo per lo sfruttamento delle risorse naturali e umane. Filo conduttore della storia almeno per quel che riguarda le persone, la fiera figura di don Francesco Falcone che con i suoi barili di ducati, nascosti per sottrarli ai briganti, sia quelli del posto che quelli piemontesi, e ritrovati quando ormai non più spendibili, costruisce una leggenda che accomunerà immancabilmente, nel tempo a venire, tutti i protagonisti a simboleggiare come una sorta di marchio di appartenenza familiare. Riporto qua sotto due passaggi del libro, uno semplicemente per la sua bellezza letteraria, l’altro invece come controinformazione sui fatti successi nel sud all’indomani dell’unità d’Italia, e su cui ancora, incredibilmente, aleggia una censura ufficiosa ma di fatto operativa a tutti gli effetti… “Quante cose può perdere un uomo eppure restare se stesso? Può perdere l’amore, il denaro, la posizione. Una persona cara. La dignità. Può sprecare il suo talento o perdere la sua grande occasione, mancare l’appuntamento al quale si è preparato per tutta la vita. Può perdere i suoi ideali, i suoi sogni, e alla fine anche la memoria. E se un uomo fosse anche questo? Tutte le vite che avrebbe potuto vivere, tutto ciò che ha perso?” “Fra il 1861 e il 1863 il neonato stato italiano impiegò circa 120.000 soldati, cioè quasi la metà dell’esercito nazionale appena costituito, in un massacro che nel resto d’Europa venne definito pari a quello degli indiani d’America: la lotta contro il brigantaggio nelle province meridionali. Il numero dei morti fu superiore a quello dei caduti in tutte le guerre del risorgimento messi insieme, ma nei libri di storia non ne è restato quasi traccia.” La storia di una famiglia lucana dall'800 ai nostri giorni. In questo suo primo romanzo Mariolina Venezia sembra voler ricalcare le scene di Cent'anni di solitudine per l'ampiezza temporale e la tipologia di personaggi e riecheggia Isabel Allende in La casa degli spiriti nello scegliere nomi legati al bianco per i personaggi femminili. Il libro è gradevole, ma non possiede il respiro dei narratori sudamericani: troppe vicende e troppi personaggi in poco spazio. Il linguaggio è accurato ed evocativo, ma i personaggi sono solo abbozzati e affaccendati in troppe vicende in poche righe. Una trama così complessa e con tante diramazioni avrebbe avuto bisogno di almeno 100 pagine in più. Alla fine infatti, la storia dell'uiltima protagonista che ci porta ai giorni nostri, è ormai un riassunto frettoloso, come se all'autrice fosse finita la carta su cui scrivere...
While it’s easy to get lost amid the branches of the voluminous family tree (thankfully, Venezia supplies a diagram), the storytelling, as translated by Marina Harss, is enchanting — imbued with sentiment without being sentimental. Premi e riconoscimenti
Grottole, nei pressi di Matera: in un Sud poco esplorato, le vicende straordinarie e quotidiane dei Falcone, una famiglia cui il destino dona tutto e non risparmia niente, dalla guerra all'emigrazione, dalla ricchezza alla fame, passando per scandali pubblici e furori individuali. Dal capostipite don Francesco, con isuoi barili d'oro sepolti e non più ritrovati, all'ultima discendente, che fugge di casa un secolo dopo per dimenticare tutto e tutti. Una costellazione di personaggi che emergono per un attimo, colti nei momenti salienti dell'esistenza, poi vengono assorbiti dal vortice del tempo. Il loro scendere o meno a patti con la vita. L'immaginazione usata per accettare la realtà. E poi la fine di un mondo. Padri e figli, ma soprattutto madri e figlie, aspettative e tradimenti. Gli ideali politici, le lotte, le delusioni, le sviste. E la felicità, l'infelicità, la voglia di vivere. Una voglia di vivere conquistata infine al di là di ogni ideologia, credo e religione, sfidando anche l'amore romantico e le sue trappole. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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