Gli anni dell'adolescenza e della prima giovinezza. Elena e Lila segnano il loro destino, chi con scelte avventate, chi con scelte ponderate fino al'osso ( )

La storia di Elena e Lina riprende tra gli anni dell’adolescenza e quelli della prima maturità. Ma ecco andando avanti nella lettura di questi libri della Ferrante ci si rende conto che questa non è una storia di due ragazze, no, è una vera e propria saga, dei Cerullo, dei Greco, Carracci e Solara; non sono i Buddenbrook di Mann, i Rostov ed i Bolkonskkij di Tolstoj e nemmeno la famiglia del signor Cevdet di Pamuk. Dalle storie di gente comune la Ferrante trae con incredibile semplicità un’odissea che nasce dai vicoli di un rione popolare di Napoli e dilaga man mano dalle pagine del libro. Elena continua i suoi studi ed accede alla Normale di Pisa, ma la capacità di leggere i propri limiti culturali come vincolo famigliare lascia sempre lo spazio al riconoscimento della superiorità di Lila, l’amica geniale di sempre che vive nella difficoltà di vivere. Ma non sono le storie a rendere grande questa saga, si così va chiamata e basta, ma l’incredibile capacità di scrittura dell’autrice che riesce con un pennello a volte ampio, a volte fino, a tratteggiare il cuore di una città e del suo universo di umanità. Ma partendo dal particolare, le persone, la Ferrante va al cuore della vita di ognuno di noi in una sorta di danza letteraria. Perché la Ferrante fa letteratura. ( )

Anche il secondo volume non delude: ci porta subito nel vivo della narrazione e ritroviamo Lila e Lenù lì dove le avevamo lasciate, stavolta non più bambine ma giovani donne alle prese con una realtà difficile.
Il romanzo evolve insieme alle protagoniste, perde quindi un po' della delicatezza ingenua del primo libro, ed i toni si fanno più cupi e in certi casi perfino disperati. E' un romanzo pieno di passioni: amore, odio, violenza, è tutto spinto all'estremo, proprio come estremi sono i sentimenti dei ragazzi di quell'età.
A non essere cambiata invece è la capacità dell'autrice di avvincere il lettore grazie al suo stile povero e quasi brutale, che non lascia spazio ad altro se non all'esigenza del narrare. ( )