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Cosa c'è di là. Inno alla…
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Cosa c'è di là. Inno alla vita (edizione 2022)

di Enzo Bianchi (Autore)

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""Ormai vecchio, guardando al mio passato, mi accorgo che il cammino dell'imparare a morire ?stato il cammino dell'imparare a vivere, nella convinzione che ci ?che si ?vissuto nell'amore rester ?per sempre. Solo l'amore innesta l'eternit ?nella nostra vita mortale." Che senso pu ?avere nel nostro tempo la domanda sull'aldil?? Nell'epoca della morte rimossa o spettacolarizzata in un flusso di immagini che la esibiscono e la dissacrano, quale significato possiamo attribuirle? Su questa terra che tanto amo, ho sempre cercato l'eternit.?" Con queste parole Enzo Bianchi, instancabile cercatore di senso, apre una meditazione poetica e non dogmatica sulla pi ?ineludibile delle domande - su quel limite capace di dare senso alla vita di ciascuno - per approdare a una risposta centrata sull'amore, sulla sua forza come trama del mondo e delle relazioni con gli altri, e quindi come ragione di speranza anche dopo la vita terrena. Un libro appassionato, carico di fiducia, in cui la morte si apre alla vita."--Back cover & inside front cover.… (altro)
Utente:AntonioGallo
Titolo:Cosa c'è di là. Inno alla vita
Autori:Enzo Bianchi (Autore)
Info:Il Mulino (2022), 152 pagine
Collezioni:Filosofia, Parole, Memories, Culture, Life, Future, Religion, Bibliomania
Voto:****
Etichette:morte, vita

Informazioni sull'opera

Cosa c'è di là. Inno alla vita di Enzo Bianchi

Aggiunto di recente darossiele, carben, AntonioGallo
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Pensare alla propria nascita è inquietante come pensare alla propria morte. Ho letto questo libro tutto di un fiato, come si suol dire. Avendo qualche anno in più dell'autore, mi premeva sapere cosa ha scritto su un tema che tocca tutti gli esseri viventi, in particolare me stesso. Certamente, mi dicevo, ne saprà più di me. Enzo Bianchi non è uno qualsiasi, non c'è bisogno che dica chi è. "Cosa c'è di là" resta una "terra incognita", anche dopo la lettura del libro. Le etichette che gli ho assegnato spiegano il mio giudizio. Il saggio è una comunicazione tutta umana, spirituale e anche religiosamente filosofica in cerca di una identità che si identifica e confluisce nella parola chiave che avvolge il tutto: "mistero". Se misterioso è l'inizio, può essere chiara e comprensibile la fine? L'ho detto all'inizio: "La propria nascita è tanto inquietante quanto la propria morte". L'aggettivo "inquietante" la sa lunga, contiene, forse, un minimo di possibilità per comprendere di cosa stiamo parlando: della vita, del suo senso e di tutto il resto. La vita voi la vivete in "quiete"? Un mio amico, parroco di montagna in Costa di Amalfi, ama ripetere spesso quando si trova davanti ad intterogativi che attendono una risposta che "siamo tutti in sala d'attesa". Quando ce ne andremo sapremo la risposta. Non è che lui si arrende, non potrebbe farlo, è un "collega" di Enzo Bianchi. Il fatto è che lui si limita ad arrendersi a quello che "crede" e rinunzia ad ogni forma di "speculazione". Fa bene, fa male? Non sarò io a giudicare. Nè tanto meno posso giudicare il monaco cristiano e saggista Enzo Bianchi. Mi limito a dargli 4 stelle e invitarvi a leggere il suo libro. Tra la vita e la morte continuo a godermi la prima in attesa della seconda che verrà quando ... Dio ... lo vorrà. Ecco, la vera "parola chiave" l'ho detta ... L'ultimo "tag" ... ( )
  AntonioGallo | Dec 5, 2022 |
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Risorse esterne che parlano di questo libro

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""Ormai vecchio, guardando al mio passato, mi accorgo che il cammino dell'imparare a morire ?stato il cammino dell'imparare a vivere, nella convinzione che ci ?che si ?vissuto nell'amore rester ?per sempre. Solo l'amore innesta l'eternit ?nella nostra vita mortale." Che senso pu ?avere nel nostro tempo la domanda sull'aldil?? Nell'epoca della morte rimossa o spettacolarizzata in un flusso di immagini che la esibiscono e la dissacrano, quale significato possiamo attribuirle? Su questa terra che tanto amo, ho sempre cercato l'eternit.?" Con queste parole Enzo Bianchi, instancabile cercatore di senso, apre una meditazione poetica e non dogmatica sulla pi ?ineludibile delle domande - su quel limite capace di dare senso alla vita di ciascuno - per approdare a una risposta centrata sull'amore, sulla sua forza come trama del mondo e delle relazioni con gli altri, e quindi come ragione di speranza anche dopo la vita terrena. Un libro appassionato, carico di fiducia, in cui la morte si apre alla vita."--Back cover & inside front cover.

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Descrizione del libro
“Ormai vecchio, guardando al mio passato, mi accorgo che il cammino dell’imparare a morire è stato il cammino dell’imparare a vivere, nella convinzione che ciò che si è vissuto nell’amore resterà per sempre. Solo l’amore innesta l’eternità nella nostra vita mortale.”

Che senso può avere nel nostro tempo la domanda sull’aldilà? Nell’epoca della morte rimossa o spettacolarizzata in un flusso di immagini che la esibiscono e la dissacrano, quale significato possiamo attribuirle?

“Su questa terra che tanto amo, ho sempre cercato l’eternità”. Con queste parole Enzo Bianchi, instancabile cercatore di senso, apre una meditazione poetica e non dogmatica sulla più ineludibile delle domande – su quel limite capace di dare senso alla vita di ciascuno – per approdare a una risposta centrata sull’amore, sulla sua forza come trama del mondo e delle relazioni con gli altri, e quindi come ragione di speranza anche dopo la vita terrena.
Un libro appassionato, carico di fiducia, in cui la morte si apre alla vita.

Enzo Bianchi ha fondato la Comunità monastica di Bose di cui è stato Priore fino al 2017. È autore di testi sulla spiritualità cristiana e sul dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo.
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