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The Serpent Coiled in Naples (edizione 2022)

di Marius Kociejowski (Autore)

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A travelogue revealing the hidden stories of Naples.   In recent years Naples has become, for better or worse, the new destination in Italy. While many of its more unusual features are on display for all to see, the stories behind them remain largely hidden. In Marius Kociejowski's portrait of this baffling city, the serpent can be many things: Vesuvius, the mafia-like Camorra, the outlying Phlegrean Fields (which, geologically speaking, constitute the second most dangerous area on the planet). It is all these things that have, at one time or another, put paid to the higher aspirations of Neapolitans themselves. Naples is simultaneously the city of light, sometimes blindingly so, and the city of darkness, although often the stuff of cliché. The boundary that separates death from life is porous in the extreme: the dead inhabit the world of the living and vice versa. The Serpent Coiled in Naples is a travelogue, a meditation on mortality, and much else besides.  … (altro)
Utente:AntonioGallo
Titolo:The Serpent Coiled in Naples
Autori:Marius Kociejowski (Autore)
Info:Armchair Traveller (2022), 464 pagine
Collezioni:Reading, Review, History, Culture, Bibliomania, In lettura
Voto:****
Etichette:Napoli, Vesuvio

Informazioni sull'opera

The Serpent Coiled in Naples (Armchair Traveller) di Marius Kociejowski

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Napoli è da sempre, nel bene e nel male, la destinazione turistica italiana più ambita e ricercata. Ma mentre le sue caratteristiche più insolite sono in mostra a tutti, le storie che si nascondono dietro di esse rimangono in gran parte sconosciute. Nel ritratto che Marius Kociejowski fa di questa città, in questo nuovo straordinario libro che ho letto in versione cartacea, il serpente che appare nel titolo e che avvolge non solo tutta la scrittura del libro, ma addirittura l’intera città di Napoli e la sua storia, può essere molte cose: il Vesuvio, la camorra, la mafia, i Campi Flegrei, alla periferia della città, che, geologicamente parlando, costituiscono la seconda area più pericolosa del pianeta.

Per scrivere di Napoli bisogna davvero essere un poeta o, meglio ancora, un libraio antiquario. Mr Kociejowski è tutte e due le cose e ha prodotto un’opera deliziosa che è anche eclettica, labirintica, ironica e scioccante come la città stessa. Sono queste cose che, prima o poi, rappresentano, tutto sommato, gli stessi napoletani. Napoli è allo stesso tempo la città della luce, a volte accecante, e la città delle tenebre, anche se spesso solo roba da cliché.

Il confine che separa la morte dalla vita è estremamente poroso: i morti abitano il mondo dei vivi e viceversa. Il serpente avvolto (coiled) dentro Napoli è un diario di viaggio, una meditazione sulla mortalità e molto altro ancora. Si dice che Napoli, da molti ritenuta la capitale stracciona del sud italiano, sia inondata di eroina. Le raffinerie di morfina gestite da cinesi alla sua periferia si travestono da operazioni di alta moda “legittime” che trasformano i pezzetti di seta cinese in “Dolce & Gabbana” o “Versace” di contrabbando.

Le presunte fabbriche tessili sono controllate dalla mafia napoletana, o dalla camorra. Tutto questo è stato denunciato dal giornalista italiano Roberto Saviano nel suo bollente reportage, Gomorra. Pubblicato in Italia nel 2006, quello di Saviano era, comunque, un resoconto parziale, in cui la città carnevalesca dei mandolini e “O Sole Mio” è stata invasa da capitalisti assassini di alta moda “Armani”.

Marius Kociejowski, poeta, saggista e scrittore di viaggi, è attento a studiare a fondo la reputazione della città per la camorra e il crimine di borseggio. “Non c’è modo di aggirare il fatto che Napoli sia un po’ un macello”, scrive. Sotto l’oscura esuberanza di vita della città, però, c’è una pittoresca mitologia ellenica e virgiliana e una ricchezza di folclore.

Il libro di Kociejowski, che prende il titolo dal proverbio siciliano ‘Non temere Roma, il serpente giace attorcigliato a Napoli’, è uno dei migliori è più recenti che siano stati scritti su questa realtà lunare, un vero e proprio avamposto del mondo mediterraneo. In pagine di una prosa quasi accademica ma sempre accattivante, Kociejowski evoca una città infestata dalla morte, dove il significato della vita è ovunque connesso a ciò che significa morire. Gli atteggiamenti napoletani verso la morte sono offuscati da elementi di credenza pagana e dal simbolo di dromedario del Vesuvio che fuma in lontananza come un avvertimento.

Nel brillante capitolo “Old Bones”, Kociejowski prende in esame la rete di cave vulcaniche sotterranee a Napoli conosciute come Fontanelle, piene di antichi teschi umani. Fino a poco tempo fa, devote donne mormoravano preghiere a un cranio di loro scelta, al fine di accelerare l’ingresso del suo proprietario in paradiso o per qualche altro scopo di intercessione, come i numeri al banco lotto. Alcuni dei teschi hanno una lucentezza come scarpe ben lucidate, toccati come sono stati di continuo per buona fortuna.

Il cristianesimo ha lasciato solo una patina traslucida, come una scia di lumaca, sulla superstiziosa superficie del culto funerario delle Fontanelle. L’ossario è situato nell’antica rocca camorristica de La Sanità, dove sono venute alla luce tracce di una necropoli greco-romana. Lungo il suo percorso narrativo Kociejowski intervista musicologi, ristoratori, musicisti di strada, folkloristi, artisti e burattinai napoletani. Descrizioni puntigliose di chiese, cripte e cappelle si uniscono a una sensuale immediatezza dei dettagli e all’apprezzamento dei tanti scrittori che hanno immortalato Napoli, tra cui il poeta romantico Giacomo Leopardi, Charles Dickens, Goethe e Curzio Malaparte.

Il grande romanzo di Malaparte del 1944 sulla Napoli in tempo di guerra, The Skin, (La Pelle) è un “capolavoro deformato”. Spirito irrequieto e indagatore, Kociejowski è attratto dal personaggio di serie della commedia dell’arte Pulcinella, dal XVII secolo un punto fermo del teatro di figura napoletano. Pulcinella (Mr Punch, inglese) ha un’oscura conoscenza dell’aldilà e gli piace abbattere i ricchi. Fu nei Campi Flegrei fuori Napoli che Enea consultò la Sibilla prima della sua discesa nell’Ade. La presunta grotta dell’indovino è ancora lì, il tetto annerito da secoli di fumo di torcia.

Con sgomento di Kociejowski, il percorso che conduce al sito è disseminato di quantità di carta igienica sporca, “come se interi autobus carichi di persone si fossero liberati insieme”. Nel 2017, terribilmente, tre membri di una famiglia in vacanza del nord Italia sono morti cadendo in una fossa nel cratere vulcanico della Solfatara vicino alla grotta. La formula “Vedi Napoli e muori” quel giorno acquistò un significato orribile. Amalgama pungente di reportage e viaggi, “The Serpent Coiled in Naples! rende orgoglioso Napoli e la sua cittadinanza. Per scrivere il suo libro Kociejowski ha abitato a Forcella, uno dei quartieri più loschi del paese natale della camorra, la mafia napoletana. Forcella significa “forcella”, come in “biforcazione” o “Y”.

“Scava più a fondo e quello che viene fuori è il simbolo della Scuola Pitagorica che si trovava da qualche parte nella zona”, scrive. Una digressione sull’uso della croce a Y nell’arte medievale arriva a un gruppo di pietre presso una divisione della strada a Forcella, databile probabilmente al III secolo a.C. quando facevano parte dell’antico muro della Neapolis greca o una porta altrettanto venerabile. Su una ringhiera attorno alle pietre è appeso un cartello “che invita i passanti a ricordare Maikol Giuseppe Russo, un giovane padre di due figli, che divenne l’ennesimo spettatore innocente caduto a colpi di arma da fuoco”.

Napoli è popolata dai cittadini più cordiali, allegri e accoglienti d’Italia. È un luogo magicamente seducente in cui spesso si può sentire come se la saggezza di un mondo più vecchio e vuoto fosse sempre a portata di mano. Eppure è anche una città in cui è possibile trovare, come ha fatto una notte il signor Kociejowski sulla via principale, il corpo di un tossicodipendente ucciso a colpi di arma da fuoco in un occhio. Come osserva, è del tutto possibile diventare napoletani. “Se sia da raccomandare è un’altra questione."

Nato in Canada (nel 1949), Kociejowski si stabilì a Londra poco più che ventenne, dove entrò a far parte delle librerie Bertram Rota. Rimase nel commercio di libri di antiquariato per quasi 45 anni. Per gran parte del tempo ha lavorato a Cecil Court, il vicolo pedonale del centro di Londra, un tempo soprannominato “Flicker Alley” per i suoi legami con l’industria cinematografica. ( )
  AntonioGallo | Jul 22, 2022 |

Marius Kociejowski, poeta, saggista e scrittore di viaggi, è attento alla reputazione della città per la camorra e il crimine di borseggio. "Non si può aggirare il fatto che il Napoli sia un po' un macello", scrive. Sotto l'oscura esuberanza della vita della città, però, c'è una pittoresca mitologia ellenica e virgiliana e una ricchezza di folklore. Il libro di Kociejowski (che prende il titolo dal proverbio siciliano ‘Non temere Roma – il serpente giace attorcigliato a Napoli’) è uno dei migliori che abbia letto sullo sgangherato avamposto mediterraneo (e ne ho letti alcuni). In pagine di una prosa accademica ma accattivante, Kociejowski evoca una città infestata dalla morte, dove il significato della vita è ovunque connesso a ciò che significa morire.

Gli atteggiamenti napoletani verso la morte sono offuscati da elementi di credenza pagana e dal dromedario del Vesuvio che fuma in lontananza come un avvertimento. Nel brillante capitolo "Old Bones", Kociejowski considera la rete di cave vulcaniche sotterranee a Napoli note come Fontanelle, che sono piene di antichi teschi umani. Fino a poco tempo, devote donne cattoliche (di solito erano donne) mormoravano preghiere a un cranio di loro scelta, al fine di accelerare il suo proprietario in paradiso o per qualche altro scopo di intercessione. Alcuni dei teschi hanno una lucentezza come scarpe ben lucidate dove sono stati toccati per buona fortuna. Il cristianesimo ha lasciato solo una patina traslucida, come una scia di lumaca, sulla superficie superstiziosa del culto funerario delle Fontanelle. L'ossario è situato nell'antica rocca camorristica de La Sanità, dove sono venute alla luce tracce di una necropoli greco-romana.
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Marius Kociejowski, poet, essayist and travel writer, is alert to the city’s reputation for Camorra and pickpocketing crime. ‘There is no getting around the fact that Naples is a bit of a shambles,’ he writes. Beneath the city’s obscure exuberance of life, though, is a picturesqueness of Hellenic and Virgilian myth and a wealth of folklore. Kociejowski’s book (which takes its title from the Sicilian proverb ‘Never fear Rome – the serpent lies coiled in Naples’) is one of the best I have read on the ramshackle Mediterranean outpost (and I have read a few). In pages of scholarly but engagingly droll prose, Kociejowski conjures a death-haunted city, where the meaning of life is everywhere connected to what it is to die.

Neapolitan attitudes to death are shadowed by elements of pagan belief and by the dromedary-like mound of Vesuvius smoking like a warning in the distance. In the brilliant chapter ‘Old Bones’, Kociejowski considers the network of underground volcanic quarries in Naples known as the Fontanelle, which are piled high with ancient human skulls. Until recently, devout Catholic women (it was usually women) would mutter prayers to a cranium of their choosing, in order to speed its owner on to paradise or for some other intercessory purpose. A number of the skulls have a sheen to them like well-polished shoes where they have been touched for good luck. Christianity has left only a translucent veneer, like a snail’s trail, over the superstitious surface of the Fontanelle mortuary cult. The ossuary is situated in the old Camorra stronghold of La Sanità, where traces of a Greco-Roman necropolis have come to light.
aggiunto da AntonioGallo | modificaThe Spectator, Ian Thomson (sito a pagamento) (Jul 9, 2022)
 
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A travelogue revealing the hidden stories of Naples.   In recent years Naples has become, for better or worse, the new destination in Italy. While many of its more unusual features are on display for all to see, the stories behind them remain largely hidden. In Marius Kociejowski's portrait of this baffling city, the serpent can be many things: Vesuvius, the mafia-like Camorra, the outlying Phlegrean Fields (which, geologically speaking, constitute the second most dangerous area on the planet). It is all these things that have, at one time or another, put paid to the higher aspirations of Neapolitans themselves. Naples is simultaneously the city of light, sometimes blindingly so, and the city of darkness, although often the stuff of cliché. The boundary that separates death from life is porous in the extreme: the dead inhabit the world of the living and vice versa. The Serpent Coiled in Naples is a travelogue, a meditation on mortality, and much else besides.  

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Descrizione del libro
Negli ultimi anni Napoli è diventata, nel bene e nel male, la nuova destinazione in Italia. Mentre molte delle sue caratteristiche più insolite sono in mostra a tutti, le storie dietro di loro rimangono in gran parte nascoste. Nel ritratto di Marius Kociejowski di questa città sconcertante, il serpente può essere molte cose: il Vesuvio, la camorra mafiosa, i Campi Flegrei periferici (che, geologicamente parlando, costituiscono la seconda area più pericolosa del pianeta). Sono tutte queste cose che, prima o poi, hanno messo in conto le aspirazioni superiori degli stessi napoletani. Napoli è allo stesso tempo la città della luce, a volte accecante, e la città delle tenebre, anche se spesso roba da cliché. Il confine che separa la morte dalla vita è estremamente poroso: i morti abitano il mondo dei vivi e viceversa. Il serpente avvolto a Napoli è un diario di viaggio, una meditazione sulla mortalità e molto altro ancora.

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In recent years Naples has become, for better or worse, the new destination in Italy. While many of its more unusual features are on display for all to see, the stories behind them remain largely hidden. In Marius Kociejowski’s portrait of this baffling city, the serpent can be many things: Vesuvius, the mafia-like Camorra, the outlying Phlegrean Fields (which, geologically speaking, constitute the second most dangerous area on the planet). It is all these things that have, at one time or another, put paid to the higher aspirations of Neapolitans themselves. Naples is simultaneously the city of light, sometimes blindingly so, and the city of darkness, although often the stuff of cliché. The boundary that separates death from life is porous in the extreme: the dead inhabit the world of the living and vice versa. The Serpent Coiled in Naples is a travelogue, a meditation on mortality, and much else besides.
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