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Sto caricando le informazioni... L'anno della morte di Ricardo Reis (1984)di José Saramago
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Capodanno del 1935: da un piroscafo, partito da Rio de Janeiro, sbarca a Lisbona Ricardo Reis, medico e poeta, autore di famose Odi oraziane e, soprattutto, eteronimo di Fernando Pessoa. Comincia così il romanzo in cui José Saramago fa 'vivere' uno dei personaggi nati dalla fantasia di Pessoa: gli fornisce carne, ossa, casa, una cameriera d'albergo per musa, e gambe che lo portino a rendere omaggio alla tomba del suo creatore, o a passeggiare con lui - col suo fantasma - per le vie di Lisbona. Avevo scoperto Saramago con “Memoriale del convento” ed era stata una rivelazione, mi aveva affascinato e conquistato, vuoi per la bellezza della storia vuoi per lo stile così particolare. Quando lessi per la prima volta “L’anno della morte di Ricardo Reis” rimasi abbastanza delusa. Non ero riuscita a ripulire la mente dagli echi del Memoriale e inconsciamente continuavo a cercare nelle pagine del libro le storie di Baltasar e Blimunda, senza ovviamente trovarle. Per questo adesso, volendo rendere omaggio a quello che forse in questo momento della mia vita è il mio scrittore preferito, ho ritenuto giusto, quasi doveroso, piuttosto che andare a cercare qualcosa di nuovo, riprendere in mano questo libro che probabilmente per una mia inadeguatezza, o perché letto in un momento sbagliato non avevo apprezzato a pieno e rendergli giustizia. Ed ho avuto ragione, perché la rilettura mi ha fatto scoprire un altro libro meraviglioso di quelli da mettere tra i D.O.C.G. completamente diverso da quello che ricordavo, non poi così lontano dal Memoriale di come mi fosse sembrato la prima volta, anzi quasi un suo completamento ideale. Giorni fa, a tavola con mio figlio parlavamo proprio di questo. Anche lui ha letto e amato molto il Memoriale e ad un certo punto mi ha chiesto di cosa parlasse il libro. “Parla della molteplicità dell’uomo,” gli ho risposto “delle sue incoerenze, delle sue ambiguità e delle sue debolezze; della morte che si insinua a poco a poco nella vita, della paura dell’oblio; parla dell’amore, dell’incapacità di amare, e della difficoltà a riconoscere e accettare i sentimenti, i propri, ma anche quelli degli altri; parla della sopraffazione del “potere” sul popolo, dell’annientamento della libertà degli individui, della cecità e delle contraddizioni della Chiesa; dell’ assurdità delle classi sociali, dell’uguaglianza tra uomo e uomo e tra uomo e donna. Parla della vita… insomma parla un po’ di tutto!” Lui mi ha guardato e con un mezzo sorriso mi ha detto “E secondo te il Memoriale di cosa parlava, della costruzione di un’abazia forse?” nessuna recensione | aggiungi una recensione
Appartiene alle Collane EditorialiPremi e riconoscimentiElenchi di rilievo
Lisbon circa 1935 comes to life in this story of a doctor who forsakes medicine to recite poetry in the streets, the women in his life, and the ghost who occasionally accompanies him. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche
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