Autocitandomi, il sei settembre avevo scritto su questo blog: male che vada sono poco più di cento pagine, quanto potrà essere tremendo? Adesso, mentre sto per scrivere nero su bianco le mie opinioni su Il gabbiano Jonathan Livingston, sorrido davanti alla mia ingenuità.

Penso che Il gabbiano Jonathan Linvingston sia uno dei libri più pretenziosi che abbia letto nella mia vita. È pieno di voglia di essere profondo, di cambiarti la vita, di darti quel senso che vai cercando ovunque e non che non potrai non trovare in questo pennuto.

Continuo questa recensione mentre ridacchio come una scema perché il libro inizia con il nostro eroe che non usa le ali per procacciarsi il cibo, ma per volare a caso. Quindi rischia di morire di fame – ma gli scemi sono i suoi genitori che gli dicono che sta sbagliando. Capite perché io e questo libro siamo partiti con il piede sbagliato? Il volo privo di scopo puoi godertelo anche con la pancia piena, questa subdola glorificazione del non mangiare risparmiamocela.

E lo so che è una fiaba, che ha tutto un meraviglioso significato spirituale, ma per una volta tutta questa fulgida spiritualità non potremmo impacchettarla in una forma decente che non sembri uscita dal tema di un bambino di otto anni? (E non che i bambini di otto anni scrivano male, ma da un uomo di trent’anni mi aspetto una padronanza più matura della lingua).

Infine, non sono rimasta affatto colpita da questa spiritualità che a tratti mi è sembrata concretizzarsi in una setta terrificante tanto quanto lo Stormo che caccia Jonathan Livingston solo perché non magia e vola a caso; a tratti, invece, mi è sembrata molto elitaria con l’idea che solo alcuni gabbiani eletti riescano a passare di livello, magari solo perché sono nati in un certo modo. Mi ha messo una gran tristezza, alla quale si è aggiunta l’angoscia delle fotografie di gabbiani di Russell Munson, che paiono usciti da Gli uccelli di Hitchcock, e il fastidio dello strizzare l’occhio a chi legge per farlə sentire parte del popolo eletto. ( )

"Il Gabbiano Jonathan Livingston" è un celebre romanzo scritto da Richard Bach e pubblicato per la prima volta nel 1970. Il libro narra la storia di un gabbiano che vive in una colonia di gabbiani e che desidera volare sempre più in alto e con sempre maggior perfezione, sfidando i limiti imposti dalla sua stessa specie.

Jonathan Livingston è un gabbiano diverso dagli altri, che non si accontenta di volare solo per procurarsi il cibo, ma che vuole volare per il piacere stesso del volo. Grazie alla sua grande determinazione e alla sua costante ricerca della perfezione, Jonathan riesce a compiere imprese che sembrano impossibili per un gabbiano comune, come volare a velocità supersonica o rimanere in aria per giorni interi.

Il romanzo, attraverso la storia di Jonathan, vuole trasmettere un messaggio di speranza e di incoraggiamento a perseguire i propri sogni, anche quando questi sembrano impossibili. Il libro ha avuto un grande successo in tutto il mondo e è stato tradotto in numerose lingue.

Il messaggio principale del libro "Il Gabbiano Jonathan Livingston" è quello di incoraggiare il lettore a perseguire i propri sogni e a superare i propri limiti, seguendo la propria vocazione e la propria passione, anche se ciò comporta l'isolamento e la marginalità rispetto alla società.

Jonathan Livingston è un gabbiano che cerca la perfezione nel volo, ma viene osteggiato dalla sua stessa comunità, che lo considera diverso e strano. Jonathan, tuttavia, non si arrende e continua a volare sempre più in alto, alla ricerca della perfezione che per lui rappresenta la libertà.

Il libro invita il lettore a guardare oltre le convenzioni sociali e a seguire la propria strada, anche se questa comporta sacrifici e difficoltà. In questo senso, il romanzo rappresenta una sorta di allegoria della ricerca della propria identità e della realizzazione personale.

Il messaggio del libro è che la vera libertà e la felicità si possono trovare solo seguendo la propria vocazione e la propria passione, anche se questo comporta il distacco dalle convenzioni e dal conformismo della società. ( )

La metafora principale del libro, ovvero il percorso di autoperfezionamento del gabbiano che impara a volare/vivere attraverso l'abnegazione, il sacrificio e la gioia di farlo è stata letta da diverse generazioni secondo diverse prospettive ideologiche, dal cattolicesimo al pensiero positivo, l'anarchismo cristiano e la New Age. Bach dichiarò che la storia era ispirata a un pilota acrobatico di nome John H. "Johnny" Livingston (Cedar Falls, Iowa, 30 novembre 1897 - 30 giugno 1974), particolarmente attivo nel periodo fra gli anni venti e trenta

Boh, forse l'ho letto nel momento sbagliato; o all'eta sbagliata. In sintesi non m'ha detto quasi nulla ( )

Un simpatico ma modesto racconto con velleità filosofiche.
Una lettura tutto sommato interessante e piacevole (sopratutto per la sua originalità) ma piuttosto limitata, sia nella sostanza che nella forma. ( )