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L' opera al nero (1968)

di Marguerite Yourcenar

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1,6963010,191 (4)18
L ́opera al nero ©· la storia di un personaggio immaginario, Zenone, medico, alchimista, filosofo, dalla nascita illegittima a Bruges nei primi anni del Cinquecento, fino alla catastrofe che ne conclude l ́esistenza. Il racconto lo segue nei viaggi attraverso l ́Europa e il Levante, lo vede all ́opera nell ́esercizio della medicina, sia al capezzale degli appestati sia presso i sovrani, intento a ricerche in anticipo sulla scienza ufficiale del tempo; lo segue nei perpetui e rischiosi spostamenti, tra rivolte e compromessi. Zenone rappresenta un esemplare umano che ha attraversato il Rinascimento dietro le quinte e sta tra il dinamismo sovversivo degli alchimisti del Medio Evo e le conquiste tecniche del mondo moderno, tra il genio visionario dell ́ermetismo e della Cabala e un ateismo che osava appena chiamarsi tale. Il destino, il pensiero del personaggio sono ispirati al grande chimico tedesco Paracelso, a Michele Serveto, dedito anche lui a indagini sulla circolazione del sangue, al Leonardo dei Quaderni e a quel filosofo singolarmente audace che fu Tommaso Campanella. Una folla di comparse, mercanti, banchieri, ecclesiastici, operai, donne di ogni livello e condizione, si muove tra le pagine di un libro in cui nulla ©· sacrificato al pittoresco ma nel quale i decenni 1510-1569 ci appaiono in un aspetto nuovo, quotidiano e, al tempo stesso, sotterraneo, attraverso immagini colte dalla strada maestra, dal laboratorio, dal chiostro, dal banco di vendita, dalla taverna e, infine, dalla prigione.… (altro)
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Impegnativo, sicuramente pieno di ottimi spunti di riflessione.Credevo di trovarmi davanti ad un romanzo storico, con un che d'avventura; questo, inizialmente, non mi ha permesso di gustare appieno il contenuto del libro.
Quando infine, dopo i primi capitoli, mi sono resa conto che mi aspettava un libro filosofico, ho iniziato a leggerlo dalla giusta angolazione e a goderne i più sottili passaggi. La fine è magistrale, e alcuni passaggi sono davvero forti, colpiscono la mente e il cuore. ( )
  Dasly | Feb 18, 2014 |
Enrico-Massimiliano Ligre procedeva a piccole tappe sulla via di Parigi.

Dei contrasti che opponevano il Re all'Imperatore, ignorava tutto. Sapeva solamente che la pace conclusa da qualche mese si sfilacciava già come un abito indossato troppo a lungo. Non era un segreto per nessuno che Francesco di Valois persisteva nell'adocchiare il Milanese come un amante sfortunato la sua bella; si sapeva da fonte sicura che si adoprava in silenzio a equipaggiare e adunare su i confini del duca di Savoia truppe nuove, per mandarle a raccattare a Pavia gli speroni che vi aveva perduti. Alternando a frammenti di Virgilio gli scarni racconti di viaggio di suo padre banchiere, al di là dei monti corazzati di ghiaccio Enrico-Massimiliano si figurava file di cavalieri scendere verso vasti paesi, ridenti e fertili come una visione: pianure rossastre, sorgenti gorgoglianti ove si abbeveravano bianche mandrie, città cesellate come scrigni, traboccanti d'oro, di spezie e di corami, opulente come empori, maestose come chiese; giardini popolati di statue, sale colme di manoscritti rari; donne in vesti seriche, affabili col grande capitano; ogni sorta di raffinatezze nelle vivande e nel vizio, e, su tavole di argento massiccio, in caraffe di vetro veneziano, lo splendore pastoso della Malvasia.

Alcuni giorni prima, aveva lasciato senza rimpianti la casa natia di Bruges e il suo avvenire di figlio di mercante. Un sergente zoppo, che si vantava di aver militato in Italia al tempo di Carlo VIII, una sera gli aveva rievocato a gesti le sue imprese e descritto le donne e i sacchi d'oro di cui era riuscito a far man bassa nel saccheggio delle città. Enrico-Massimiliano lo aveva ricompensato di tante fanfaronate con una bicchierata all'osteria. Tornato a casa, disse tra sé che era giunto il momento di mettersi un po' in giro a dare un'occhiata per il mondo. Il futuro conestabile fu in dubbio se arruolarsi nelle truppe dell'Imperatore o in quelle del re di Francia; finí col rimettere la decisione a testa o croce: perse l'Imperatore. Una fantesca rivelò i suoi preparativi di partenza. Enrico-Giusto lí per lí picchiò il figliuol prodigo, poi, intenerito alla vista del piú piccino in vesticciuola lunga, che, sorretto alla vita, muoveva i primi passi sul tappeto del salone, augurò scherzosamente al giovanotto vento in poppa tra quegli scervellati dei francesi. Un po' per viscere paterne, molto per vanagloria, e per dimostrare a se stesso di avere appoggi dappertutto, si ripromise di scrivere a tempo debito al suo agente lionese, Maitre Muzot, affinché raccomandasse quel suo ingovernabile figlio all'ammiraglio Chabot de Brion, che aveva grossi debiti con la banca Ligre. Enrico-Massimiliano poteva ben scuotersi dalle suole la polvere della bottega paterna, non per nulla si è figlio di un uomo che alza o abbassa i corsi delle derrate a piacimento e che dà denaro in prestito ai principi. La madre dell'eroe in erba gli riempí le tasche di viveri e gli regalò di nascosto il denaro pel viaggio.
1 vota | impok | Jul 9, 2008 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Yourcenar, MargueriteAutoreautore primariotutte le edizioniconfermato
Cartago, GabriellaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Mongardo, MarcelloTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Tuin, JennyTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
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Titolo originale
Titoli alternativi
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Data della prima edizione
Personaggi
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Epigrafe
Nec certam sedem, nec propriam faciem, nec munus ullum peculiare tibi dedimus, o Adam, ut quam sedem, quam faciem, quae munera tute optaveris, ea, pro voto, pro tua sententia, habeas et possideas. Definita ceteris natura intra praescriptas a nobis leges coercetur. Tu, nullis angustiis coercitus, pro tuo arbitrio, in cuius manu te posui, tibi illam praefinies. Medium te mundi posui, ut circumspiceres inde commodius quicquid est in mundo. Nec te caelestem neque terrenum, neque mortalem neque immortalem fecimus, ut tui ipsius quasi arbitrarius honorariusque plastes et fictor, in quam malueris tute formam effingas...

Pico della Mirandola,
Oratio de hominis dignitate.

Non ti diedi né volto, né luogo che ti sia proprio, né alcun dono che ti sia particolare, o Adamo, affinché il tuo volto, il tuo posto e i tuoi doni tu li voglia, li conquisti e li possieda da solo. La natura racchiude altre specie in leggi da me stabilite. Ma tu che non soggiaci ad alcun limite, col tuo proprio arbitrio al quale ti affidai, tu ti definisci da te stesso. Ti ho posto al centro del mondo affinché tu possa contemplare meglio ciò che esso contiene. Non ti ho fatto né celeste né terrestre, né mortale né immortale, affinché da te stesso, liberamente, in guisa di buon pittore o provetto scultore, tu plasmi la tua immagine.
Dedica
Incipit
PRIMA PARTE

La vita errante

La strada maestra

Enrico-Massimiliano Ligre procedeva a piccole tappe sulla via di Parigi.
[...]
Citazioni
Chi sarà tanto insensato da morire senza aver fatto almeno il giro della propria prigione?
Era una di quelle epoche in cui la ragione umana si trova presa in un cerchio di fuoco.
Le scaramucce coi teologi avevano avuto il loro fascino, ma egli sapeva benissimo che non esiste accomodamento durevole tra coloro che cercano, pensano, analizzano e si onorano di essere capaci di pensare domani diversamente da oggi, e coloro che credono o affermano di credere, e obbligano con la pena di morte i loro simili a fare altrettanto.
Ultime parole
(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
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DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese

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L ́opera al nero ©· la storia di un personaggio immaginario, Zenone, medico, alchimista, filosofo, dalla nascita illegittima a Bruges nei primi anni del Cinquecento, fino alla catastrofe che ne conclude l ́esistenza. Il racconto lo segue nei viaggi attraverso l ́Europa e il Levante, lo vede all ́opera nell ́esercizio della medicina, sia al capezzale degli appestati sia presso i sovrani, intento a ricerche in anticipo sulla scienza ufficiale del tempo; lo segue nei perpetui e rischiosi spostamenti, tra rivolte e compromessi. Zenone rappresenta un esemplare umano che ha attraversato il Rinascimento dietro le quinte e sta tra il dinamismo sovversivo degli alchimisti del Medio Evo e le conquiste tecniche del mondo moderno, tra il genio visionario dell ́ermetismo e della Cabala e un ateismo che osava appena chiamarsi tale. Il destino, il pensiero del personaggio sono ispirati al grande chimico tedesco Paracelso, a Michele Serveto, dedito anche lui a indagini sulla circolazione del sangue, al Leonardo dei Quaderni e a quel filosofo singolarmente audace che fu Tommaso Campanella. Una folla di comparse, mercanti, banchieri, ecclesiastici, operai, donne di ogni livello e condizione, si muove tra le pagine di un libro in cui nulla ©· sacrificato al pittoresco ma nel quale i decenni 1510-1569 ci appaiono in un aspetto nuovo, quotidiano e, al tempo stesso, sotterraneo, attraverso immagini colte dalla strada maestra, dal laboratorio, dal chiostro, dal banco di vendita, dalla taverna e, infine, dalla prigione.

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Descrizione del libro
L’opera al nero è la storia di un personaggio immaginario, Zenone, medico, alchimista, filosofo, dalla nascita illegittima a Bruges, nei primi anni del Cinquecento, fino alla catastrofe che ne conclude l’esistenza. Il racconto lo segue nei viaggi attraverso l’Europa e il Levante, lo vede all’opera nell’esercizio della medicina, sia al capezzale degli appestati sia presso i sovrani, intento a ricerche in anticipo sulla scienza ufficiale del tempo, tra rivolte e compromessi. Zenone ha attraversato il Rinascimento dietro le quinte. Sta tra il dinamismo sovversivo degli alchimisti del Medio Evo e le conquiste tecniche del mondo moderno, tra il genio visionario dell’ermetismo e della Cabala e un ateismo che osava appena chiamarsi tale. Il personaggio si ispira al grande chimico tedesco Paracelso, a Michele Serveto, dedito anche lui a indagini sulla circolazione del sangue, al Leonardo dei Quaderni e a quel filosofo singolarmente audace che fu Tommaso Campanella. Una folla di comparse, mercanti, banchieri, ecclesiastici, operai, donne di ogni livello e condizione si muove tra le pagine di un libro in cui nulla è sacrificato al pittoresco ma nel quale i decenni 1510-1569 ci appaiono in un aspetto nuovo, quotidiano e, al tempo stesso, sotterraneo, attraverso immagini colte dalla strada maestra, dal laboratorio, dal chiostro, dal banco di vendita, dalla taverna e, infine, dalla prigione.
Riassunto haiku

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