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Sto caricando le informazioni... Memorie di Adriano (1950)di Marguerite Yourcenar
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Malinconico ritratto di un uomo di stato; splendido affresco di uno spirito insoddisfatto ( ) Sentendo l’approssimarsi della fine, l’imperatore Adriano scrive al giovane Marco Aurelio una lunghissima lettera, nella quale ripercorre a ritroso le diverse fasi della sua vita: le intemperanze giovanili, l’ascesa alla carica suprema dell'Impero, i viaggi e le guerre della maturità, gli amori, le passioni, il senso del dovere e dello Stato e, infine, la devastazione della malattia e il pensiero della morte. La biografia di questo grande uomo è ricostruita nella fedeltà rigorosa alle fonti storiche, ma viene filtrata e rielaborata dalla straordinaria sensibilità dell’autrice, che sa calarsi magistralmente sia nella psicologia maschile, sia nei costumi del tempo. La figura di Adriano prende così la forma intera e compiuta di un uomo di immensa cultura, amante del “bello” in tutte le sue espressioni, assetato di conoscenza, fiero e umile nell’esercizio del potere. Un grande personaggio pubblico, ma anche, e prima di tutto, un individuo alla ricerca della via più idonea a conciliare i propri doveri di Principe con le esigenze personali dell’uomo, volontà e sentimenti, desideri e raziocinio. Splendidi i passaggi in cui la consapevolezza della morte imminente lo porta ad evocare, per contrasto, tutto ciò che il declino fisico ha inesorabilmente annullato e ad affermare senza esitazioni e senza cedimenti il suo immenso amore per la vita. Una lettura memorabile. Questo, per me, e' il "Libro" : "memorie di Adriano" è stupendo. Adriano diventa lo specchio autobiografico della Yourcenar e sentiamo Adriano come se davvero i secoli tra lui e noi non siano passati. Il libro e' un' opera di poesia, un saggio di storia, un'autobiografia, una riflessione filosofica. Nella "confessione" dell' imperatore ci si riconosce : nella sua sete di bello e di cultura, nelle sue passioni e nel suo amore e, soprattutto, nella sua capacita' di riconoscere i propri sbagli. Ripeto, per me , questo e' il "Libro". "Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t'appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti. Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo mai più... Cerchiamo d'entrare nella morte a occhi aperti...". Con questa poesia scritta realmente dall'Imperatore Adriano in punto di morte si chiude questo bellissimo romanzo che - in forma epistolare - ricostruisce in prima persona la vita intera di uno dei più illuminati reggenti dell'Impero Romano. Uomo di immensa cultura, amante del bello, dell'arte, della filosofia, curioso viaggiatore (trascorse gran parte del suo regno visitando tutte le provincie dell'Impero), grandissimo organizzatore della vita pubblica, Imperatore pacifico (combattè solo guerre di difesa dei territori, comprendendo che l'Impero era già troppo vasto per esser gestito efficientemente da Roma), Adriano è raccontato dalla Yourcenar partendo dalla sua vecchiaia: giunto alla veneranda età di 62 anni (a cavallo tra il primo ed il secondo secolo dopo Cristo invecchiare tanto non era roba da tutti i giorni) l'imperatore sente avvicinarsi la morte e decide di scrivere una lunga, lunghissima lettera al diciassettenne pupillo Marco Aurelio (il personaggio interpretato da Richard Harris ne Il Gladiatore di Ridley Scott), destinato a divenire Cesare solo nel 161 d.c., alla morte di Antonino Pio, che succedette proprio ad Adriano. La lettera è un poema d'amore alla vita, evoca ed esalta il vigore della giovinezza, fa rilucere nel ricordo i viaggi e le conquiste di un uomo assetato di conoscenza e "costretto" al comando, l'amore per il giovane Antinoo che torna ad illuminare la sua esistenza con una singolare, nuova passione; e poi ancora la disperazione per il suicidio dell'amato (dopo la cui morte Adriano farà assurgere a divinità), a causa del quale dichiarerà di sentirsi un sopravvissuto per il quale ogni cosa ha un volto deforme. Ma il senso del dovere e dello Stato riescono ancora ad avere il sopravvento sulle sue passioni e sulle sue sofferenze, perchè sempre ed ancora - dichiara - si sente "responsabile della bellezza del mondo"; ed eccolo raccontare di come decise di proseguire lungo la strada che gli dei ed il fato avevano lastricato per lui, anche quando le forze avevano cominciato ad abbandonarlo, quando la malattia (l'idropisia al cuore) l'aveva assalito avvicinandolo alla morte imminente. La Yourcenar ha la straordinaria capacità di narrare la vita di un grande della storia restando fedele ai fatti, pur condendo il tutto con la sua enorme sensibilità: e allora Adriano diventa un uomo vicino a noi, uno di noi, alla ricerca costante di un modo per conciliare felicità e dovere, intelligenza e sentimento, desiderio e volontà. E ancora nelle pagine di queste Memorie di Adriano viene dipinto con straordinaria abilità e delicatezza il tramonto di un uomo alle prese con la morte e tutto ciò che essa implica: il non poter più godere del profumo di un fiore, del sorriso di un bambino, di una bella giornata di sole. E così la Yourcenar riesce a far diventare attuale la storia di Adriano, vissuto duemila anni fa ma uguale ad un di noi: un uomo, appunto. Memorabile.
'La mayoría de los hombres gusta resumir su vida en una fórmula, a veces jactanciosa o quejumbrosa, casi siempre recriminatoria; el recuerdo les fabrica, complaciente, una existencia explicable y clara. Mi vida tiene contornos menos definidos. Como suele suceder, lo que no fui es quizá lo que más ajustadamente la define: buen soldado pero en modo alguno hombre de guerra; aficionado al arte, pero no ese artista que Nerón creyó ser al morir; capaz de cometer crímenes, pero no abrumado por ellos. Pienso a veces que los grandes hombres se caracterizan precisamente por su posición extrema; su heroísmo está en mantenerse en ella toda la vida. Son nuestros polos o nuestros antípodas'. Appartiene alle Collane EditorialiÈ contenuto inHa ispiratoHa uno studioPremi e riconoscimentiElenchi di rilievo
Il capolavoro di Marguerite Yourcenar unisce al cesello perfetto della ricostruzione storica il coraggio di presentare a tutto tondo un grand ́uomo, l ́altezza del suo pensiero, la disponibilit© intellettuale, le intuizioni profetiche, donandoci non gi© un saggio erudito, ma un libro dei giorni nostri, e dei giorni a venire. Perch©♭, come ha scritto la Yourcenar, ℗±non siamo i soli a guardare in faccia un avvenire inesorabile℗ . I Taccuini di appunti dell ́autrice (annotazioni di studio, lampi di autobiografia, ricordi, vicissitudini della scrittura) perfezionano la conoscenza di un ́opera che fu pensata, composta, smarrita, corretta per quasi un trentennio. La nota della traduttrice, Lidia Storoni Mazzolani, ci regala la storia di un ́amicizia nata lavorando alla versione italiana. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)843.912Literature French and related languages French fiction Modern Period 20th Century 1900-1945Classificazione LCVotoMedia:
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