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My Name Is Red di Orhan Pamuk
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My Name Is Red (originale 1998; edizione 2002)

di Orhan Pamuk (Autore), Erdag Göknar (Traduttore)

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Istanbul, 1591. Tra i miniaturisti e illustratori al lavoro nel Palazzo del Sultano si nasconde un feroce assassino. Per smascherarlo Nero è disposto a tutto, anche a rischiare la vita. Perché se fallisce, per lui non ci sarà futuro con la bella Sekure, non ci sarà l'amore che ha sognato per dodici anni.… (altro)
Utente:Donna828
Titolo:My Name Is Red
Autori:Orhan Pamuk (Autore)
Altri autori:Erdag Göknar (Traduttore)
Info:Vintage (2002), Edition: Reprint, 432 pages
Collezioni:La tua biblioteca
Voto:****
Etichette:Istanbul, Asian Author Challenge, Read in 2022

Informazioni sull'opera

Il mio nome è rosso di Orhan Pamuk (1998)

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E' un libro particolare, perché imbevuto delle millenarie tradizioni orientali e allo stesso tempo innovativo nella struttura e nello stile.
Ci sono tre piani di lettura che si intrecciano continuamente come in un gioco ad incastro: innanzitutto abbiamo un mistero da risolvere, che costituisce l'ossatura del romanzo; la parte più intima ed introspettiva è rappresentata invece dalla storia di Nero e Sekure, una vicenda agrodolce piena di amore, confusione e rimpianti; infine ad un livello più universale e filosofico troviamo la vera anima di quest'opera: una disamina profonda sullo stretto legame tra arte, filosofia e religione, di cui Pamuk si serve per mettere a fuoco l'eterno conflitto tra oriente e occidente, che tormentava i miniaturisti alla fine del '500 e continua a lacerare la Turchia di oggi.
Questi aspetti così diversi tra loro si armonizzano grazie ad una ardita scelta stilistica: una polifonia di voci che si alternano a raccontare, ognuna delle quali ribalta il nostro punto di vista e ci porta a vedere il mondo coi suoi occhi. Il punto di vista multiplo non è certo una novità, ma qui l'autore con una concezione quasi animistica del mondo da voce ai morti, agli oggetti inanimati e perfino ad un colore.
Non è una lettura semplice e soprattutto non è scorrevole: la narrazione avanza lentamente, con un ritmo cadenzato che se da un lato ben si accorda alle atmosfere del romanzo, dall'altro lato non permette mai un vero coinvolgimento.
Confesso che ogni tanto mi sono sentita spiazzata dall'eccesso di nomi e dettagli ed ho fatto un po' fatica ad immedesimarmi nei personaggi, che ho sentito tutti molto lontani da me e dal mio modo di pensare occidentale.
Nel complesso lo giudico un libro di grande spessore, forse un po' troppo ambizioso nelle intenzioni, ma di sicuro scritto magistralmente. ( )
  Lilirose_ | Jun 16, 2020 |
Il libro inizia nel 1591 con la voce di un artista assassinato, la testa rotta, il cui corpo giace in fondo a un pozzo. Il morto è un doratore, soprannominato Raffinato Effendi, uno dei miniaturisti che lavoravano nei laboratori del sultano ottomano Murad III (1574-1595). Il sultano aveva ordinato ad uno dei suoi maestri miniaturisti, detto Zio Effendi, un manoscritto celebrante il millenario dell'egira. Il sultano desiderava che in questo manoscritto vi fosse un suo ritratto e che le illustrazioni dovessero essere realizzate secondo le tecniche europee, vale a dire utilizzando la prospettiva, in luogo della maniera degli antichi maestri di Herat e Tabriz.

La trama si svolge come un'inchiesta poliziesca, quasi alla maniera de Il nome della rosa di Umberto Eco, inchiesta che si incrocia con l'intrigo amoroso fra Nero, nipote di Zio Effendi, ex miniaturista appena rientrato ad Istanbul dopo un'assenza di dodici anni, e la giovane e bellissima vedova Şeküre, figlia di Zio Effendi. Fa da sfondo al libro un'atmosfera di "scontro" tra la tradizione ottomana, il fanatismo del predicatore Nusret di Erzurum, e l'ammirazione che alcuni personaggi - Nero, Zio Effendi, il Sultano ed alcuni miniaturisti - provano per le opere della scuola veneziana, e quindi, di riflesso, per l'occidente cristiano.

Orhan Pamuk lascia l'epilogo del romanzo a Şeküre (il nome della propria madre), la quale conclude tutta la storia trasmettendola al proprio figlio Orhan che poi la metterà per iscritto.
  kikka62 | Jan 28, 2020 |
Lo scheletro di questo romanzo è formato da due storie. La prima: Istanbul 1591: un miniaturista impiegato nel laboratorio del sultano viene assassinato. Costui stava collaborando, insieme ad alcuni colleghi, alla preparazione (in segreto) di un ricco libro commissionato dal sultano, illustrato con disegni nello stile dei pittori europei, da donare al doge di Venezia. Zio Effendi, l'anziano ex miniaturista che sta dirigendo il progetto, ha richiamato a Istanbul suo nipote Nero, funzionario imperiale lontano da 12 anni, perché lo aiuti a completare il libro; ma a Nero toccherà anche indagare sul delitto, di cui presto sono sospettati i colleghi della vittima. La seconda storia: Nero è innamorato di Şeküre, la bella figlia di Zio Effendi, e vorrebbe finalmente sposarla. Lei è interessata, anche perché suo marito è scomparso in guerra e non se ne hanno notizie da quattro anni, e il cognato la insidia. Una storia poliziesca, quindi, e una storia d'amore. Ma intorno a questo scheletro c'è moltissimo.
Il disegnare nello stile dei pittori europei provoca inquietudini e tensioni tra i miniaturisti, che oltre a ciò temono i seguaci di un maestro religioso integralista che predica contro la pittura. Il romanzo è pieno di passaggi in cui si discute di questioni legate al disegno e alla miniatura, e ai suoi rapporti con il mondo e con la religione: cosa è lecito disegnare e cosa no? Può il miniaturista avere uno stile personale? Può firmare i suoi disegni? Può imitare lo stile degli europei, con il suo realismo e la prospettiva, oppure deve attenersi ai modelli degli antichi maestri? Si disegna ciò che si vede, oppure ciò che si ricorda? Si deve disegnare il mondo come lo vediamo noi, o come lo vede Allah? Si devono disegnare le cose come le vediamo noi soggettivamente, o in base alla loro oggettiva importanza? Dietro ogni disegno c'è una storia; oppure no? Qual'è il rapporto tra il disegno e il tempo? Il miniaturista che si rovina la vista disegnando rischia, a lungo andare, la cecità; ma ciò non è forse desiderabile, perché il cieco vedrà non più come vedono gli uomini, ma come vede Allah? È un modello da seguire l'antico maestro Behzat, che si accecò piuttosto che essere costretto a cambiare stile? E tante altre questioni simili, che sono esplorate a lungo, ripetutamente e sottilmente, fino a sfiorare l'estenuazione, e che io sono riuscito a seguire solo in piccolissima parte. E le questioni di stile si intrecciano con la ricerca dell'assassino, che viene identificato anche in base al suo modo di disegnare.
E poi c'è la struttura. Il romanzo è fatto di una sessantina di capitoli; nei capitoli sono inseriti riferimenti ad altri capitoli, che costruiscono così una specie di rete, e riferimenti ad altre opere delle letterature islamiche e alle loro versioni illustrate. Nella storia sono inserite altre storie, e abbondano elenchi ed enumerazioni. Ciascun capitolo è centrato sul punto di vista di un personaggio, che parla in prima persona; ma nonostante questa pluralità di punti di vista soggettivi, la storia appare coerente e lineare. A volte i personaggi si rivolgono direttamente al lettore, mostrando di sapere di essere personaggi. In alcuni capitoli è un oggetto a parlare al lettore (un cane, una moneta falsa, un albero, un cavallo, ecc.); più esattamente, è un anonimo cantastorie che dà voce all'oggetto, che è un disegno di cui egli si serve per imbastire una storia e intrattenere i clienti di un caffè. Gli oggetti disegnati, i cui capitoli sono intercalati nel romanzo e scandiscono le dieci giornate lungo cui si svolge la storia, sono gli stessi disegnati nel libro segreto ordinato dal sultano: ma allora quel libro, di cui si narra nel romanzo, e il romanzo, sono lo stesso libro? O uno è il riflesso dell'altro, e il libro si specchia in se stesso? O la sua brutta copia? E come mai il magnifico libro del sultano contiene disegni di oggetti tanto banali? Şeküre ha due figli: Şevket e Orhan: ma la madre di Pamuk si chiamava proprio Şeküre, e Pamuk ha un fratello maggiore di nome Şevket: la famiglia dell'autore dunque si rispecchia in quella dei personaggi. E alla fine Şeküre dice che ha raccontato tutta la storia a Orhan, il quale la scriverà, mentre il magnifico libro del sultano non verrà mai completato, e i suoi disegni saranno dispersi. Insomma, il romanzo rompe i confini tra autore, racconto, e lettore, e crea un labirintico gioco di specchi tra la finzione e la realtà.
Non ho la minima idea se la traduzione sia ben fatta. Certi passaggi sono pervasi da atmosfere particolari: l'accumulo di tensione nella scena dell'assassinio di Zio Effendi, oppure il misto di macabro e ridicolo in cui avviene il frettoloso matrimonio di Nero e Şeküre, o l'esaltazione mistica che Zio Effendi sperimenta dopo morto, o il brivido che si prova quando Nero e Maestro Osman sono ammessi nella più segreta e ricca biblioteca del palazzo del sultano (ed è lo stesso brivido che si prova quando Guglielmo e Adso penetrano nella biblioteca dell'abbazia: ci sono molti punti di contatto tra questo romanzo e "Il nome della rosa"). Ma tutto mi è sembrato come coperto da una vernice che vela i colori e smussa le forme. Forse è una mia impressione del tutto soggettiva. Ma questo resta un romanzo magnifico, ricco e complesso e variopinto, anche se per me un po' sfuggente non solo per la complessità, ma anche perché così immerso in una cultura esotica e straniera. ( )
  Oct326 | Jan 14, 2017 |
Al centro della vicenda c’è un gruppo di miniaturisti, coloro che illustravano i libri, per committenza dei Sultano, secondo canoni antichissimi, immutabili. Vivendo e lavorando sul filo di innumerevoli rischi, non ultima l’accusa di eresia, visto che il Corano guarda gli artisti e soprattutto i pittori con grande sospetto.
Lo sfondo è Istambul, il periodo in cui è ambientata la storia è la fine del ‘500. E dato che uno dei temi portanti è l’integralismo religioso, si può immaginare che l’autore, raccontando il passato, parli ai suoi contemporanei. Ma non siamo di fronte a un pamphlet politico ­ religioso. E allo stesso modo, benché si racconti della ricerca di un assassino questo romanzo non è un giallo, né la sua presa si riduce alla storia d’amore disperato che racconta, che pure si segue con il fiato sospeso.
Cosa è allora questo libro? Letteratura, e basta. Vera e grande, ad opera di un autore che padroneggia i fili e i temi della sua narrazione in maniera assoluta.
C’è il delitto, c’è l’amore, c’è il peccato. C’è una comunità di intellettuali, con sue dinamiche interne, nel momento in cui si affaccia una svolta importante rispetto all’estetica dominante, e il vecchio mondo che muore scalcia per non essere sopraffatto.
E ancora, per noi lettori occidentali, c’è la rappresentazione di un paesaggio religioso e sociale molto diverso dal nostro, nello spazio e nel tempo, e tuttavia estremamente attuale.
La forma della narrazione è particolare e audace, originale eppure semplicissima: brevi capitoli nei quali si alternano a narrare in prima persona i protagonisti e i comprimari: Rosso, Cicogna, Oliva, Farfalla (sono i soprannomi di alcuni dei miniaturisti), e il morto, e l’assassino; Nero e la donna che ama, Seküre la bella, che è (forse) vedova e deve scegliere con saggezza per sé e per i suoi figli; e ancora Esther, la mercantessa ebrea, che gira per le case a vendere farsetti e corredi e consegnare messaggi che non sa leggere. E altri minori.
Tutti si affacciano alla pagina e interpellano chi legge con straordinaria presenza e spessore. L’autore ha raccontato di aver fatto questa scelta narrativa per non sovrapporre la sua voce a quella dei personaggi, diciamo per una specie di umiltà; il risultato è una storia indimenticabile, tra l’altro, anche per questa audace e personalissima regia.
1 vota patri50 | Aug 1, 2012 |
Un libro che parla di libri.
Un libro bellissimo, poetico e crepuscolare, triste. Un libro da leggere con calma, da centellinare come un bicchiere di vino da meditazione.
Il ritmo lento della prosa rende perfettamente l’atmosfera quasi rarefatta di un’Istambul cinquecentesca ricoperta di neve, di un mondo storicamente e culturalmente lontanissimo da noi, ma forse proprio per questo estremamente affascinante.
Gli omicidi e la ricerca del colpevole, come pure l'amore, triste, di Nero per Şeküre, pur essendo al centro della storia, sono solo pretesti per addentrarsi in un mondo dove i tempi dilatati rendono le emozioni e i sentimenti dei personaggi più forti e violenti, ma dove è ancora possibile godere della “bellezza”.
Un mondo chiuso in se stesso ed inevitabilmente destinato a scomparire. ( )
  ermita | Oct 26, 2009 |
The new one, ''My Name Is Red,'' is by far the grandest and most astonishing contest in Pamuk's internal East-West war. Translated with fluid grace by Erdag M. Goknor, the novel is set in the late 16th century, during the reign of Sultan Murat III, a patron of the miniaturists whose art had come over from Persia in the course of the previous hundred years. It was a time when the Ottomans' confidence in unstoppable empire had begun to be shaken by the power of the West -- their defeat at Lepanto had taken place only a few years earlier -- as well as by its cultural vitality and seductiveness.
 

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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Orhan Pamukautore primariotutte le edizionicalcolato
Bertolini, MartaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Campin, RobertImmagine di copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Dorleijn, MargreetTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Göknar, ErdağTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Gezgin, ŞemsaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Heijden, Hanneke van derTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Iren, IngridTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Kojo, TuulaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Shen, ZhixingTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Wondergem, MijkeProgetto della copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Самуилова, РозияTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
Film correlati
Epigrafe
E uccisero un uomo e discussero tra loro.
(Corano, Sura della Vacca, 72)

E non sono uguali il cieco e il veggente.
(Corano, Sura del Creatore, 19)

Ad Allah appartengono l'Oriente e l'Occidente.
(Corano, Sura della Vacca, 115)
Dedica
A Rüya
Incipit
Adesso io sono un morto, un cadavere in fondo a un pozzo.
Citazioni
Ultime parole
(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese (1)

Istanbul, 1591. Tra i miniaturisti e illustratori al lavoro nel Palazzo del Sultano si nasconde un feroce assassino. Per smascherarlo Nero è disposto a tutto, anche a rischiare la vita. Perché se fallisce, per lui non ci sarà futuro con la bella Sekure, non ci sarà l'amore che ha sognato per dodici anni.

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Descrizione del libro
Riassunto haiku

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