A Cognetti piace la montagna (come a me) e la sa raccontare con passione e bella maniera a parte qualche caduta nella banalità. Da lì a scrivere un romanzo però è lunga: lo dimostra questo racconto dilatato che mette in scena personaggi bidimensionali (il solo Santorso genera un po' di empatia) in una vicenda che ha un po' troppi aspetti in comune con 'Le otto montagne' e un'inconcludente parte al Rifugio Quintinio Sella sul ghiacciaio del Rosa.
E poi che gli hanno fatto i montanari, sempre rappresentati come dei rustici sbevazzoni?
Sono due stelle e mezzo, il mezzo è per la montagna. ( )