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Sto caricando le informazioni... L'impero degli indifesidi Terry Goodkind
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A poisoned Richard Rahl faces a difficult choice when he is promised an antidote and the salvation of an endangered empire if he will surrender his beloved wife, Kahlan Amnell, to his enemy. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)813.54Literature English (North America) American fiction 20th Century 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:
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I motivi sono essenzialmente due.
Primo: il nuovo nemico, a tratti dipinto quasi come più temibile dello stesso Jagang, viene fatto fuori in un attimo, nonostante di lui si fosse detto che era vulnerabile solo quando si trovava fuori dal proprio corpo. E Richard lo uccide propio quando lui ci era appena rientrato, e per giunta stava pure cercando di afferragli il suo spirito (roba che nemmeno Nathan, per sua stessa ammissione, avrebbe saputo come opporsi).
Secondo: Richard, che ha un sacco di problemi col dono ed è per giunta avvelenato e sempre più semi-incosciente, riesce però a servirsi del dono per capire autonomamente come creare l'antidoto. A partire dagli ingredienti, fino ad arrivare alla completa preparazione, passo dopo passo. Il tutto senza mai che si capisca come, quando e perchè ci riesca.
Espediente per altro comodo a far tornare i vari nodi della storia: per esempio avrebbe potuto farlo prima, evitando così la cattura sacrificale della moglie… ma grazie all'aspetto particolare del dono di Richard (che risponde da solo, e solo in caso di estrema necessità) si riesce sempre ad avere il deux ex machina che serve per giustificare a posteriori tali eventi.
Poi per carità: bellissima la parte legata ai Bandakariani, al loro stile di vita e al loro credo. E' utile per far scoprire un altro estremo dannoso della filosofia umana, ed anche per far imparare una nuova lezione – o regola del mago – al protagonista ed anche al lettore. Molto belli anche i ritorni di Nathan e Chase, e la parte non facile riservata a Zedd e Adie. Persino Betty, che più andavo avanti più mi chiedevo a che cavolo servisse, si è rivelata fondamentale (seppur in negativo) in un punto che si è poi capito solo nelle ultime pagine.
In ogni caso, nonostante siano già otto i volumi e davvero tante le pagine lette, la saga continua a tenerti incollato e a farti desiderare di sapere come e quando si concluderanno le mille peripezie di tutto il gruppo. Non è cosa da poco: arrivati ad una tale mole diventa facile annoiare chi legge, e l'autore riesce sempre e comunque a non farlo. Resta comunque un bel libro, anche se un po' distante dalla bellezza del sesto. ( )