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Sto caricando le informazioni... Numero zerodi Umberto Eco
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Una redazione raccogliticcia che prepara un quotidiano destinato, più che all’informazione, al ricatto, alla macchina del fango, a bassi servizi per il suo editore. Un redattore paranoico che ricostruisce la storia di cinquant’anni sullo sfondo di un piano sulfureo costruito intorno al cadavere putrefatto di uno pseudo Mussolini. E poi un cadavere che entra in scena all’improvviso nella più stretta e malfamata via di Milano. Un’esile storia d’amore tra due protagonisti perdenti per natura. Un perfetto manuale per il cattivo giornalismo che il lettore via via non sa se inventato o semplicemente ripreso dal vivo. Una storia che si svolge nel 1992 in cui si prefigurano tanti misteri e follie del ventennio successivo, proprio mentre i due protagonisti pensano che l’incubo sia finito. Una vicenda amara e grottesca che si svolge in Europa dalla fine della guerra ai giorni nostri. Forse, la scelta migliore sarebbe ignorare l’etichetta ‘romanzo’ che campeggia all’inizio di queste duecento smilze paginette (pure scritte larghe). Abituati agli stratificati tomi narrativi che si sono succeduti da ‘Il nome della rosa’ in poi, si prova infatti un po’ di imbarazzo: non che quelli fossero privi di difetti, soprattutto nella parte narrativa, ma l’impressione che questo libro dà al confronto è di essere stato tirato via attraverso il riciclo di vecchi temi in versione light. Impossibile evitare il déjà-vu lungo la dissertazione dedicata ai vari ordini templari farlocchi in alcune pagine che sembrano una riproposizione liofilizzata di quelle de ‘Il pendolo di Foucault’: del resto, il racconto è contrassegnato da un complottismo ai limiti della paranoia che è da sempre uno dei temi su cui l’autore si diverte a variare. Considerando invece i vari capitoli come una serie di ‘Bustine di Minerva’ allargate e dedicate in special modo al mondo del giornalismo visto nei suoi aspetti meno nobili (ovvero come confezionare un foglio disonesto pur essendo all’apparenza irreprensibile), l’operazione finisce per funzionare meglio: ci si gode il citazionismo spinto che si rifà in modo indifferente a mondi ora dotti ora popolari, la lieve prosa spesso e volentieri con il sorriso sulle labbra, le veloci digressioni e, soprattutto, la capacità di giocare con l’esistente utilizzando di preferenza i suoi aspetti più banali, ad esempio ribaltando i luoghi comuni oppure nei paragrafi dedicati alla decrittazione degli annunci matrimoniali che si rivelano come i più godibili in assoluto. La resa complessiva tradisce così le premesse perché la sottile ma tutto meno che seriosa inquietudine del primo capitolo fa pregustare atmosfere e svolgimento che poi non si concretizzano: ecco invece la storia di un gruppo di giornalisti radunati da un direttore senza scrupoli per la preparazione di un giornale che sappia indirizzare l’opinione pubblica edito da un danaroso imprenditore milanese (chi sarà costui, visto che l’ambientazione è nella Milano di inizio anni Novanta?). Mentre sviluppa una storia d’amore tra perdenti (altro leit-motiv di Eco) di tenue per non dir nullo interesse, il protagonista Colonna viene trascinato dal collega Braggadocio nei vicoli tra via Torino e piazza San Sepolcro dove, in un trani un po’ vero e un po’ rifatto, parte una lunga digressione sugli ultimi giorni di Mussolini che, pur in varie parti interessante, finisce per occupare un peso sproporzionato nell’economia complessiva, visto anche che domina il capitolo più lungo del libro. Anche il finale, malgrado delitti e fughe, non sa coinvolgere e il lettore chiude il volume con la vaga impressione di essere stato preso per i fondelli: anche se l'operazione fosse solo una scusa per far riemergere ancora una volta quegli olezzanti misteri d’Italia (ci sono proprio tutti) che, si sa, riescono spesso a superare la fantasia del più ostinato dietrologo, penso si possa dire in tutta tranquillità che questa volta la ciambella di Eco non è venuta con il buco. A meno che – gomblotto! – non sia opera di qualcun altro intenzionato a screditarlo… Dopo numerosi, ottimi, romanzi storici, Umberto Eco decide di sporcarsi le mani con l’attualità ed ambienta il suo nuovo romanzo, Numero zero, nella redazione di un fantomatico quotidiano, Il Domani, destinato coscientemente a non uscire mai. Il protagonista è uno dei mille ghost writer italiani, scrittori nell’ombra destinati a dare luce a mediocri interpreti di se stessi; poi un piccolo gruppo di redattori, organico, chiaramente, ridotto all’osso, con un direttore, Simei, in cui l’unico elemento indiscutibile è l’assenza di morale. E nell’ambito dei numeri zero di un giornale che non vedrà mai il numero uno si dipana la storia dell’Italia dalla Prima alla Seconda repubblica, con la visione fanaticamente complottista di un redattore, Bruggiadora. Il tema e l’autore lasciavano presagire l’ennesimo colpo di maestro, un libro effettivamente diverso e fuori, anzi sopra, gli schemi. Invece Eco che quando vuole sa scrivere con il passo dei migliori intellettuali, le mani se le sporca non con l’attualità, ma con la banalità di un libretto la cui lettura risulta piatta o, per l’appunto, banale. E così mentre leggi questo libro ti aspetti quel qualcosa che non verrà; e pensi, dopo aver divorato “Il nome della rosa”, o “Baudolino”, beh, per fortuna, questo è breve e di Eco ho avuto la fortuna di leggere altro.
"The story is stripped down to the bare essentials, and it lacks the same sense of substance and wonder as his prior works. But there’s enough of the author’s ingenuity at work to make it worthwhile as a quick, entertaining read." "But then, to read Eco well, it helps to know about everything. Not quite as substantial as The Name of the Rose but a smart puzzle and a delight all the same." Appartiene alle Collane EditorialiPremi e riconoscimentiMenzioniElenchi di rilievo
"From the best-selling author of The Name of the Rose and The Prague Cemetery, a novel about the murky world of media politics, conspiracy, and murder. A newspaper committed to blackmail and mud slinging, rather than reporting the news. A paranoid editor, walking through the streets of Milan, reconstructing fifty years of history against the backdrop of a plot involving the cadaver of Mussolini's double. The murder of Pope John Paul I, the CIA, red terrorists handled by secret services, twenty years of bloodshed, and events that seem outlandish until the BBC proves them true. A fragile love story between two born losers, a failed ghost writer, and a vulnerable girl, who specializes in celebrity gossip yet cries over the second movement of Beethoven's Seventh. And then a dead body that suddenly appears in a back alley in Milan. Set in 1992 and foreshadowing the mysteries and follies of the following twenty years, Numero Zero is a scintillating take on our times from the best-selling author of The Name of the Rose and Foucault's Pendulum"-- Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)853.914Literature Italian Italian fiction 1900- 20th Century 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:
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