La chiave a stella è un romanzo di Primo Levi pubblicato nel 1978, che rinnova il filone della letteratura industriale in voga negli anni Sessanta. Con quest'opera Primo Levi si aggiudica il Premio Strega del 1979 (fonte: Wikipedia)

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Un narratore senza nome (che poi è lo stesso Levi) riferisce le storie raccontategli dal suo interlocutore Faussone, montatore di gru tralicci e ponti che in queste storie parla soprattutto di vicende del suo lavoro. Un po' alla volta si comprende la situazione: il narratore e Faussone si trovano entrambi per lavoro in Russia a metà degli anni settanta, si sono incontrati lì, e parlano. Alla fine viene il turno di Levi, e l'ultima storia la racconta lui. Sullo sfondo la gente e il paesaggio russi che ricordano un po' quelli di "La tregua".
Dai racconti di Faussone scaturisce un ritratto vivo ed efficacissimo di questo personaggio, non fine né istruito, ma pratico e concreto, capace ed esperto nel suo lavoro, candido ma dotato di una solida saggezza pratica, dalle evidenti radici nella provincia piemontese ma giramondo non solo per necessità ma anche per curiosità. Il libro è anche un elogio del lavoro, o almeno di quel tipo di lavoro in cui chi lavora partecipa alla creazione di cose utili e durature e ne ricava soddisfazione.
Nel libro però, certamente ben scritto e ben strutturato, non c'è molto più che questo, e in definitiva è un po' troppo ancorato alla realtà, un po' troppo prosaico, un po' troppo incentrato sul "qui e ora" per piacermi veramente. ( )

Premio Strega 1979