La storia di Napoleone e dei suoi cento giorni di passione, dal ritorno dall’isola d’Elba alla catastrofe di Waterloo, visti con occhi gli occhi di una donna, Angelina Pietri. Joseph Roth cambia, quindi, l’angolo visuale per inquadrare un momento storico ben preciso, privilegiando la storia di una persona semplice, una cameriera dell’imperatore, rispetto al racconto dell’ultimo atto di Napoleone. Il racconto diventa, quindi, esistenziale, sia nella dimensione estremamente umana dell’imperatore, bellissime le pagine sia dedicate all’’ultimo incontro con la mamma che quelle in cui Roth racconta il suo stato d’animo sul campo di battaglia di Waterloo davanti al disastro di un esercito distrutto e dei suoi uomini morti; e alle titubanze dell’uomo fanno da contraltare le certezze di Angelina che nella sua semplicità attende il ritorno dell’imperatore con grande fiducia e per lui morirà, gettata sulle rive della Senna dai realisti che festeggiano il ritorno del Re. In mezzo la morte del figlio che Angelina aveva avuto con un ufficiale dell’esercito, morto a Waterloo, tamburino dell’imperatore; ed è lo stesso Napoleone a dargli sepoltura, maledicendo la morte che non gli ha riservato lo stesso destino del piccolo soldato francese. ( )