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What I Talk About When I Talk About Running…
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What I Talk About When I Talk About Running (originale 2007; edizione 2008)

di Haruki Murakami (Autore), Philip Gabriel (Traduttore)

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5,0141922,182 (3.67)129
In 1982, having sold his jazz bar to devote himself to writing, Murakami began running to keep fit. A year later, he'd completed a solo course from Athens to Marathon, and now, after dozens of such races, not to mention triathlons and a dozen critically acclaimed books, he reflects upon the influence the sport has had on his life and--even more important--on his writing.--From publisher description.… (altro)
Utente:cattermune
Titolo:What I Talk About When I Talk About Running
Autori:Haruki Murakami (Autore)
Altri autori:Philip Gabriel (Traduttore)
Info:Knopf (2008), Edition: F First American Edition, 175 pages
Collezioni:Read, La tua biblioteca, In lettura
Voto:
Etichette:japan, Goodreads

Informazioni sull'opera

L'arte di correre di Haruki Murakami (2007)

Aggiunto di recente dakenji2005, blssdlullaby, Achiappetta, yagmury, biblioteca privata, matthagan, daplz, onlyforthebooks
  1. 50
    Haruki Murakami and the Music of Words di Jay Rubin (Jannes)
    Jannes: If you want to know more about Murakami as a person you can either go to his own essay-style semi-biography, or you can try Rubin's more systematic and academic approach. Both are worthy of your time.
  2. 40
    The Rider di Tim Krabbé (gust)
    gust: Krabbé heeft het over wielrennen. Ook autobografisch, maar literair beter uitgewerkt dan Murakami.
  3. 30
    Born to Run: A Hidden Tribe, Superathletes, and the Greatest Race the World Has Never Seen di Christopher McDougall (DeDeNoel)
    DeDeNoel: One of the best books ever about running. Murakami's book and this totally inspired me to become a runner.
  4. 32
    Il sogno del corpo di Sven Lindqvist (prezzey)
    prezzey: Writers talk about the place of sports in their lives. I personally prefer Bench Press, but if you're interested in the topic, both are worth reading.
  5. 10
    Once a Runner di John L. Parker (ostgut)
  6. 00
    De halve van Egmond di Bram Bakker (edwinbcn)
  7. 00
    Runningtherapie / druk 1: het standaardwerk voor lopers en professionals di Bram Bakker (edwinbcn)
  8. 00
    Flow im Sport di Mihaly Csikszentmihalyi (JuliaMaria)
  9. 00
    No Time to Spare: Thinking About What Matters di Ursula K. Le Guin (andomck)
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Raccomandato a scrittori e gente che corre, è un Murakami che non racconta storie, ma riassume la sua propria storia, attorno a due paletti principali: la scrittura, naturalmente, e la corsa. Il libro dice molto sulla scelta di correre, e ne dà una motivazione assai convincente: se la scrittura è un'attività eminentemente malsana, è bene che uno cerchi di sopravvivere, di restar sano, almeno. Sulla scrittura poche pagine, ma illuminanti. Quello che accomuna per lui corsa e scrittura è che ci vuole autodisciplina; l'ho trovato convincente.
  patri50 | Aug 1, 2012 |
Vi sembrerà strano ma invece di comprare 1Q84 di Murakami ho preso L'arte di correre. Perché? Prima di tutto perché mi attirava il titolo, in secundis perché non volevo iniziare un suo romanzo ma una sua opera diciamo meno impegnativa come questa che è una sorta di diario di viaggio. Qui l'autore giapponese ci narra la sua personalissima esperienza di corridore e anche di scrittore, cose che entrambe lo affascinano e che nella sua vita combaciano in maniera perfetta. Mi è piaciuto. E molto. Murakami scrive senza censura, come se parlasse con se stesso, e in effetti ci rivela nella prima pagina "la regola vuole che un vero gentiluomo non parli delle sue ex fidanzate, né delle tasse che paga [...] Io, però, non sono un gentiluomo, quindi del galateo me ne infischio. Tuttavia provo un leggero imbarazzo a scrivere questo libro, benché non si tratti di un manuale di igiene fisico-mentale, ma di un testo sulla corsa a piedi [...] Voglio solo fare alcune riflessioni, o forse un soliloquio, su ciò che ha significato per me, per la mia persona, praticare la corsa per tutto questo tempo". Intanto scopriamo che Murakami, quando corre, ascolta la musica. Soprattutto i Lovin' Spoonful, Carla Thomas, Otis Redding, Eric Clapton, Rolling Stones, Vernon Duke, Brian Adams e molti altri.
Il testo di Murakami fissa il periodo di tempo che va dall'estate del 2005 fino all'autunno del 2006. L'autore ci parlerà come un compagno di corsa, svelandoci la sua vita privata, i suoi gusti letterari, come sono nati i suoi primi romanzi, le fatiche e le gioie che gli ha riservato la vita. Ed è bello come ci descrive proprio il suo primo approccio alla scrittura: "Stavo per compiere trent'anni. Ero arrivato a un'età in cui non potevo più definirmi "un giovane". Così ho concepito il proposito di scrivere dei romanzi - una cosa che non mi era mai passata per la mente prima di allora. [...] Era il 1° aprile 1978, verso l'una e mezzo del pomeriggio. Quel giorno, seduto sulla gradinata dello stadio di Jingu, guardavo una partita di baseball bevendo una birra. [...] Hilton fece una battuta a terra lungo la linea sinistra del campo - il suono secco della palla contro la mazza risuonò nello stadio - poi a velocità pazzesca girò la prima base e si fermò sulla seconda. Ecco, fu in quel momento che mi colpì il pensiero 'voglio scrivere un romanzo'. [...] Mi recai in una cartoleria di Shinjuku, comprai una risma di fogli e una stilografica da circa mille yen. Un piccolo investimento di capitale. Questo succedeva in primavera, in autunno avevo finito di scrivere un'opera di duecento fogli da quattrocento caratteri. Mi sentivo molto soddisfatto. [...] E' il romanzo che venne poi pubblicato con il titolo Ascolta la canzone nel vento. Ciò che mi interessava era la scrittura in sé, non tanto che il libro vedesse o meno la luce".
Adesso cito alcune frasi del libro che a me sono molto piaciute: "Ciò che mi interessa è se riesco o meno a raggiungere gli obiettivi che io stesso mi sono prefisso. [...] Scrivere un libro è un po' come correre una maratona, la motivazione in sostanza è della stessa natura: uno stimolo interiore silenzioso e preciso, che non cerca conferma in un giudizio esterno. [...] L'essenziale è superare anche di poco il livello raggiunto in precedenza. [...] Una persona riesce a costruire la propria personalità e a preservare la propria autonomia proprio perché è differente da tutte le altre. [...] Quando faccio qualcosa, qualunque essa sia, se non mi ci dedico anima e corpo non concludo nulla, sono fatto così. [...] Bene o male sono arrivato alla laurea, ma non rammento di aver mai trovato, nemmeno una volta, qualche attrattiva nello studio. [...] Non si può essere simpatici a tutti, la verità è questa". ( )
  Hedrock | Jun 20, 2012 |
Mostra 2 di 2
You need be neither runner nor writer to find resonance in this slender but lucid meditation.
 
So what does he think about while running? The disappointing answer is not much apart from the rhythms of feet on tarmac and blood pumping round the body.
 
It is not just these perversely impressive physical feats that sharpen what might otherwise be a dull treatise on a healthful habit; Mr. Murakami's work has always combined the ordinary and the extraordinary, and this memoir is no exception.
aggiunto da Edward | modificaThe New York Sun, Chloë Schama (Aug 13, 2008)
 
To characterize it as briefly as possible: easy on ear and mind alike, it’s the type of prose I would call sort of pretty poor. Running is “sort of a vague theme” (i.e., not just vague but vaguely vague), and the book is “a kind of memoir.” Murakami sort of likes this kind of thing, not just as an indistinct modifier but as a form of category-definition. He’s the “type of person,” “kind of person” — I lost track of the number of times this came up — who likes “sort of laid-back” music and is “sort of a brazen person” who sometimes has “a sort of arrogant attitude.”
aggiunto da dcozy | modificaNew York Times, Geoff Dyer (Aug 10, 2008)
 
When I closed the book, I found myself fantasising not about athletic feats, but that more readily available satisfaction that Murakami evokes so tellingly: the stinging joy of a very, very cold beer.
 

» Aggiungi altri autori (14 potenziali)

Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Murakami, Harukiautore primariotutte le edizioniconfermato
Gabriel, PhilipTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Porter, RayNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato

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Eventi significativi
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Epigrafe
Dedica
Incipit
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I'm on Kauai, in Hawaii, today, Friday, August 5, 2005. It's unbelievably clear and sunny, not a cloud in the sky.
Citazioni
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Pain is inevitable.  Suffering is optional.
Ultime parole
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(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
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Risorse esterne che parlano di questo libro

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In 1982, having sold his jazz bar to devote himself to writing, Murakami began running to keep fit. A year later, he'd completed a solo course from Athens to Marathon, and now, after dozens of such races, not to mention triathlons and a dozen critically acclaimed books, he reflects upon the influence the sport has had on his life and--even more important--on his writing.--From publisher description.

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