Il nuovo romanzo di Morris West è una storia di amore, di desiderio, di senso di colpa, di disperato bisogno di conoscenza e di perdono. Ne sono protagonisti in uomo e tre donne legati fra loro da un rapporto che oscilla fra amore e odio, bene e male, immaginazione e realtà.
Il romanzo prende spunto da un fatto concreto: la storia di un 'caso' ricordato da C. G. Jung nella sua autobiografia in modo succinto e curiosamente oscuro: "In ufficio ho ricevuto una donna. Non mi ha voluto dire il suo nome... Ciò che aveva da comunicarmi era una confessione". La versione che di questa vicenda ci dà Morris West è una straordinaria sintesi di verità fattuale e invenzione drammaturgica. Il periodo da lui scelto per far accadere gli avvenimenti narrati è quello dorato della Belle Époque, quell'anno 1913 che in Europa rappresentò il crepuscolo precedente la prima guerra mondiale.
Jung sta attraversando in quel tempo una fase critica: l'allontanamento da Freud, suo vecchio amico e maestro, la moglie in attesa del loro quinto figlio, la relazione con l'ex allieva Toni Wolff e, per finire, la nevrosi maniaco-depressiva, destinata a durare altri quattro anni,
Jung e la donna senza nome venuta in cerca del suo aiuto incarnano l'incontro-scontro di due personalità affini e al tempo stesso complementari. L'immagine della donna matura, bella e depravata è una figura classica, a cui l'autore conferisce tanta corposità da farla sopravvivere a lungo nella memoria del lettore.