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Dio non è grande: come la religione avvelena ogni cosa (2007)

di Christopher Hitchens

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8,1702021,056 (3.88)170
"La fede religiosa è inestirpabile, appunto perché siamo creature ancora in evoluzione. Non si estinguerà mai, o almeno non si estinguerà finché non vinceremo la paura della morte, del buio, dell'ignoranza e degli altri". Questa la tesi da cui parte "Dio non è grande". Muovendosi tra l'analisi dei testi di fondazione delle grandi religioni (Bibbia e Corano sopra tutti) e la riflessione sull'attualità politica e sullo scontro di civiltà in atto, Hitchens costruisce un implacabile atto di accusa contro le follie cui l'uomo si abbandona nel nome di una fede: oscurantismo, superstizione, intolleranza, senso di colpa, terrore verso la sessualità, anti-secolarismo. Contro questi non-valori, e memore della grande tradizione laica anglosassone, Hitchens reclama un ritorno alle idee dell'illuminismo, intessendo un elogio arguto e a tratti commovente della ragione umana. Un saggio che senza mai rinunciare alle armi dell'ironia e del paradosso, costringe faziosamente il lettore a schierarsi.… (altro)
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Sto scrivendo la recensione di Dio non è grande: ecco, magari ora che l’ho messo nero su bianco mi verrà qualche brillante idea per dare un senso al casino che ho nella testa.

Il fatto è che sono contemporaneamente d’accordo e in disaccordo con Hitchens: bello, vero? Sì, facilita alla grande la stesura di una recensione che abbia una qualche parvenza di senso. D’altra parte, è difficile non essere d’accordo con lui quando si incazza con le istituzioni e i gruppi religiosi per aver contribuito alla diffusione dell’epidemia di AIDS da HIV in Africa o per aver impedito l’eradicazione della poliomielite tramite la vaccinazione.

È altrettanto difficile non condividere le sue considerazioni sui cosiddetti miracoli, che ho sentito tante volte lasciare indifferenti (e a volte anche un po’ schifat*) tant* credenti. D’altro canto, se hai la fede, che diamine di motivo dovresti avere di cercare delle prove? Si chiama fede proprio perché è senza prove ed è irrazionale: è inutile scomodare la ragione e poi lamentarsi se questa se la ride dei tentativi di dimostrare inconfutabilmente l’esistenza di un dio.

Cosa è andato storto con questa lettura, quindi? Io non penso che estirpare la religione ci darà automaticamente un mondo migliore. Sì, le religioni ancora oggi si macchiano di orrendi crimini in nome dei loro stupidi principi o dei presunti dettami delle loro divinità, ma io non riesco a ignorare tutt* quei/quelle credenti che cercano nel loro piccolo di cambiare le cose. Trovo scellerato e profondamente ingiusto che un* fedele cattolic* debba vedersi rappresentat* nei dibattiti televisivi da un triste figuro come Adinolfi – o almeno dopo non lamentatevi dello svuotamento delle chiese.

Il problema, secondo me, è questa assurda volontà di mettere la fede davanti a tutto. Non dubito del fatto che sia un’importante componente della vita di una persona, ma non dovrebbe mai essere anteposta alla ragione e all’empatia. La fede (qualunque fede), lasciata lassù in cima, da sola, finisce per accecare le persone e far fare loro cose terribili, nel tentativo di adattare il mondo alla loro visione monodimensionale.

Quindi, meno fede e più cuore e cervello per tutt*, grazie: siamo parecchi* su questa pallina con più acqua che terre emerse e ci sono già così tante sofferenze (malattie, catastrofi naturali…) indipendenti dal nostro operato che sarebbe davvero il caso di limitare i nostri contributi al numero delle morti ingiuste. ( )
  lasiepedimore | Sep 21, 2023 |
Nasciamo "sotto" una religione, quando più e quando meno veniamo educati secondo i suoi dettami, qualche volta in età anche matura, ci rendiamo conto della violenza subita, e finalmente proviamo a pensare, a confrontarci a leggere a liberarci dalle assurdità, dalle violenze dalle bugie subite per una vita intera, in qualsiasi contesto siamo vissuti.
E' tuttavia triste vedere come sia praticamente impossibile non essere visti come mostri se ci si mostra ATEI. Ma le mostruosità commesse da TUTTE in assoluto, le religioni hanno sempre trovato nei "credenti" le più ampie quando incredibili ed assurde Giustificazioni.
  mauriziovittoria | Jun 7, 2008 |
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Observers of the Christopher Hitchens phenomenon have been expecting a book about religion from him around now. But this impressive and enjoyable attack on everything so many people hold dear is not the book we were expecting. . . He has written, with tremendous brio and great wit, but also with an underlying genuine anger, an all-out attack on all aspects of religion.
 
On the evidence of this book, Hitchens has spent too much time around religion, not too little. Like an ex-smoker who grows to loathe the habit more than those who have not tasted nicotine, he abominates God with the zealotry implicit in dictatorial faith. Anyone who has grown up in the shadow of hellfire evangelism will recognise some answering echo here. This is a papal bull for the non-believer.
aggiunto da SnootyBaronet | modificaThe Guardian, Chris Riddell
 
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Christopher Hitchensautore primariotutte le edizionicalcolato
de Vicq, Fearn CutlerDesignerautore secondarioalcune edizioniconfermato
Witte, PaulTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
Titolo originale
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Personaggi
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Luoghi significativi
Eventi significativi
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Epigrafe
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Oh, wearisome condition of humanity,
Born under one law, to another bound;
Vainly begot, and yet forbidden vanity,
Created sick, commanded to be sound.
-Fulke Greville, Mustapha
And do you think that unto such as you
A maggot-minded, starved, fanatic crew
God gave a secret, and denied it me?
Well, well - what matters it? Believe that, too!
-The Rubaiyat of Omar Khayyam
(Richard Le Gallienne translation)
Peacefully they will die, peacefully they will expire in your name, and beyond the grave they will find only death. But we will keep the secret, and for their own happiness we will entice them with a heavenly and eternal reward.
-The Grand Inquisitor to his "Savior" in
The Brothers Karamazov
Dedica
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For Ian McEwan
In serene recollection of
La Refulgencia
Incipit
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If the intended reader of this book should want to go beyond disagreement with its author and try to identify the sins and deformities that animated him to write it (and I have certainly noticed that those who publicly affirm charity and compassion and forgiveness are often inclined to take this course), then he or she will not just be quarreling with the unknowable and ineffable creator who - presumably - opted to make me this way.
Citazioni
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The voice of Reason is soft. But it is very persistent.
And here is the point, about myself and my co-thinkers. Our belief is not a belief. Our principles are not a faith. We do not rely solely upon science and reason, because these are necessary rather than sufficient factors, but we distrust anthing that contradicts science or outrages reason. ("Putting it Mildly")
Ultime parole
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(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
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DDC/MDS Canonico
LCC canonico
"La fede religiosa è inestirpabile, appunto perché siamo creature ancora in evoluzione. Non si estinguerà mai, o almeno non si estinguerà finché non vinceremo la paura della morte, del buio, dell'ignoranza e degli altri". Questa la tesi da cui parte "Dio non è grande". Muovendosi tra l'analisi dei testi di fondazione delle grandi religioni (Bibbia e Corano sopra tutti) e la riflessione sull'attualità politica e sullo scontro di civiltà in atto, Hitchens costruisce un implacabile atto di accusa contro le follie cui l'uomo si abbandona nel nome di una fede: oscurantismo, superstizione, intolleranza, senso di colpa, terrore verso la sessualità, anti-secolarismo. Contro questi non-valori, e memore della grande tradizione laica anglosassone, Hitchens reclama un ritorno alle idee dell'illuminismo, intessendo un elogio arguto e a tratti commovente della ragione umana. Un saggio che senza mai rinunciare alle armi dell'ironia e del paradosso, costringe faziosamente il lettore a schierarsi.

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