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Sto caricando le informazioni... Il signore delle mosche (1954)di William Golding
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Un aereo cade su un'isola deserta mentre è in corso un conflitto planetario. Sopravvivono solo alcuni ragazzi che si mettono subito all'opera per riorganizzarsi senza l'aiuto ed il controllo degli adulti. Sembra il prologo ideale per un romanzo d'avventura che celebri il pragmatismo e il senso della democrazia britannici. Qualcosa invece comincia a non funzionare come dovrebbe, emergono paure irrazionali e comportamenti asociali, da cui si sviluppa una vicenda che metterà a nudo gli aspetti più selvaggi e repressi della natura umana. Quelli di sempre ... ( ![]() Un gruppo di ragazzi inglesi, sopravvissuti a un incidente aereo, resta abbandonato a se stesso su un'isola deserta e si trasforma in una terribile tribù di selvaggi sanguinari dai macabri riti. Golding nel 1983 ha ottenuto il Nobel per la letteratura. Non ricordo se da ragazzo avevo letto Il signore delle mosche; credo di si. Sicuramente leggere oggi, sulla soglia dei cinquanta anni, un libro clamoroso come questo è una grande emozione; dei ragazzini naufragano su un’isola deserta, l’incipit è quello dell’isola di corallo di Robert Ballantyne. All’inizio l’emozione di un piccolo continente da esplorare, la libertà, l’autonomia, un luna park da vivere. Ma presto emerge la necessità di darsi un’organizzazione; Ralph e Jack si contendono la carica di capo, subito dietro Piggy, un ragazzino grasso che sa usare la testa e Simon, un ragazzo introverso. Nell’assemblea ha diritto di parlare chi ha la conchiglia, si decide il capo, Ralph, si individuano le priorità, il fuoco sempre acceso per segnalare la presenza ad eventuali navi, la costruzione degli alloggi. All’inizio tutto funziona, ma ben presto emergono i primi problemi. Jack caccia i maiali con la sua banda di cacciatori, è lui che procura il cibo, non Ralph; ed il primato di quest’ultimo presto viene messo in discussione; il fuoco non viene ravvivato, gli alloggi non vengono finiti, i piccoli mangiano disordinatamente i frutti e stanno male, l’ordine viene meno come presto vengono meno tutte le regole. E presto Jack disconosce il ruolo di Ralph, poi Simon muore, come Piggy; gli uomini producono il male come le api il miele, la filosofia di fondo di Goldling per un libro che ha un ruolo analogo alla fattoria degli animali di Orwell. Un grande capolavoro con profonde radici nel pessimismo sulla natura dell’uomo. come avevo detto al momento della scelta di questo libro ero fortemente titubante perché perseguitata dai brutti ricordi del film, visto sicuramente ad un'età non adatta però devo dire che alla fine il diavolo non è così brutto come lo si dipinge, almeno rispetto ai ricordi del film. all'inizio ho assaporato le descrizioni della natura e delle dinamiche di riflessione di Ralph, l'unico personaggio cui, mi pare, sia stato dato uno spessore individuale. gli altri sono tutti "massa": i "piccoli", i "cacciatori"...e questo mi pare un po' strano, come mi sembra superficiale il descrivere sommariamente i piccoli intenti al gioco e i loro incubi: così, solo accennati; credo che invece, soprattutto i piccini avranno avuto paure, fatto capricci ecc ecc; il punto d'osservazione è invece distaccato, puntato sul dualismo Jack/Ralph.ho da fare qualche appunto sulla traduzione italiana in mio possesso (di Filippo Donini per gli Oscar Mondadori): sa di vecchio e di datato: il fatto che i nomi dei ragazzi siano italianizzati, ma non tutti, mi ha dato molto fastidio; da traduttrice mi sono dannata a cercare il come/perché della scelta, dapprima ho pensato che avessero tradotto quelli della "massa" volendo sottolineare l'individualità dei protagonisti principali, ma era una chiave di lettura sbagliata: Simone è un individuo, è un ragazzo "strano", il suo personaggio è importante, è lui che ci porta al cospetto del Signore delle Mosche, che ci "parla", è lui che risolve il mistero della bestia...ma il suo nome è italianizzato; mi sono messa a pensare se avessero lasciato in lingua originale nomi palesemente intraducibili, ma neppure: per Jack avremmo potuto avere Giacomo per Sam&Eric Samuele ed Enrico (o Arrigo, se proprio lo vogliamo differenziare da un Henry tradotto in Enrico)..e poi se si vuole tradurre si traduce qualsiasi cosa (ad esempio nel film "Incompreso" Miles e Humphrey diventano Milo e Andrea) e il piccolo Percival Wemys Madison, se non si vuole scomodare il Parsifal, si può far diventare Osvaldo.Superando il disagio della traduzione, un altro aspetto per cui, secondo me, il libro dimostra tutti gli anni che ha è l'assenza di una descrizione psicologica analitica, così come ci siamo abituati a leggerne negli ultimi decenni: Golding narra scarnamente dall'esterno la vicenda, con pochi approfondimenti o analisi dei sentimenti dei personaggi e delle dinamiche che si instaurano; forse per questo il libro ormai viene considerato come "letteratura per ragazzi" (e come tale spacciato dalla biblioteca del mio quartiere): si presta ad un'analisi ex post che però deve necessariamente essere guidata da adulti capaci.L'involuzione, l'arretramento nella barbarie è proprio tale o è uno sconfinamento dovuto all'immaturità, all'attrazione per il "giocare ai selvaggi", allo scimmiottare una tribù, senza avere una vera coscienza di crimini quali le uccisioni?Studi psicologi anche sugli adulti hanno dimostrato, in realtà, che dividendo i soggetti, ad esempio, in "prigionieri" e "carcerieri", produce man mano una degradazione sempre più esasperata verso il concetto di "branchi" contrapposti, con in aggiunta, nel branco che detiene il controllo/potere, un'escalation verso dinamiche di crudeltà gratuita.Del libro mi piace ricordare una frase, che descrive Jack quando annuncia la scissione e di fatto la creazione della sua tribù, per la quale organizza una specie di sabba:"La maschera di colore lo proteggeva dalla vergogna e dalla voce della coscienza, così poteva guardarli tutti in faccia"; è come se Jack, in fondo dentro di sé sapesse che quel che stava creando, le modalità che usava e intenteva usare, erano sbagliate...in qualche modo ne aveva coscienza, perciò aveva necessità di mascherarsi, quasi a non volersi riconoscere, a potersi raccontare "non sono io, è un altro, un selvaggio dipinto".Poi mi piace ricordare l'ingenuo pensiero, retaggio della buona educazione del mondo civile, per cui Ralph e Piggy per andare a parlamentare con Jack vorrebbero essere puliti e pettinati...e come più tardi Ralph, nell'ordalia che sta passando, si sia fatto scurpolo di legarsi i capelli "come una femmina" ma, vedendo che gli altri lo hanno già fatto, si senta legittimato a pensare di poterlo in seguito fare anche lui. http://www.anobii.com/anobi/forum_thread.php?tid=18223&pid=130&lid=#new_... L'impatto emotivo che questo libro ha avuto su di me è stato notevole: man mano che il romanzo procedeva ero accompagnata da un'angoscia che ogni tanto mi costringeva a fermare la lettura e prendere le distanze. Leggere di un gruppo di ragazzi finiti su un isola deserta che lentamente perdono il contatto con tutto ciò che c'è di civile e umano e si trasformano in veri e propri mostri non è facile da digerire. La visione dell'uomo che ci propone l'autore è tragica nel suo pessimismo: c'è un mostro in ognuno di noi, tenuto a bada solo dalle regole imposte dall'alto; venute a mancare quelle, è il caos. Il fatto che scelga proprio un gruppo di bambini è indicativo: gli innocenti per antonomasia, lasciati a loro stessi proprio grazie a quella innocenza e mancanza di consapevolezza compiono azioni che forse gli adulti nella stessa situazione non avrebbero il coraggio di compiere: c'è purezza in una violenza così assoluta. L'isola è quasi altrettanto protagonista dei bambini: inizialmente percepita come un paradiso tropicale, man mano che il romanzo procede si trasforma in un inferno ostile pieno di oscure minacce: è come se l'ambiente si abbrutisse insieme ai ragazzi. Avrei voluto concludere con qualche commento sullo stile, ma mi sono accorta di non sapere cosa dire: è un'opera talmente densa di significati, ci si concentra talmente tanto sul "cosa" che il "come" viene raccontato passa in secondo piano.
35 livres cultes à lire au moins une fois dans sa vie Quels sont les romans qu'il faut avoir lu absolument ? Un livre culte qui transcende, fait réfléchir, frissonner, rire ou pleurer… La littérature est indéniablement créatrice d’émotions. Si vous êtes adeptes des classiques, ces titres devraient vous plaire. De temps en temps, il n'y a vraiment rien de mieux que de se poser devant un bon bouquin, et d'oublier un instant le monde réel. Mais si vous êtes une grosse lectrice ou un gros lecteur, et que vous avez épuisé le stock de votre bibliothèque personnelle, laissez-vous tenter par ces quelques classiques de la littérature. There is no blinking the fact that this English schoolmaster turned novelist understands growing boys to the heart; one must go back to"High Wind in Jamaica" to find a comparable tour de force. The uneasy conviction persists that he despises the child who is father to the man-and the man as well. Homo sapiens needs all the friends he can find these days, in and out of novels. "Lord of the Flies" is an allegory on human society today, the novel's primary implication being that what we have come to call civilization is, at best, skin deep. With undertones of "1984" and "High Wind in Jamaica," this brilliant work is a frightening parody on man's return (in a few weeks) to that state of darkness from which it took him thousands of years to return. Fully to succeed, a fantasy must approach very close to reality. "Lord of the Flies" does. It must also be superbly written. It is. Appartiene alle Collane EditorialiBiblioteca Folha (19) Blackbirds (1991.2) Delfinserien (112) — 27 altro Európa Zsebkönyvek (303) Fischer Taschenbuch (1462) Literaire reuzenpocket (309) Nederland leest (2016) Penguin Books (1471) Penguin Modern Classics (1471) Roman-Zeitung (462) È contenuto inHa l'adattamentoÈ riassunto inHa uno studioHa come commento al testoHa come guida per lo studenteWilliam Golding's Lord of the Flies, The Inheritors, Pincher Martin, Free Fall (Monarch Notes) di Terence Dewsnap Ha come guida per l'insegnantePremi e riconoscimentiMenzioniElenchi di rilievo
The classic study of human nature which depicts the degeneration of a group of schoolboys marooned on a desert island. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche
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