Fai clic su di un'immagine per andare a Google Ricerca Libri.
Sto caricando le informazioni... Carminadi Gaius Valerius Catullus
» 5 altro Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Edizione completa dei Carmi di Catullo, questa della B.U.R. nella traduzione di Enzo Mandruzzato, che contestualizza bene il poeta nel suo tempo rendendoci così un Catullo più vero. Dalla morte del passero... Piangete, Amori e Brame dell’amore, e quanto è gentilezza sulla terra: morto è il passero della mia ragazza, morto lo svago della mia ragazza, quello che amava più della sua vista: delizioso era e la riconosceva come una bimba conosce sua madre né mai s’allontanava dal suo grembo, vi saltellava sopra in lungo in largo e pigolava ma solo per lei. Ora scende il cammino delle tenebre da cui, si dice, non tornò nessuno. O buio maledetto della morte che inghiotti tutto ciò che è gentilezza! Che passero gentile mi hai rapito. Oh che disgrazia! o sventurato passero! Per causa tua la mia ragazza piange e i begli occhi si gonfiano e s’arrossano. ...alla morte del fratello varcando tanti mari, passando per tanti popoli giungo fratello alla tua tomba amara, a portarti l’ultimo dono, un’offerta di morte, a parlare alla tua cenere che non risponde, perché il destino mi ti ha preso, ha preso proprio te, mio povero fratello, tu che non meritavi. E anch’io così, come sempre usarono i padri, reco le stesse offerte alle tue esequie, tu accèttale, così grondanti di pianto fraterno; e addio, fratello amato, addio per sempre. Bell'esercizio di stile, quello di Quasimodo, nella traduzione di questa scelta di canti che sembrano attualizzare il pensiero poetico di Catullo. Quello che pensa di Sirmione... O mia Sirmio,diletta fra le isole e tutte le penisole che su acque chiare di laghi innalzano e sul mare l'uno e l'altro Nettuno,con quanta gioia e quanto piacere ti rivedo! Non mi par vero d'esser lontano dalle terre bitinie e della Tinia e sereno poterti contemplare. Quale felicità più grande,se liberi d'ogni pena,con la mente leggera di pensieri ritornando a casa stanchi.,da paesi stranieri, nel sospirato letto riposiamo. Questo il compenso di tante fatiche! O mia bella Sirmio ,Salve!,rallégrati, ora il tuo signore è qui,e Voi lidie onde del lago ,rallegratevi;echeggiate gridi ridenti di gioia nella casa. ...e quello che pensa delle donne Che non sarà di nessuno, dice la mia donna: soltanto mia, dovesse tentarla pure Giove. Dice: ma ciò che donna dice ad un amante, scrivilo nel vento, o nell'acqua che va rapida. nessuna recensione | aggiungi una recensione
Appartiene alle Collane EditorialiLa Garba (2) È contenuto inContieneÈ un adattamento di
Of all Greek and Latin poets Catullus is perhaps the most accessible to the modern reader. Dealing candidly with the basic human emotions of love and hate, his virile, personal tone exerts a powerful appeal on all kinds of readers. The 116 poems collected in this new translation include thefamous Lesbia poems and display the full range of Catullus's mastery of lyric meter, mythological themes, and epigrammatic invective and wit. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
Discussioni correntiNessunoCopertine popolari
Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)874.01Literature Latin Latin lyric poetry to ca. 499, Roman periodClassificazione LCVotoMedia:
Sei tu?Diventa un autore di LibraryThing. |
La mia donna dice che non vuol stare con nessun altro,
neanche se la chiedesse Giove in persona.
Così dice, ma quello che dice una donna all'amante appassionato,
va scritto sul vento e sull'acqua che fugge.
(Carme 70)
In quattro versi, Catullo ci descrive quello che autori meno geniali di lui hanno impiegato pagine e pagine per descrivere e speso grandi parole. Nei primi due versi abbiamo l'aspirazione dell'infinito: l'amore che Lesbia – la donna amata – professa è così grande, così forte e così assoluto che nemmeno Giove – il re degli dei – potrebbe persuaderla a tradire l'amato.
Ma poi abbiamo gli altri due versi – la paura, il pessimismo e il realismo del poeta. L'amore, sebbene sia l'unico modo in cui i mortali possano assaggiare l'infinito, può finire. Le promesse, anche quelle più accorate, possono essere infrante. E Catullo ci trasmette questo timore con un'immagine efficace e immediata.
Certo, Catullo amava anche l'invettiva. E non andava tanto per il sottile...
con la madre e la sorella, e ci passa le notti nudo?
Uno che non lascia che lo zio faccia il marito,
sai che delitto si prende sulla coscienza?
Quello che non può lavare neppure Teti ai confini del mondo,
e neanche Oceano, padre di tutte le Ninfe.
Non c'è nessun delitto peggiore di questo,
neanche se ti abbassi a succhiarti da solo.
(Carme 88)
Catullo potrebbe essere uno qualunque di noi. Uno che ama la sua donna e uno che infama i suoi rivali in amore. Uno che credeva nell'amicizia e uno che disprezzava che non teneva fede ai patti. Uno che soffre terribilmente per amore.
Odio e amo. Mi chiederai come faccio.
Non so, ma lo sento succedere, e mi tormento.
(Carme 85) ( )