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Il conte di Montecristo (1845)

di Alexandre Dumas

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25,486433125 (4.32)9 / 1322
Il romanzo fu pubblicato nel 1844. Edmondo Dantès, marinaio, prigioniero, misteriosamente ricco, mette a soqquadro l'alta società parigina. Imprigionato a Marsiglia nel 1815, il giorno delle nozze, con la falsa accusa di bonapartismo, rimane rinchiuso per 14 anni nel castello di If, vittima della rivalità in amore di Fernando e in affari di Danglars, odiato anche dal magistrato Villefort. Questi i tre nemici su cui, dopo l'evasione, cadrà la terribile vendetta di Dantès. Il romanzo associa, senza la preoccupazione di una trama logica e ragionata, le più incredibili avventure con l'aiuto anche di uno stile agile e incalzante. Annotation Supplied by Informazioni Editoriali… (altro)
  1. 201
    I tre moschettieri di Alexandre Dumas (caflores)
  2. 111
    La tigre della notte di Alfred Bester (rareflorida)
    rareflorida: An old SciFi classic based upon The Count of Monte Cristo. Be patient because the begining of the story may be frustrating but you will eventually see the intelligence.
  3. 124
    I miserabili di Victor Hugo (VictoriaPL)
  4. 92
    Il tulipano nero di Alexandre père Dumas (2below)
    2below: These stories share some key themes and plot elements. It's not nearly as epic as The Count of Monte Cristo but makes for an interesting comparison.
  5. 81
    La primula rossa di Baroness Orczy (SandSing7)
  6. 62
    Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand (VictoriaPL)
  7. 51
    Ivanhoe di Sir Walter Scott (SandSing7)
  8. 41
    The Meaning of Night di Michael Cox (citygirl)
    citygirl: Another detailed, intricately plotted revenge tale.
  9. 41
    Scaramouche: romanzo di Rafael Sabatini (MarcusBrutus)
  10. 41
    Il romanzo della Maschera di Ferro di Alexandre Dumas (keeneam)
  11. 21
    Selected Short Stories di Guy de Maupassant (bokai)
    bokai: While Maupassant's power is in his slice of life short stories told in an objective narrative voice and Dumas is the master of the thousand page epic told (see more) in highly sympathetic narration, both authors evoke images of the same France and are unequaled in their skill at bringing character and conflict to life. A short by Maupassant is a great way to break up the lengthy prose of Dumas, and Dumas, in turn, expands and elaborates the world that Maupassant provides only glimpses of.… (altro)
  12. 32
    The Three Musketeers Twenty Years After The Vicomte of Bragelonne Ten Years Later Louise de la Valliere The Man in the Iron Mask (The Complete d'Artagnan Romances): Completed Second Edition di Alexandre Dumas (MarcusBrutus)
  13. 21
    Moonfleet di John Meade Falkner (elizabeth.a.coates)
    elizabeth.a.coates: Both are adventure stories that take place over a number of years and deal with riches, revenge, and romance
  14. 10
    The Count of Monte Cristo [2002 film] di Kevin Reynolds (Utente anonimo)
    Utente anonimo: Fascinating interpretation. Very free and very different. Really an independent work of art. If not superior to the novel, certainly not inferior to it either. Great script, superb cast, beautiful music, gorgeous production design.
  15. 22
    La regina del Sud di Arturo Pérez-Reverte (lilisin)
    lilisin: "Queen of the South" is a modern retake on "The Count". Not my favorite read but you can definitely see the parallels.
  16. 11
    Storia di Gil Blas di Santillana di Alain René Le Sage (roby72)
  17. 11
    The Stars' Tennis Balls di Stephen Fry (lizzybeans11)
  18. 66
    Il grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald (TomWaitsTables)
    TomWaitsTables: The story of a man consumed by his obsession, but instead of revenge, Gatsby is chasing the American dream.
  19. 23
    Il sindaco di Casterbridge di Thomas Hardy (jordantaylor)
  20. 01
    Shōgun di James Clavell (ShaneTierney)

(vedi tutti i 22 consigli)

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Tutti conosciamo la vicenda di Edmond Dantes, della sua prigionia ingiusta e della spietata vendetta che ne è seguita. Inutile addentrarsi di più nella trama perchè quella de "Il conte di Montecristo" è forse la storia più complessa e articolata che mi sia capitato di leggere, e riassumerla in poche righe sarebbe impossibile. E' uno dei più illustri esempi di feuilleton ottocentesco, un romanzo pieno di eccessi; i protagonisti sono consumati dalle passioni: il dolore li annienta, l'amore li eleva, l'odio li esalta. E al di sopra di tutti loro si staglia lui, il Conte di Montecristo. Nato dalle ceneri di Edmond Dantes, è una figura dalla natura quasi divina: ricco come Creso, sapiente come Platone e Aristotele, implacabile come un angelo vendicatore. Si ritene uno strumento della provvidenza e si abbatte sui suoi nemici senza badare alle conseguenze, in preda ad un delirio di onnipotenza che si placherà solo nelle ultime pagine, quando il seme del dubbio e del rimorso comincerà a germogliare dentro di lui.
E' chiaro che questo non è un romanzo di introspezione psicologica o di dilemmi etici e filosofici; è tutto bianco o nero: i cattivi sono perfidi ed i buoni angelici, il bene trionfa ed il male viene punito. Anche lo stile non è particolarmente elegante, anzi è spesso prolisso e pieno di ripetizioni. Quali sono dunque i meriti del libro, cosa lo ha reso un classico immortale? La forza sta tutta nella trama, che fra fughe rocambolesche, cambi di identità, duelli e rapimenti lo rende uno dei romanzi più appassionanti che siano mai stati scritti.
Il motivo per cui non rientra nell'olimpo dei miei prediletti è che purtroppo non sono mai entrata in sintonia col protagonista, troppo freddo nella sua onnipotenza; inoltre il finale non ha soddisfatto pienamente le mie aspettative, non per demeriti oggettivi ma per una questione di gusti personali. Resta comunque un'opera grandiosa ed imponente, che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita. ( )
  Lilirose_ | Oct 10, 2016 |
Il libro d'avventura per eccellenza. Da leggere assolutamente. ( )
  permario | Jan 8, 2016 |
Quel che di norma si conosce delle vicende narrate in questo voluminoso librone (l’innocente tradito, la prigionia, il Castello d’If, l’abate Faria, la fuga) occupa circa centocinquanta pagine scritte piccole: per la preparazione e la realizzazione della vendetta ce ne voglio altre ottocento stampate nello stesso minuscolo carattere e anche solo da questo si può capire (oltre a quanto poco sia davvero conosciuto) come il romanzo faccia seguire alla brillante narrazione a effetto dei primi capitoli un andamento esagerato, dispersivo, ridondante. Del resto, Dumas, che forse neppure scriveva tutto di persona, veniva pagato un tanto a riga e doveva far quadrare i conti di casa: nel succedersi dei capitoli si sprecano i fremiti, i sudori diacci, le grida e i pugni innalzati al cielo (per non dire degli svenimenti femminili), che si aggiungono all’inevitabile esigenza di riassumere l’accaduto in un’opera in origine pubblicata a puntate. Oltre a divagazioni che a volte si perdono nel nulla, di tanto in tanto si incontrano dei veri e propri racconti che potrebbero avere vita propria (Franz a Montecristo, il bandito Vampa, Bertuccio e Benedetto, i fatti di Giannina) mentre il lungo episodio romano è una sorta di romanzo nel romanzo: eppure, anche se può apparire incredibile a chi giudichi dall’esterno, questo continuo dilatare i tempi – utilizzando pure lunghi dialoghi che fanno parere tutti i protagonisti dei gran chiacchieroni – contribuisce ad accrescere la tensione attraverso il prolungamento dell’attesa per i momenti culminanti che possono così intrigare l’animo del lettore anche se quest’ultimo sa benissimo che lì si andrà a parare. Insomma, Dumas conosceva bene come solleticare il suo pubblico, ma – seppure ben lontana dal ritmo de ‘I tre moschettieri’ – la sua narrazione funziona allo stesso modo presso una platea più smaliziata che finisce per accettare di buon grado gli eventi miracolosi (la ricchezza che piove addosso a Dantès) e la suddivisione manichea dei personaggi, generosi o perfidi senza vie di mezzo: l’unica, vera eccezione riguarda proprio il protagonista che, col passare degli anni, vede il suo desiderio di vendetta messo via via più in discussione dai dubbi sul compito che si è fissato, sulle conseguenze che ne scaturiscono e, soprattutto, sul proprio ergersi a giudice supremo. Il modo migliore per godersi libri come questo è dunque abbandonarsi al flusso della narrazione che, al netto dei passaggi zoppicanti, è pur sempre capace di districarsi fra gli oltre trenta personaggi e relative linee multiple di racconto senza mai portare il lettore a smarrirsi: le pagine che si susseguono lo trasportano idealmente nella Francia della prima metà dell’Ottocento, con un breve sguardo sugli ultimi bagliori napoleonici e una lunga permanenza nel bel mondo parigino sotto Luigi Filippo, restituito nei suoi riti e nelle sue manie con un sottile filo di ironia. All’effetto contribuiscono anche gli arcaismi e il linguaggio inevitabilmente anticato della traduzione ‘Emilio Franceschini’ – nome convenzionale per quella anonima ottocentesca - utilizzata per l’edizione in mio possesso: anch’essa con molti difetti (dalla ‘semplificazione’ di numerosi paragrafi a Faria che non è mai chiamato ‘abate’) ma in un certo senso funzionale alla capacità di coinvolgimento del romanzo. ( )
  catcarlo | Nov 6, 2015 |
Chi non vorrebbe ogni tanto sentirsi Dio così da poter premiare i buoni e castigare i cattivi? ( )
1 vota fortunae | May 9, 2011 |
Uno di quei libri che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita... ( )
  ingein | May 25, 2009 |
Mostra 5 di 5

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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Dumas, Alexandreautore primariotutte le edizioniconfermato
Bair, LowellTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Batchelor, PeterNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Binni, LanfrancoTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Botto, MargheritaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Brom, PavelIllustratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Bromova, DagmarIllustratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Buss, RobinTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Clapham, MarcusPostfazioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Coward, DavidRevised translationautore secondarioalcune edizioniconfermato
Coward, DavidIntroduzioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Fabre, Francois-XavierImmagine di copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Finne, JalmariTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Franceschini, EmilioTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Hasenbein, MeinhardÜbersetzerautore secondarioalcune edizioniconfermato
Homewood, BillNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Lee, JohnNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Loutherbourg, Philip James deImmagine di copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Mathias, RobertProgetto della copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Maurois, AndréIntroduzioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Moncada, JesúsTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Paduano, GuidoTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Schaeffer, MeadIllustratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Silo, MoroNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Timothy, AndrewNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Ward, LyndIllustratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Williams, FredNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Wren, KeithIntroduzioneautore secondarioalcune edizioniconfermato

È contenuto in

Contiene

È rinarrato in

Ha un sequel (non seriale)

Ha l'adattamento

È riassunto in

Ha ispirato

Ha come guida di riferimento/manuale

Ha uno studio

Ha come guida per lo studente

Premi e riconoscimenti

Menzioni

Elenchi di rilievo

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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
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Epigrafe
Dedica
Incipit
Il 24 febbraio 1815, la vedetta di Notre-Dame de la Garde segnalò il tre alberi Pharaon, proveniente da Smirne, Trieste e Napoli.
Citazioni
Ultime parole
(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Dati dalle informazioni generali inglesi. Modifica per tradurlo nella tua lingua.
These should be the unabridged editions of The Count of Monte Cristo
Redattore editoriale
Dati dalle informazioni generali inglesi. Modifica per tradurlo nella tua lingua.
Elogi
Dati dalle informazioni generali inglesi. Modifica per tradurlo nella tua lingua.
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese (3)

Il romanzo fu pubblicato nel 1844. Edmondo Dantès, marinaio, prigioniero, misteriosamente ricco, mette a soqquadro l'alta società parigina. Imprigionato a Marsiglia nel 1815, il giorno delle nozze, con la falsa accusa di bonapartismo, rimane rinchiuso per 14 anni nel castello di If, vittima della rivalità in amore di Fernando e in affari di Danglars, odiato anche dal magistrato Villefort. Questi i tre nemici su cui, dopo l'evasione, cadrà la terribile vendetta di Dantès. Il romanzo associa, senza la preoccupazione di una trama logica e ragionata, le più incredibili avventure con l'aiuto anche di uno stile agile e incalzante. Annotation Supplied by Informazioni Editoriali

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